Ritratti riveduti e corretti dei mostri della porta accanto. “The Blind Leading the Dead” è una mostra che vale un viaggio a Pietrasanta

È da un po’ che Pietrasanta, un tempo capitale estiva dell’arte, non brilla per la qualità dei progetti che propone. Qualche galleria con spazi e mostre interessanti c’è, ma in linea di massima la cosa più divertente da vedere sono gli sketch che posta su Instagram una super star della critica come Francesco Bonami, che ha casa lì a due passi, a Forte dei Marmi, e ogni anno si presenta in piazza per tirare schiaffi virtuali, a destra e a manca, che potete vedere sul suo profilo Thebonamist. Seguitelo.

 

Quest’anno però c’è una mostra che vale il viaggio, realizzata da Annalisa Bugnani in uno spazio che è attivo da un paio d’anni, The Project Space: “The Blind Leading the Dead” dei fratelli Chapman (fino al 5 novembre). Forse sarebbe meglio chiamarli “ex fratelli” - solo per quanto riguarda la produzione artistica - perché pare che il più vecchio dei due, Dinos, si sia ritirato e abbia lasciato il palcoscenico al più giovane, Jake. Un palcoscenico che i due si sono guadagnati partendo dal prestigiosissimo Royal College of Art di Londra, che qualche anno più tardi avrebbero definito «una completa perdita di tempo, dove la gente giocava con i colori a olio».

Fanno gli assistenti di Gilbert & George e riescono poi a cavalcare l’onda del movimento Young British Artists, realtà che avrebbe imposto a livello globale artisti del calibro di Damien Hirst, Tracey Emin o Sarah Lucas.

La mostra è una piccola e lineare retrospettiva di una storia che, tra lo splatter e il pulp, la filosofia noir e uno humor macabro, ha portato i Chapman a imporre come pochi altri la normalità di un incubo. Ci sono bambini geneticamente modificati, deformi e inquietanti, con in faccia organi genitali. Però attenzione, il loro intento non è quello di stupire, ma l’opposto: con queste opere ci vogliono parlare dell’ossessione della società a usare in modo quasi eugenetico l’omologazione culturale, educativa e sociale, che si insinuerà come falange mostruosa nella crescita dei più giovani.

C’è anche un uomo in tunica e cappuccio bianco del Ku Klux Klan, che però indossa birkenstock e calzini rainbow. Ha in mano un pennello e sta modificando vecchie croste che i Chapman trovano nei mercatini: nobiluomini, nobildonne e nobilfanciulli a cui vengono cambiati i connotati, vengono trasformati in mostri. E tra scenari in cui in un mondo devastato dai cambiamenti climatici vedremo pinguini diventare carnefici in cerca di cibo oppure giubbotti esplosivi in bronzo che diventano monumenti all’immortalità, la visione dei Chapman pare la più naturale possibile: semplicemente riflettono il mondo deprimente com’è. E per quanto dark sia il risultato, è sempre illuminato da una calamitica comicità.

 

LUCI E OMBRE

 

L’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione ha creato un database di dipinti e sculture acquistati o venduti da oligarchi russi. Da oggi è dunque più facile, per chiunque si occupi di mercati dell’arte, controllare che ricchi sostenitori e finanziatori di Putin possano continuare a guadagnare in questo ambito.

 

«Purtroppo la situazione del centro storico è ben più grave di quanto avessimo previsto»: così la delegazione dell’Unesco che la settimana scorsa è stata a Odessa per valutare i danni al patrimonio culturale dei bombardamenti di luglio. Oltre cinquanta siti, tra i quali la cattedrale ortodossa, sono finiti sotto le bombe.