Il latino dalla seconda media, la Bibbia dalla prima elementare, la “memorizzazione di date, fatti, personaggi”. E poi la storia, che negli istituti primari e secondari di primo grado verrà separata dalla geografia, con un’attenzione particolare a quella occidentale e alle sue radici cristiane. Ma anche l’introduzione di classi con metodo Montessori, il rafforzamento delle materie Stem e lo studio, in letteratura, di romanzi fantasy (Harry Potter, il Trono di spade, il Signore degli Anelli). Questa mattina – 11 marzo – il ministero dell’Istruzione e del merito ha pubblicato la bozza del testo che dovrà vagliare la commissione istituita ad hoc, guidata dalla professoressa Loredana Perla dell’università di Bari, per aggiornare le "Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione", che andranno ad aggiornare quelle scritte nel 2012 dall’allora ministro Francesco Profumo. Sul documento si svolgerà una consultazione pubblica: l’obiettivo della nuova scuola di Giuseppe Valditara è quella di partire dal 2026-2027.
"Carta e penna"
Le prime delle 154 pagine del documento elencano una serie di princìpi che dovranno orientare i nuovi programmi scolastici per i ragazzi al di sotto dei 14 anni: la persona al centro (quella “realtà che si costituisce attraverso la possibilità di dire io”), il “nuovo patto di alleanza” tra “scuole e famiglie”, l’insegnante che è “anche Maestro”, il “nuovo umanesimo”, il ritorno alla “carta e penna” come strumenti di scrittura. Ma è dalla seconda parte che la bozza entra nel merito di quella che sarà la nuova scuola immaginata dal ministro dell’Istruzione e del merito.
Il latino e i romanzi di magia (come Harry Potter)
Già dalla seconda media torna “la conoscenza della lingua e cultura latina”, che va avviata “per collegare il mondo che si è espresso in latino con l’esperienza degli studenti e con la realtà contemporanea” e da scoprire “come opportunità e risorsa”. La lingua, continua il documento, “mira a favorire l’accesso a un vaso e stimolante patrimonio di civiltà e tradizioni, rendendo possibile la percezione del rapporto di continuità e alterità che lega il presente al passato”.
L’obiettivo della nuova scuola, poi, sarà quello di far appassionare i ragazzi alla letteratura. Nella bozza c’è anche un’indicazione quantitativa: “Almeno due brevi libri l’anno”. E “per fare in modo che gli studenti imparino a leggere e a scrivere correttamente non occorre affidarsi soltanto a testi meramente strumentali”. Per questo saranno proposti anche “slogan, le filastrocche, gli scioglilingua, gli haiku, le canzoni”, oltre a romanzi di avventura o di magia. Due esempi? “Da Zanna banca a Harry Potter”, ma anche altri fantasy come Il signore degli anelli e Il trono di spade.
"Solo l'Occidente conosce la Storia"
Uno dei capitoli che più aveva fatto discutere era stato quello relativo ai nuovi programmi di studio della Storia, con un'attenzione particolare all'Occidente. “Solo l’Occidente conosce la Storia”, si legge nel documento all’esordio del capitolo dedicato alla materia. E poi prosegue con una citazione di Marc Bloch: “Altre culture, altre civiltà hanno conosciuto qualcosa che alla storia vagamente assomiglia, come compilazioni annalistiche di dinastie o di fatti eminenti succedutisi nel tempo; allo stesso modo, per un certo periodo della loro vicenda secolare anche altre civiltà, altre culture, hanno assistito a un inizio di scrittura che possedeva le caratteristiche della scrittura storica. Ma quell’inizio è ben presto rimasto tale, ripiegando su sé stesso e non dando vita ad alcuno sviluppo; quindi, non segnando in alcun modo la propria cultura così come invece la dimensione della Storia ha segnato la nostra”.
C’è una novità, perché dall’anno scolastico 2026-2027, l’insegnamento della Storia (dal IV secolo a.C. “alle inchieste di Mani pulite”) verrà separato da quello della Geografia. Non solo: alle elementari – accanto all’Iliade, all’Odissea e all’Eneide – viene inserito anche lo studio della Bibbia. Per scoprire le “radici della cultura occidentale”.
L'intelligenza artificiale
Non poteva mancare un corposo capitolo dedicato all’intelligenza artificiale, che non è osteggiata ma che potrà anzi “essere utilizzata a integrazione degli approcci tradizionali”. E poi un’indicazione agli insegnanti, che “hanno il dovere di conoscere e capire le potenzialità della Ia. E in aula di spiegare le logiche di funzionamento di dispositivi e piattaforme – si legge nel documento –. L'Ia offre certamente grandi opportunità per l'istruzione a condizione che il suo uso sia guidato da chiari princìpi etici. Dovrebbe essere integrata in un contesto in cui le dimensioni umane e sociali dell'apprendimento siano rafforzate e non 'sostituite' e in cui prevalga una mediazione chiaramente orchestrata dalla persona dell'insegnante".