Il grande regista di classici firma un ritratto ispirato ai primi tre romanzi di Paolo Villaggio. Tra grottesco, dramma e critica sociale

L'idea può sembrare bizzarra: Davide Livermore firma la regia di uno spettacolo sull'ingegner Ugo Fantozzi. Cosa aspettarsi? In realtà non si tratta di un lavoro tanto distante dalle tragedie classiche a cui il regista ci ha abituati nel corso degli anni, almeno nell'impianto, con la sua suddivisione in episodi/atti, il coro e l'epilogo. “Fantozzi. Una tragedia” è semplicemente questo: la tragedia contemporanea di un uomo destinato ad essere sconfitto (una produzione Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli, Geco Animation). Ma attenzione, il punto di partenza di questo spettacolo diretto da Livermore - che firma anche la drammaturgia con Gianni Fantoni, Andrea Porcheddu e Carlo Sciaccaluga - non è nei film che tutti conosciamo, ma nei primi tre romanzi scritti di Paolo Villaggio negli anni Settanta. Quel che ne viene fuori è il racconto di una maschera universale, perché Fantozzi è di tutti.

 

Naturalmente ritroverete le scene cult dei film, dalla partita di tennis nel nebbione (quella di «batti lei!») alla Corazzata Potëmkin. E ad interpretare Fantozzi (non ad imitarlo, anche se forse lo ricorderete in quella veste) c'è Gianni Fantoni, perfetto nel corpo e nella voce, tanto che vi sembrerà di rivedere Paolo Villaggio. È immerso in una scena completamente spoglia, in cui dominano i tagli di luce su cui si stagliano come figurine i personaggi: il ragionier Filini (Cristiano Dessì), la signorina Silvana (Lorenzo Fontana), la signora Pina (Valentina Virando), Mariangela (Ludovica Iannetti), il geometra Calboni (Paolo Cresta), la Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare (Rossana Gay), Cecco il Fornaio (Marcello Gravina), e perfino il Dizionario fantozziano (Simonetta Guarino), che in scena ricreano suoni e rumori come in un fumetto animato. Leggermente aggrovigliato nella prima parte, lo spettacolo decolla nella seconda. Ma nel finale c'è poco da ridere: Fantozzi aveva una casa, un lavoro, una pensione. E noi? Forse il nostro destino, tra mutui e contratti di lavoro precario, è ancora più tragico del suo. 

 

Fantozzi. Una tragedia
regia di Davide Livermore
Bologna (16-18/2), Avezzano (7/3), Milano (5-14/4)