Una serie di furti. E un’inchiesta non autorizzata che fa esplodere tensioni latenti. Il film diretto dal turco-tedesco Ilker Çatakda è la sorpresa della stagione

La sala professori si candida all'Oscar e a essere la rivelazione dell'anno

Piombato come il classico ospite imprevisto nella cinquina dell’Oscar per il miglior film straniero, “La sala professori” si candida anche a essere una delle rivelazioni dell’anno. Diretto dal turco-tedesco Ilker Çatak, classe 1984, rielabora ricordi scolastici del regista ma lo fa con tale rigore e immaginazione da scavalcare l’epoca per porsi come un potente spaccato del presente.

 

Il tono è concitato. La struttura corale, anche se il punto di vista è sempre quello della protagonista. L’ambiente quasi unico. In sostanza non si esce mai dalla scuola media in cui insegna la giovane Carla Nowak (una superlativa Leonie Benesch), insegnante capace, appassionata, innamorata di quel lavoro e dei suoi piccoli allievi, ma ovviamente non infallibile. Che in totale buona fede dà il via a una reazione a catena destinata a far esplodere tutte le tensioni latenti in quel microcosmo, ovviamente anche specchio fedele del nostro mondo.

 

La scuola è infatti flagellata da piccoli furti e i primi sospetti sono gli allievi. In contrasto con i metodi paternalistici, per non dire odiosi, a cui vengono sottoposti i ragazzi, la Nowak decide di condurre una piccola indagine personale lasciando accesa la telecamera del suo pc in sala professori. Apriti cielo. Le riprese sembrano incastrare qualcuno. Ma un’immagine, per giunta vaga, soprattutto oggi, può esser considerata una prova? O il semplice aver acceso il video viola le regole dell’istituto e i diritti dei presenti?

 

Su questo spunto quasi hitchcockiano (“L’ombra del dubbio”), si avvita una spirale che coinvolge tutti, gli altri insegnanti, i dirigenti, i genitori, soprattutto i ragazzi, non solo testimoni ma protagonisti di un “caso” che coinvolge ogni aspetto della loro vita, presente e futura. Film-fenomeno in Germania, dove ha suscitato i dibattiti più vari, “La sala professori” è anche diretto da un vero artista, capace non solo di dar vita a una folla di figure memorabili ma di usare un improvviso stacco meteorologico o l’irruzione di Mendelssohn nel gran finale con mano sensibilissima. È nato un autore.

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