L’imprenditore Mike Lynch perde la vita in un fatidico naufragio al largo della costa palermitana, lasciando dietro di sé misteri e sospetti legati alle sue società.

Sono le 4:08 del 19 agosto e lo yacht Bayesian – potente imbarcazione varata nel 2008 dai cantieri navali Perini di Viareggio e ristrutturata nel 2020 – a causa del mare in tempesta sta affondando al largo di Porticello, Palermo. Mentre proseguono le indagini della Procura di Termini Imerese sulle cause del naufragio, che ha provocato la morte di sette dei 22 passeggeri, e mentre cresce il numero degli indagati – oggi tre: il comandante James Cutfield, l'ufficiale macchine Tim Parker Eaton, e il marinaio di guardia in plancia Matthew Griffith, accusati di omicidio plurimo e naufragio colposo – si perde sul fondo del mare di Sicilia la possibilità di rispondere ai misteri che hanno avvolto la vita dell'imprenditore Michael “Mike” Richard Lynch e caratterizzato le sue oscure società.


La festa per l'assoluzione di Michael Lynch
La vacanza a bordo del Bayesian era stata organizzata proprio da Lynch, 59 anni, originario dell'Essex, laureato a Cambridge e mente brillante della cybersecurity, per festeggiare l’assoluzione nel processo penale relativo alla cessione della sua società, la Autonomy Corporation, al colosso americano dell'informatica Hewlett-Packard (HP) nel 2011 per 11 miliardi di dollari. La vicenda giudiziaria si era conclusa positivamente per HP in sede civile nel 2022, con Lynch costretto a risarcire la multinazionale americana per 8,2 miliardi. Il processo penale, invece, si è chiuso a luglio di quest'anno, con la piena assoluzione di Lynch e del suo socio Stephen Keith Chamberlain dalle accuse di associazione a delinquere finalizzata a commettere frode telematica, associazione a delinquere per ostacolare la giustizia e, solo per Lynch, frode azionaria. Lynch, che era il CEO della Autonomy, e il suo coimputato Chamberlain, che all'epoca era Vicepresidente Finance, hanno avuto davvero poco tempo per godere del proscioglimento: il primo ha perso la vita nel naufragio, mentre Chamberlain, che all'ultimo ha rinunciato al viaggio, è stato travolto da un pirata della strada il 18 agosto nel Cambridgeshire, Regno Unito. Sul veliero, oltre a Lynch e alla sua famiglia, c'erano i partner di Invoke Capital (un fondo di investimento creato sempre da Lynch), gli avvocati del prestigioso studio legale Clifford Chance che lo avevano difeso nel processo, e Jonathan Bloomer, presidente della sede di Londra di Morgan Stanley International, il quale era stato un testimone chiave, essendo stato il presidente del comitato di controllo interno di Autonomy. Anche lui ha perso la vita nel naufragio.


Il legame tra Autonomy e Darktrace
Autonomy è la prima società di successo creata da Lynch a Cambridge nel 1996 e che, in teoria, era nata per aiutare le imprese nella gestione dei documenti, sfruttando l'intelligenza artificiale. Nel 2011 l'azienda viene ceduta ad HP, che un anno dopo cancella il 75% del valore di Autonomy, sostenendo che il management aveva utilizzato irregolarità contabili, false dichiarazioni e stratagemmi per gonfiare i risultati di bilancio. Mentre le parti si danno battaglia in tribunale, il 10 giugno 2013, quattro giorni dopo che il quotidiano britannico The Guardian pubblica la prima parte dei leak di Edward Snowden, che dimostravano come l'intelligence statunitense svolgeva una capillare azione di sorveglianza di massa, la società Invoke Capital Ltd, con sede a Tortola, nel paradiso fiscale delle British Virgin Islands, costituiva a Cambridge la società inglese Darktrace Limited, oggi Darktrace Holdings Limited, mettendo sul piatto 10mila sterline e reclutando le migliori teste, proprio della società Autonomy.  Direttore era Lisa Jane Herris, già dipendente di Autonomy e anche lei testimone nel milionario contenzioso. Da Autonomy vengono reclutati una sfilza di colletti bianchi, manager e tecnici di altissimo livello. Fondatore e mente di Darktrace è sempre Mike Lynch, intenzionato a sviluppare un sistema di intelligenza artificiale per individuare potenziali minacce cibernetiche e, in particolare, per stanare i whistleblower prima che divulghino, fuori dalle mura aziendali, segreti e misteri delle stesse società in cui lavoravano. 


La lotta ai whistleblower, l'advisory board e i legami con l'intelligence
Darktrace aveva il preciso compito di combattere gli Edward Snowden e i Bradley Manning di turno. E non solo Darktrace pesca a piene mani dall'esperienza di Autonomy, ma attinge ampiamente dai servizi di intelligence americani e britannici. Andrew France, prima di diventare co-fondatore di Darktrace, ha ricevuto un OBE, importante onorificenza britannica, per aver servito il paese al vertice della Difesa Informatica del GCHQ (Government Communications Headquarters), l'agenzia di controspionaggio di Sua Maestà. Anche l'altro co-fondatore di Darktrace, Stephen Huxter, ha un passato al GCHQ. Nell'advisory board di Darktrace si sono accomodati Jonathan Evans, già direttore generale dell'MI5 (rete di spie britanniche); Amber Rudd, ex ministro degli Interni; Dave Palmer, uomo dei servizi segreti del GCHQ e dell'MI5; mentre Jim Penrose ha un passato nei servizi segreti americani. Più complesso il curriculum di un altro membro dell'advisory board di Darktrace, Alan Wade, fondatore della società americana di cybersicurezza Chiliad insieme a Christine Maxwell, sorella della più nota Ghislaine Maxwell, compagna di Jeffrey Epstein, arrestata per lo scandalo "Isola dei pedofili" con l'accusa di traffico di minori a scopi sessuali. Sul compagno Epstein si è molto parlato di un suo coinvolgimento con i servizi segreti israeliani. Il legame di Darktrace con la Corona britannica è evidente anche analizzando i copiosi appalti pubblici ottenuti dal governo inglese e dalle agenzie governative, per un valore di 2 milioni di sterline, fra cui incarichi per la sicurezza dei dati della UK Health Security Agency e al Chesterfiels Royal Hospital dell’NHS, il servizio sanitario nazionale inglese. 


Raccolta fondi e legami con il caso Assange
Per restare nell'ambito dei rapporti influenti, a settembre 2018, Darktrace torna – per la sesta volta – a chiedere al mercato di sostenere i propri progetti innovativi e raccoglie 50 milioni di dollari, messi sul piatto per lo più dal fondo Vitruvian Partners. Tre mesi dopo entra in Vitruvian Alexander Arbuthnot, figlio di Lady Emma Arbuthnot, l'intransigente giudice capo che, a Londra, ha istruito il processo per l'estradizione di Julian Assange negli USA per spionaggio. La Arbuthnot nel 2019 ha lasciato il caso Assange per un potenziale conflitto di interessi, essendo la consorte di Lord James Arbuthnot, noto falco Tory, già ministro degli appalti della Difesa, legato al complesso militare-industriale e ai servizi segreti, presidente del comitato consultivo britannico della multinazionale francese Thales, specializzata in sistemi militari aerospaziali, e membro della rete di intelligence strategica Montrose Associates.  Forse è per merito di questa potente rete di relazioni che Darktrace è una società inscalfibile. A gennaio 2023, il fondo Quintessential Capital Management, specializzato nell'analisi di società quotate e quotande, che grazie ai suoi report investigativi ha stanato parecchie frodi finanziarie (fra cui la bolognese Bio-on), pubblica un analogo report su Darktrace, dal titolo “The dark side of Darktrace”, che contiene accuse pesantissime: «Siamo dell’opinione che non si possa fare affidamento sul bilancio di Darktrace in quanto la società sembra una replica sofisticata della debacle di Autonomy. Inoltre, sembra che Darktrace abbia utilizzato ripetutamente attività di marketing per convogliare fondi verso i suoi partner come pagamento per acquisti apparentemente fittizi, coinvolgendo società di comodo in giurisdizioni offshore gestite da individui con legami con la criminalità organizzata e il riciclaggio di denaro». 


Il coinvolgimento italiano: Corrado Broli e le transazioni fraudolente
Nelle 70 pagine del report, ampio spazio è dedicato alla filiale italiana di Darktrace e, nel dettaglio, al suo country manager, Corrado Broli, che attualmente ha lasciato ogni incarico nella società. Il dossier racconta che nelle carte giudiziarie del caso Autonomy, il nome di Broli compare con una certa frequenza (anche se non è mai stato accusato di alcun crimine), dal momento che, prima di lavorare per Darktrace, era stato capo della branch italiana di Autonomy e aveva avuto «un ruolo centrale nell'esecuzione di due transazioni fraudolente da parte di Autonomy, coinvolgendo il Vaticano e Poste Italiane», narra il report. Autonomy stava cercando di vendere alle prestigiose biblioteche vaticane un software da 11 milioni di dollari e, sebbene la Santa Sede fosse ancora lontana dall'impegnarsi nell'acquisto, Autonomy decise di cercare l'aiuto di uno dei suoi partner, MicroTech, per anticipare la vendita al Vaticano in cambio di una commissione del 5 per cento. Sfortunatamente il Vaticano abbandonò il progetto, mettendo MicroTech in difficoltà. Alla fine Autonomy, con un'operazione di backfilling acquistò da MicroTech dei software di cui non aveva bisogno. Inoltre, in base alle carte giudiziarie, per vendere a Poste Italiane un altro software, Broli si appoggia a un altro intermediario, la Sales Consulting srl, una misteriosa società romana, che tuttavia non pagò mai e dichiarò il fallimento poco dopo l'acquisto, che non andò mai in porto con Poste Italiane. Nonostante quest'ultima vicenda, Broli viene invitato dai manager inglesi di Darktrace a diventare country manager per l'Italia. Qui il report di Quintessential si fa complesso, arriva ad analizzare i rapporti commerciali di Darketrace con una piccola società del principato di Monaco, la Strategic Bridge, che secondo il fondo «potrebbero aver costruito o sfruttato un'infrastruttura transnazionale esistente che coinvolge aziende in Italia, Monaco, Svizzera e Regno Unito per consentire transazioni di andata e ritorno e ricavi fittizi». Affermazioni puntualmente smentite da Darktrace a breve distanza dalla pubblicazione del report. Che alcune criticità emergano nel bilancio della società di cybersecurity inglese, lo dicono anche i revisori indipendenti, secondo cui c'è «un rischio significativo sulla completezza dei ricavi differiti all'anno successivo, a causa di frodi». Osservazioni, anche in questo caso, che la società respinge. Del resto Darktrace ha annunciato in pompa magna l'ingresso nell'azionariato del fondo di private equity Thoma Bravo, attraverso la Luke Bidco Ltd, che avrebbe rilevato la società per 5,3miliardi. In realtà, ad oggi, l'operazione è solo alle battute iniziali. In base all'accordo visionato dall'Espresso, l'acquisizione si dovrebbe concretizzare nell'ultimo trimestre di quest'anno.