Sotto pressione da parte di diversi stati membri, in primis l'Italia, la Polonia e la Grecia, la Commissione europea ha prima fatto trapelare e poi annunciato in un briefing per giornalisti la decisione di individuare sette Paesi considerati “sicuri”. Si tratta del Kosovo, della Colombia, del Marocco, della Tunisia, dell'Egitto, del Bangladesh e dell'India.
«Molti Paesi hanno un notevole arretrato di pratiche di asilo», ha detto Magnus Brunner, il commissario europeo per le Migrazioni: «Questa designazione dovrebbe aiutare i Paesi membri a ad accelerare lo smaltimento delle pratiche ma non vuol dire che una pratica non possa fare caso a sé e possa essere soggetta al verdetto dei tribunali nazionali».
In quello che sembra un destro a governi come quello italiano, che si ritrovano Paesi come l'Egitto sotto al denominazione di “sicuri” nonostante la tortura a morte di Giulio Regeni, la Commissione ha voluto tentare di mettere a tacere le estreme destre europee che chiedono maggiori deportazioni in un momento in cui l'attenzione principale non è più rivolta alle migrazioni ma alla guerra commerciale con al Cina e gli Stati Uniti che potrebbe mettere a repentaglio il benessere dell'intera Unione se non gestita con grande attenzione.
A stare alla Commissione la scelta di questi sette Paesi è stata fatta sulla base delle informazioni ricevute dalle delegazioni europee locali, dalle organizzazioni non governative, dai media e da altre non chiarite fonti di d'informazione. Ma la risposta di alcune ong non si è fatta attendere. EuroMed ha subito twittato che Tunisia, Marocco ed Egitto sono paesi in cui sono stati documentati abusi dei diritti umani sia per i propri cittadini sia per i migranti: «Definirli “sicuri” è fuorviante e pericoloso».
La lista non solo non è considerata “esaustiva” ma non è nemmeno definitiva e sarà costantemente aggiornata, tenendo conto dei Paesi da cui i migranti provengono in maggioranza. Ad esempio, la Grecia insiste che sia inserita la Turchia e la Francia già considera Capo verde e Serbia (che è un Paese in lista d'attesa per l'ammissione nella Ue) come Paesi sicuri.