“Siamo tutti complici”: non usa mezzi termini la copertina che l’Espresso dedica al massacro in corso a Gaza e all’offensiva finale scatenata da Israele contro un territorio ormai raso al suolo e una popolazione ridotta alla fame. Nella fotografia di copertina, in mezzo alla calca per la distribuzione di un po’ di cibo spicca un volto di donna dai capelli scarmigliati, senza velo. E un bambino. E mani che tendono bacinelle di ferro o di plastica. L’immagine di una sofferenza quotidiana indicibile che viene giustificata con l’alibi dell’offensiva ad Hamas. E che non potrebbe continuare senza l’indifferenza e la connivenza dell’Occidente. A questo tema sono dedicati gli articoli di Antonia Ferri e Antonio Fico, l’intervista di Orlando Trinchi a Nathan Thrall, l’editoriale del direttore Emilio Carelli contro l’equilibrismo ipocrita dei Grandi della Terra. E, in chiusura del giornale, la pagina della posta, dove Stefania Rossini ricorda a un lettore la foto vincitrice del World Press Photo, un ragazzino palestinese che ha perso le braccia in un bombardamento israeliano e non ha più, negli occhi, nessuna speranza.
Torniamo in Italia e alle piccolezze della politica: Sergio Rizzo fa il conto di cambi di casacca e favori nel poltronificio delle aziende pubbliche, Gloria Riva punta il dito contro un giro di nomine che contrappone i leghisti Giorgetti e Salvini, Marco Antonellis svela le ambizioni di Giorgia Meloni, che dopo Palazzo Chigi aspirerebbe al Quirinale. E mentre Sebastiano Messina invita la sinistra a dare risposte sull’immigrazione, Franco Corleone dà spazio alle forme di protesta non violenta contro i soprusi del decreto sicurezza. E Giuseppe De Marzo, rispondendo alla scorsa copertina de L’Espresso, si augura che il nuovo Papa segua le orme di Bergoglio soprattutto per quanto riguarda l’amore per l’ambiente e per i poveri della Terra.
Le inchieste mettono a fuoco l’inquietante mondo degli Incel, adepti di una misoginia che arriva al femminicidio: ne scrivono Rita Rapisardi e Giulia Rocchetti, mentre Alice Dominese fa il punto sulle possibilità di rieducare gli uomini violenti. Si parla di mafia, con un estratto dal libro di Francesco Mandoi, e di malasanità: mentre le inchieste sul Covid non arrivano ancora in porto (di Gabriele Cruciata), gli infermieri emigrano (Francesca Lequaglie) e il Lazio si affida sempre più ai privati (Linda Di Benedetto). Le cure per il cancro però hanno sempre più successo: la buona notizia arriva dall’Airc (ne scrive Marta Di Donfrancesco).
La pagina degli esteri aggiorna i lettori su tre populisti di successo: Edi Rama in Albania (Daniele Mastrogiacomo racconta il suo recente successo elettorale), Victor Orban in Ungheria (di Giuliano Torlontano) e naturalmente Donald Trump: Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni rivelano la fine infelice dei suoi imitatori. Due inchieste riaccendono i riflettori sulla strage dei migranti: Antonella Napoli denuncia le fosse comuni scoperte dall’Onu in Libia, Bianca Senatore invece si dedica agli sforzi delle ong che cercano notizie degli innumerevoli dispersi.
L’economia europea, scrive Eugenio Occorsio, per evitare i dazi americani punta sul resto del mondo, anche se mercati importanti come quello cinese mostrano segni di crisi, almeno per quanto riguarda il lusso (ne scrive Antonia Matarrese). L’intelligenza artificiale mira alle Borse (di Marco Montemagno), la lotta ai cambiamenti climatici va a scuola di diplomazia (di Angiola Codacci-Pisanelli), i dipendenti dei discount affrontano condizioni di lavoro sempre più dure (di Maurizio Di Fazio) e salari ancora più bassi di quelli che, scrive Carlo Cottarelli, sono un enorme problema dell’economia italiana.
E L’Espresso chiude con un giro del mondo al Salone del libro di Torino, con interventi della franco-iraniana Yasmina Reza, dell’olandese Anya Niewerra, del bulgaro Georgi Gospodinov e un’introduzione di Sabina Minardi. Si va al teatro con l’Accademia della Follia (di Claudia Martini), si va al cinema per i nuovi film di Luca Marinelli (intervistato da Claudia Catalli), il docufilm pacifista su John Lennon e Yoko Ono (di Carlo Moretti) e il festival La Nueva Ola (di Daniela Ceselli). Si esce, insomma, si affronta il mondo, rifiutando di chiudersi in un bunker come vorrebbe una tentazione diffusa che Loredana Lipperini denuncia nell’ultima pagina del giornale.