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Cultura
gennaio, 2024

Da "Mai dire" al teatro: Ugo Dighero diventa L’Avaro di Molière

L'attore genovese si confronta con il grande classico. E lo costruisce con sapienza e personalità

È sempre stimolante – per un attore, ma anche per uno spettatore – scoprire se un  personaggio funziona, se riesce cioè ad essere credibile in scena e a farsi amare dal pubblico. Soprattutto nei casi in cui l'attore si è fatto conoscere al grande pubblico per ruoli molto diversi. Una bella sfida, direte voi. Con questo spirito bisognerebbe andare a vedere Ugo Dighero, attore genovese che forse ricorderete per la sua partecipazione a trasmissioni televisive come “Mai dire gol!” o a varie serie tv, ma anche per la sua interpretazione a teatro di “Mistero buffo” di Dario Fo e Franca Rame e per tanti altri spettacoli.

 

Ora Dighero, per la prima volta, mette il suo talento al servizio di un grande classico: “L'Avaro” di Molière, qui tradotto da Letizia Russo e diretto da Luigi Saravo (produzione Teatro nazionale di Genova, Teatro Stabile di Bolzano, Centro  Teatrale Bresciano, Artisti Associati Gorizia).

 

È lui l'avaro Arpagone, ossessionato a tal punto dal denaro da anteporlo perfino ai suoi figli – Cleante (Stefano Dilauro) ed Elisa (Elisabetta Mazzullo) – che, anzi, vorrebbe sistemare con matrimoni economicamente vantaggiosi. Ma la storia è nota e Saravo ce la racconta in chiave contemporanea venandola di nuove sfumature, tanto che l'avarizia di Arpagone potrebbe apparire un pregio, indicando la via per un uso consapevole del denaro da contrapporre alla società consumistica di oggi. Non a caso Arpagone indossa vestiti di seconda mano (scelta che piacerebbe agli ecologisti). Senza dubbio è lui il perno della pièce, un personaggio tragicomico che Dighero costruisce con sapienza e personalità.

 

Tra bacheche mobili che definiscono gli spazi e pareti colorate si muove il resto del cast: Valerio (Fabio Barone), Marianna (Rebecca Redaelli), Anselmo (Cristian Giammarini), Frosina (Mariangeles Torres), mastro Giacomo (Paolo Li Volsi) il commissario (Luigi Saravo)... Alla fine, quando tutti si fiondano sulle banconote svolazzanti, ci si renderà conto che forse l'unico saggio è proprio lui, Arpagone. 

 

L'Avaro di Molière
regia Luigi Saravo
Gorizia (10/1), Trieste (11-14/1), Bologna (15-17/3)

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