La governabilità a Parigi sarà difficile. La lezione del voto indica una strada riformista e mai populista

In molti ci speravano ma in pochi ci credevano. Alla fine però il Fronte Popolare guidato da Jean-Luc Mélenchon ce l’ha fatta e ha vinto, mentre il Rassemblement National di Marine Le Pen, vincitore del primo turno alle Politiche francesi si è dovuto accontentare di una misera terza posizione. Un risultato tutt’altro che risolutivo però, perché nessuna forza politica è riuscita a conquistare la maggioranza necessaria per governare in autonomia.

 

Alle conseguenze del voto francese dedichiamo la prima parte del nostro giornale cercando di capire quali sono le possibili ricadute per la politica italiana e per le nomine nell’Unione Europea.

 

Certo Macron sperava in un chiarimento, ma ora ci troviamo di fronte a una situazione che appare tutto tranne che chiara. La composizione dell’Assemblea Nazionale  rischia di paralizzare l’azione di governo. Sarà necessario attendere la prima  riunione per vedere quali schieramenti emergeranno, quali alleanze saranno possibili, quale direzione prenderà il nuovo governo e da chi sarà presieduto.

 

Nel frattempo, Macron sembra voler guadagnare tempo. Ha respinto le dimissioni del primo ministro Gabriel Attal, un segnale chiaro della volontà di mantenere una certa continuità in un momento di estrema fluidità politica. Tuttavia, il futuro del Presidente potrebbe essere segnato da una coabitazione forzata con Jean-Luc Mélenchon, leader del Fronte Popolare, che ha ottenuto il più importante successo elettorale.

 

La coabitazione con Mélenchon rappresenterebbe un cambiamento radicale per Macron. Il leader del Fronte Popolare ha una visione politica profondamente diversa, con un programma che si concentra su una forte spinta redistributiva e misure sociali come la cancellazione della riforma delle pensioni oltre a un atteggiamento critico nei confronti dell’Unione Europea. Questa convivenza politica potrebbe portare a compromessi difficili e a una gestione del governo ancora più complessa.

 

Per capire le eventuali ripercussioni del voto francese sulla politica italiana abbiamo intervistato Matteo Renzi che ha sottolineato come le elezioni francesi dimostrino che i riformisti vincono solo se giocano la partita, come dice Glucksmann, da adulti. In altri termini il modo per fermare la destra sovranista c’è: bisogna usare le armi della politica e non del populismo. Secondo l’ex premier, l’unità delle forze progressiste è la chiave per contrastare l’avanzata delle destre populiste anche in Italia.

 

Sempre per Renzi oggi c’è una Meloni isolata che non viene considerata più come punto di riferimento nemmeno dai suoi. In conclusione, il risultato delle elezioni francesi ci consegna un quadro politico instabile e incerto, con un Presidente che dovrà navigare in acque agitate per mantenere il controllo del Paese.

 

Infine in questo numero de L’Espresso abbiamo voluto regalare ai nostri lettori una controcopertina dedicata al fenomeno Taylor Swift, la cantante americana diventata mito e leggenda che in questi giorni tiene due concerti a Milano. Un fenomeno da osservare e studiare per la dimensione planetaria  e per i risvolti non solo artistici e sociali, ma anche economici, che ha assunto.