A incidere è la scarsa attività fisica e l'alimentazione che si allontana dalla dieta mediterranea. E i numeri sono particolarmente preoccupanti per i minori: «Agire in prima persona è fondamentale», spiega l'Airc, l'associazione che torna nelle piazze per promuovere la prevenzione

Uno stile di vita sano diminuisce il rischio di tumori. Può evitarne la comparsa di circa uno su tre:  «Fare attività aerobica 2,5 ore a settimana, ad esempio, aiuta a prevenire l’obesità che è responsabile di molti tipi di cancro». Secondo Fondazione Airc, che da oltre 50 anni supporta la ricerca oncologia in Italia, adottare abitudini sane insieme alla riduzione dei fattori di rischio come il fumo, l’alcol e una vita sedentaria, influiscono sul benessere e sulla qualità di vita in maniera rilevante: «Fino al 40 per cento dei nuovi casi di tumore è potenzialmente prevenibile o più curabile quando si agisce sui fattori di rischio modificabili».

 

Per questo, per curare il cancro è necessario che l’opinione pubblica sia informata sui progressi compiuti dalla ricerca. Ma anche sulla cultura della prevenzione, fondamentale per arrivare alle diagnosi precoci. Alcuni dati sulla popolazione residente, ad esempio, dimostrano come circa un terzo degli adulti abbia fattori di rischio per lo sviluppo di un cancro: il 33 per cento delle persone è in sovrappeso. Il 10 per cento è obeso, il 31 per cento è sedentario e il 24 per cento fuma. La situazione peggiore riguarda i minori in età scolare: circa il 39 per cento è in sovrappeso, il 17 per cento è obeso.

 

I numeri dell’Italia sono tra i più alti d’Europa. E, come sottolinea Airc, sono la conseguenza, soprattutto, di scarsa attività fisica «e di un’alimentazione che si è allontanata dai principi della dieta mediterranea. Ecco perché è importante essere consapevoli, agire in prima persona adottando abitudini sane ed equilibrate, aderire agli screening raccomandati per le diagnosi precoci». Il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023” dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dell'Associazione italiana registri tumori (Airtum), invece, evidenzia come nell’ultimo anno si sia verificato un calo di circa il 3 per cento dell’adesione agli screening, in particolare a quelli mammografici e del colon-retto. Esami che il Servizio sanitario nazionale rende disponibili alla popolazione. E che sono essenziali per diagnosticare precocemente tumori come quello del seno, del colon-retto e della cervice uterina.

 

Così, anche se cresce il numero di persone che guarisce dal cancro grazie all’evoluzione della ricerca - sono 3,6 milioni le persone che hanno superato una diagnosi oggi nel nostro Paese, con un incremento del 37 per cento nella sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi rispetto a dieci anni fa - aumenta l’incidenza dei tumori sulla popolazione: sono state fatte circa 395 mila nuove diagnosi lo scorso anno. Con un aumento di 18 mila casi negli ultimi tre anni.

 

«Proprio per rafforzare la prevenzione e favorire la consapevolezza necessaria a migliorare le nostre abitudini tornano le Arance della salute», ricordano da Airc: sabato 27 gennaio nelle piazze del Paese circa 20mila volontari distribuiranno reticelle di arance rosse coltivate in Italia a fronte di una donazione minima di 13 euro. Si tratta del primo degli appuntamenti che la fondazione sta preparando per il 2024, per raccogliere i fondi fondamentali per l’avanzamento delle conoscenze sui meccanismi biologici del cancro e allo studio di nuovi metodi di diagnosi e cura per tutti i tipi di tumori ancora difficili da curare. Venerdì 26 e sabato 27 gennaio anche gli studenti, gli insegnanti e i genitori di oltre mille scuole diventeranno volontari dell’Airc distribuendo arance, miele e marmellata nell’ambito del progetto "Cancro io ti boccio", in cui impegno civico, educazione alla prevenzione e cultura scientifica si mescolano insieme.