Colpo di scena
Lino Guanciale porta a teatro la Fata queer che voleva uccidere Pinochet
Ho paura torero è una storia d’amore, di identità sessuale e di resistenza alla dittatura. Dall’unico romanzo dell’autore di culto Pedro Lemebel
«Tengo miedo torero, tengo miedo che en la tarde tu risa flote» (Ho paura torero, ho paura che nel pomeriggio il tuo sorriso svanisca) cantava Sara Montiel, attrice spagnola, punto di riferimento per omosessuali e trans. Proprio quel verso - “Tengo miedo torero” - divenne anche il titolo dell’unico e bellissimo romanzo di Pedro Lemebel (1952-2015), scrittore cileno e attivista in tacchi a spillo, una vera icona queer, che in piena dittatura fondò con l’amico e poeta Francisco Casas “Las yeguas del Apocalipsis” per parlare di diritti e di libertà sessuale. Roberto Bolaño fece di tutto per farlo conoscere in Europa.
In Italia “Ho paura torero” fu pubblicato nel 2001 dalla casa editrice Marcos y Marcos. Da quelle pagine, in cui eros e politica si intrecciano, nasce la nuova produzione del Teatro Piccolo di Milano, con Claudio Longhi che firma la sua prima regia da quando è direttore. Per la trasposizione teatrale si affida ad Alejandro Tantanian, drammaturgo argentino, che rimane fedele al testo ambientato a Santiago nel 1986.
Protagonista è la “Fata dell’angolo” (inedito e sorprendente Lino Guanciale, qui anche dramaturgo), un travestito in cerca dell’amore, che un giorno incontra Carlos (Francesco Centorame), militante del Fronte patriottico Manuel Rodriguez, e se ne innamora. La soffitta della Fata diventa così il nascondiglio segreto per preparare l’attentato, poi fallito, a Pinochet. C’è anche lui, il dittatore (Mario Pirrello), con sua moglie (Arianna Scommegna), personaggi grotteschi le cui storie scorrono parallelamente in scena.
Lo spettacolo è un tripudio di colori, con i suoi personaggi che somigliano così tanto ai travestiti di Lisetta Carmi, i manifesti pop, gli arredi vintage. In questo clima che sembra sospeso fra sogno e realtà tutto è in armonia, a partire dal cast – ottimo – di cui fanno parte anche Daniele Cavone Felicioni, Michele Dell’Utri, Diana Manea, Giulia Trivero. “Ho paura torero” è uno spettacolo da vedere soprattutto per il suo alto valore politico: eleva le parole di Pedro Lemebel a difesa di tutte le democrazie.
Ho paura torero
di Pedro Lemebel, regia Claudio Longhi
Milano, fino all’11/02