Editoriale
Trump è tornato e vuole scardinare i rapporti con l'Ue
Dai dazi alla difesa, il presidente Usa mira a riscrivere gli equilibri mondiali. Generando instabilità
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca rischia di rappresentare una svolta profonda e potenzialmente destabilizzante per l’Europa. Le sue recenti dichiarazioni a Davos non lasciano spazio a dubbi: l’intento di Trump è quello di ripensare radicalmente gli equilibri che finora hanno governato le relazioni transatlantiche, mettendo in discussione l’alleanza storica sia per quanto riguarda i rapporti economici sia per gli equilibri geopolitici. Arringando in collegamento video la platea di Davos, ha proclamato che «il Green Deal è una truffa» e che «i tassi devono scendere immediatamente». Parole che, assieme alla minaccia di un sostanzioso aumento dei dazi e alla volontà di sottrarre la Groenlandia alla Danimarca, non promettono nulla di buono. Inoltre, la Nato, che per decenni ha garantito stabilità e sicurezza in Europa, potrebbe cambiare volto e trovarsi al centro di un acceso dibattito sulla sua organizzazione e sul suo ruolo, dopo che Trump ha chiesto ai membri europei di aumentare il loro contributo economico, insinuando che gli Usa non sono più disposti a garantire la stessa protezione del passato. Per i Paesi europei, specialmente quelli dell’Est, ciò potrebbe diventare un elemento di grave preoccupazione di fronte alle crescenti minacce della Russia.
Il tema delle spese militari è strettamente collegato a quello degli aiuti all’Ucraina. Nell’ultimo anno gli aiuti Usa si sono più che dimezzati e ora con Trump, che si è sempre professato scettico, è difficile immaginare nuovi impegni di spesa americani. Non va dimenticato che la resistenza ucraina è stata possibile grazie a un’alleanza strategica che ha visto l’Occidente – e soprattutto gli Stati Uniti – in prima linea. L’eventuale decisione di ritirare il supporto militare e finanziario correrebbe in direzione opposta rispetto a quanto auspicato dall’Europa.
Il deficit commerciale americano è un’altra spina nel fianco dell’alleanza. Trump ha affermato che intende riequilibrarlo, lanciando un appello diretto alle aziende europee perché spostino la produzione negli Stati Uniti, altrimenti affronteranno nuovi pesanti dazi. Questa strategia avrà inevitabilmente ripercussioni sui mercati europei, già provati da crisi energetica e dalla difficile ripresa post-pandemia. In tale contesto quali potrebbero essere le conseguenze per il nostro Paese? Nonostante i buoni rapporti tra la premier Giorgia Meloni e il nuovo presidente americano, il surplus commerciale con gli Usa e il basso livello delle spese per la difesa potrebbero mettere anche l’Italia nel mirino di una ritorsione commerciale. Il legame personale fra i due leader si scontra, infatti, con le necessità strategiche e con gli obblighi internazionali.
Alle minacce di Trump, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha risposto, per ora, con diplomazia, lanciando un messaggio di distensione per scongiurare possibili guerre commerciali. «Abbiamo tutti da perdere con la rottura dell’equilibrio economico mondiale», ha detto, mettendo in chiaro che l’eventuale scontro con gli Usa potrebbe spingere l’Ue a guardare ad altri Paesi: «Abbiamo un piano strategico per crescere, per aumentare la competitività, anche grazie al dialogo con Cina e India».
L’unica certezza per ora è che in un contesto mondiale in cui la stabilità sembra un miraggio, l’Europa dovrà fare i conti con l’era di Trump, che, lungi dal voler costruire ponti, pare pronto solo a erigere alte barriere. E la Storia ammonisce: gli equilibri instabili possono rapidamente trasformarsi in conflitti.