Il governo Meloni ha deciso di abbinare un'operazione di promozione italiana al giro del mondo dell'Amerigo Vespucci, lo storico veliero che serve da addestramento degli allievi ufficiali della Marina. Cerimonie, eventi, concerti e 8 tappe per oltre 40 milioni di euro. Cantanti, cinema, vino, cibo: il solito bel Paese con i suoi vecchi stereotipi.

A sentire la propaganda, o la mai doma informazione cerimoniosa, il magnifico veliero “Amerigo Vespucci”, varato il 22 febbraio 1931 (l’altro secolo, e che parte di secolo), gira il mondo sopra e sotto, a destra e manca, in lungo e largo per promuovere il made in Italy. Non è proprio esatto. Anzi non lo è per niente. Il Vespucci fa il suo mestiere col prestigio che fa da segnacolo: è una nave scuola per gli allievi ufficiali della Marina militare. Il governo ne ha approfittato per una sorta di made in Italy itinerante, peripatetico, a volte in acqua, a volte in rada. Almeno 40 milioni di euro, in gran parte pubblici. Si chiama “Vespucci Tour” e fa il verso, chi sa se volontario, a quei torpedoni che sballottano per le metropoli i turisti distratti.

Il Vespucci era pronto al suo giro nel mondo già quattro anni fa con una tappa a Tokyo per le Olimpiadi, poi la pandemia ha fermato il giro del mondo e il mondo stesso. Il programma è stato squadernato e ridefinito dal governo di Giorgia Meloni, sempre ansioso, per non dire ossessionato, ma lo potremmo anche dire, di rivendicare la sistematica protezione-valorizzazione-diffusione del made in Italy. Qualsiasi cosa significhi.

Dunque per correttezza, rimossa la tendenza propagandistica, va chiarito che il Vespucci è partito il 1° luglio 2023 per «la campagna addestrativa degli allievi ufficiali articolata in 31 porti, 28 nazioni, 5 continenti». Rientrerà in patria l’11 febbraio 2025. Consumata quasi la metà dei venti mesi di viaggio, soltanto quest’estate, s’è aggiunto il “Vespucci Tour”, l’operazione governativa di made in Italy col “Villaggio Italia” che affianca il Vespucci quando fa sosta. Non sempre. In otto tappe su 31. In ordine cronologico: Los Angeles, Tokyo, Darwin, Singapore, Mumbai, Doha, Abu Dhabi, Gedda. Per capire se è una buona idea imbarcare il made in Italy a bordo di una nave scuola, che è pur sempre una nave scuola militare, L’Espresso ha esaminato i dettagli del progetto e si è confrontato con la Marina militare e con Difesa Servizi. Quest’ultima è la società del ministero della Difesa, amministratore delegato Luca Andreoli, che si occupa della gestione economica del patrimonio militare non direttamente correlato all’attività operativa delle Forze Armate.

La bussola del cosiddetto “Vespucci Tour” è il protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso dicembre tra il ministero della Difesa, capofila, e altri dieci ministeri più la presidenza del Consiglio dei ministri. In pratica, il governo intero. Le premesse sono impegnative: «Il giro del mondo dell’Amerigo Vespucci si configura – si legge nel documento – quale importantissima opportunità per la proiezione internazionale del “Sistema Italia”, dei suoi prodotti e della sua cultura nel mondo e, al contempo, costituisce un valido strumento per supportare gli indirizzi nazionali di politica estera e comunitaria, in continuità con la presenza italiana nell’ambito delle organizzazioni internazionali, nonché per accrescere e rafforzare i rapporti relazionali di cooperazione e collaborazione con i Paesi visitati». Per fare fronte agli impegni in premessa, i firmatari del protocollo d’intesa sono spronati a collaborare e, ancora più gradito, a stanziare un contributo in denaro. Un obolo. Un po’ ciascuno. Sennò che «Sistema Italia» è? Con 3 o 4 milioni di euro a testa, alcuni li spalmano nel triennio, altri li limitano all’esercizio corrente, partecipano otto ministeri su 11 più la presidenza del Consiglio. Non offrono denaro, ma altre forme di aiuto: il ministero degli Esteri, il ministero della Cultura, il ministero per lo Sport e i Giovani. Il «Sistema Italia», per il suo profilo pagante, non include sport, giovani, cultura, esteri. Il ministero dell’Economia ha autorizzato il suo versamento facendo esplicitamente riferimento a una lettera del sottosegretario alla presidenza del Consiglio del 18 luglio 2024 «con la quale è stata rappresentata la necessità di garantire un contributo finanziario alla realizzazione degli eventi collegati alle tappe del tour mondiale della nave “Amerigo Vespucci” e che a tal fine è stato richiesto l’utilizzo del Fondo esigenze indifferibili». Il Tesoro ha assegnato le sue risorse al ministero per la Difesa e, precisamente, a un suo capitolo di spesa che riguarda scuole, accademie, campagne addestrative. Il ministero per l’Ambiente e per la Sicurezza energetica, invece, ha destinato i suoi 4 milioni a Difesa Servizi e l’ha fatto perché convinto che il “Vespucci Tour” sia un «volano di opportunità e strumento per promuovere e sviluppare l’immagine della Nazione, dei suoi valori fondanti e delle sue eccellenze produttive, turistiche e culturali, a sostegno della competitività nei settori strategici e per la ricerca di nuove cooperazioni e partner economici, nonché per la sensibilizzazione alla salvaguardia e tutela dell’ambiente marino e prevenzione dell’inquinamento marino».

Un ministero lo fa con ardente convinzione, un altro lo fa per spirito di servizio, un altro ancora lo fa su preciso sollecito, comunque il protocollo d’intesa, senza considerare la Difesa, è riuscito a raccogliere 25 milioni di euro per arrivare ai 30 pubblici attesi. Marina militare e Difesa Servizi ci hanno fornito l’elenco preciso: presidenza del Consiglio, 3 milioni di euro (2024); ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, 4 milioni (2023-2024-2025); ministero per le Imprese e il Made in Italy, 4 milioni (2023-2024-2025); ministero dell’Agricoltura, 4 milioni (2023-2024); ministero dei Trasporti, 3 milioni (2024-2025); ministero del Turismo, 3 milioni (2023-2024-2025); ministero dell’Economia, 4 milioni (2024-2025).

La somma che serve per le otto tappe del “Villaggio Italia” e la comunicazione legata al “Vespucci Tour” è di 40 milioni di euro totali, di cui 30 pubblici e 10 privati: «Nei 40 milioni necessari per il finanziamento dell’impresa risultanti dalla procedura di gara europea, sono inclusi – fanno sapere Marina militare e Difesa Servizi – tutti i costi stimati del protocollo. I 10 milioni sono a carico della società “99 Tour Vespucci Srl” (di Ninetynine, che ha vinto la gara europea, ndr). Per ogni euro in più rispetto ai 10 milioni, recuperato tramite sponsorizzazioni, il 95 per cento torna attraverso Difesa Servizi allo Stato, alla compagine istituzionale del protocollo, e il 5 per cento spetta al concessionario privato». Oltre il valore del protocollo d’intesa, a essere pignoli, vanno computate le spese che lo hanno preceduto. Per la partenza da Genova, per esempio, e per altre esigenze. Svariati acquisti o affidamenti per centinaia di migliaia di euro nel 2023: «Le attività propedeutiche alla firma del protocollo d’intesa – spiegano da Marina militare e Difesa Servizi – sono iniziate a fine marzo 2023 e hanno trovato subito una generale condivisione di intenti fra i citati undici ministeri. Tenuto conto che la campagna addestrativa pianificata dalla Marina Militare prevedeva comunque la partenza da Genova il 1° luglio 2023, è stato deciso comunque di organizzare un’adeguata cerimonia di partenza con l’obiettivo di dare risonanza alla straordinarietà dell’evento (secondo giro del mondo del Vespucci in 93 anni)».

Il capitale derivante dal protocollo è essenziale per allestire il “Villaggio Italia” nei porti dove attracca il Vespucci per essere ammirato dal pubblico. Questo era il palinsesto di Los Angeles, e lo sintetizzano Marina militare e Difesa Servizi: «Visite guidate presso le mostre agli show cooking, esibizioni della Fanfara della Legione Allievi Carabinieri e dei musicisti dell’Accademia Teatro alla Scala, conferenze internazionali dedicate alla Blue Economy e alla Space Economy, incontro con l’artista Jago che ha realizzato per il tour mondiale del Vespucci l’opera in bronzo “La David”. Proiezioni dei film italiani a cura della Mostra Internazionale del Cinema della Biennale di Venezia. Esposizione delle Fiaccole storiche delle Olimpiadi». Eccetera, eccetera. Ovviamente un poderoso successo, pubblico in estasi.

A Los Angeles come a Tokyo e di recente a Darwin. Per le stime di Marina militare e Difesa e Servizi, il “Vespucci Tour” sui media ha generato in due mesi e mezzo – 24 giugno/6 settembre – un valore pubblicitario equivalente di 14,347 milioni di euro. La nave scuola Vespucci la sua figura la fa da sé. Senza orpelli. Senza villaggi. 72 mila visitatori a Los Angeles, 68 mila a Tokyo, moltissimi pure a Darwin. Facile pronosticare il tutto esaurito anche a Singapore, Mumbai, Doha, Abu Dhabi, Gedda. Il tema è un altro. E non sono le decine di milioni di euro investiti. Il tema è: cos’è il made in Italy. Quale funzione ha questo made in Italy che deve farsi scortare da un veliero del ’900, elevato al ruolo di «ambasciatore», per far conoscere ad americani e giapponesi, ad australiani e sauditi, a indiani e qatarini, la motocicletta Vespa con gli spaghetti, Riccardo Muti con Serena Autieri, il cinema d’autore con la Space Economy? Sembra un made in Italy di grande respiro e con grandi ambizioni, ma è un’Italia, una Italy, se preferite, che taglia nastri e monta palchi, stereotipata e malinconica.