Forte di un primato tecnologico, dall’Africa, Pechino ha gettato le basi per un nuovo ordine mondiale

Dedichiamo la copertina di questo numero alla “Morsa cinese” perché il mondo sta vivendo una mutazione epocale e al centro di questa trasformazione c’è la Cina, un gigante economico e politico che sta ridisegnando gli equilibri geopolitici globali. La crescente influenza di Pechino, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, sta ponendo le basi per un ordine mondiale alternativo, potenzialmente in grado di soppiantare l’egemonia storica degli Stati Uniti. Questo fenomeno non è solo il risultato di un’espansione economica. È il riflesso di una strategia ben orchestrata che implica investimenti, diplomazia e soft power.

 

Con l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca nel 2016, gli Stati Uniti avevano già accentuato una retorica anti-Cina, ma questo non ha frenato l’ascesa di Pechino. Al contrario, ha spinto la Repubblica Popolare a integrarsi ancora di più con l’Africa, definita nei documenti governativi cinesi come «il continente con il maggior numero di Paesi in via di sviluppo», lanciando un’iniziativa sul supporto all’industrializzazione dell’Africa e confermandosi partner indispensabile per una crescita economica.

 

L’Africa, esperimento di soft power dell’era cinese, diventa così un terreno fertile per la diffusione del modello di sviluppo di Pechino che promette crescita, investimenti massicci nelle infrastrutture, nella sanità e nell’educazione.

 

Insomma legami sempre più forti con gli Stati africani che, negli anni, hanno trasformato il continente in campo fertile per gli interessi cinesi e, allo stesso tempo, in un sostegno per le aspirazioni geopolitiche di leader mondiale.


Parallelamente anche il settore automobilistico sta vivendo una rivoluzione nella quale la Cina si sta imponendo come leader globale. Con un avanzamento tecnologico senza precedenti, le case automobilistiche cinesi stanno conquistando i mercati non solo con veicoli elettrici all’avanguardia, ma anche con una produzione che detiene il primato mondiale per volumi e vendite. Nel 2025, la Cina non sarà solo il primo produttore mondiale di auto, ma anche detentrice della narrazione di un futuro sostenibile e innovativo, rivoluzionando tutto quel settore.

 

In Italia la questione cinese si è fatta sempre più pressante, con l’attuale governo di Giorgia Meloni che si trova a dover bilanciare l’interesse per i legami commerciali con Pechino e la necessità di mantenere forti alleanze con l’Occidente. E così mentre da un lato si registrano sforzi per potenziare i rapporti commerciali e trarre beneficio dalla crescita del mercato cinese, dall’altro permane la preoccupazione per i rischi legati alla sicurezza nazionale. La stessa espressa da Fbi e Cia nei loro rapporti riguardo al programma cibernetico cinese, descritto come il più vasto e aggressivo al mondo. Infine, anche sul fronte dell’intelligenza artificiale la Cina conquista un nuovo primato superando gli Stati Uniti nel numero di brevetti depositati e investendo miliardi per trasformare l’Ia in un pilastro della sua economia.

 

In questo numero troverete anche un ricordo di Oliviero Toscani che ci ha lasciato e che è stato prezioso collaboratore de L’Espresso. A lui va il ricordo affettuoso di tutta la redazione e il riconoscimento di aver incarnato con la sua arte e con le sue foto lo spirito di critica e di denuncia sociale a difesa dei diritti che anima da sempre il nostro settimanale.