La presidente del Consiglio: "Ci uniscono la lotta al woke e le politiche migratorie. Arriveremo al 2% del Pil per le spese militari". E annuncia che le aziende italiane investiranno 10 miliardi negli Stati Uniti. Il presidente Usa: "Ci sarà un accordo"

Era chiaro da tempo che non sarebbe bastato un semplice bilaterale per far cambiare idea a Donald Trump sui dazi ("No, ci stiamo arricchendo", è stata la sua risposta a chi gli chiedeva se c'era la possibilità d'invertire la rotta). Se l’obiettivo di Giorgia Meloni era però quello di fare da “ponte” tra le due sponde dell’Atlantico, tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, allora può tornare in Italia soddisfatta. La prima notizia emersa dai colloqui alla Casa Bianca tra i due leader è che il tycoon ha accettato di venire a Roma dove “considera anche di incontrare l’Europa”, con i cui vertici - com'è noto - non scorre buon sangue (era arrivato a definirli "parassiti", anche se nel colloquio di Meloni lo ha espressamente negato). Ma la presidente del Consiglio può tornare soddisfatta in Italia, dove domani - 18 aprile - alle 13 incontrerà il vicepresidente americano JD Vance, anche perché ha incassato un altro endorsement da giocarsi sul piano interno. Già prima dell’incontro un alto funzionario statunitense aveva sottolineato la “special relationship” tra i due. Poi, nell’accoglierla sull’uscio del palazzo presidenziale, Trump ha salutato Meloni con un complimento: “Great person”.

La "special relationship" tra Meloni e Trump

“Oggi, 17 aprile, è l'anniversario dell'accordo che permise a Cristoforo Colombo di fare il suo viaggio. Questo per ricordare che condividiamo un'altra lotta, contro l'ideologia woke che voglio cancellare dalla storia, ma anche la lotta alle migrazioni illegali, alle droghe sintetiche, come la piaga del Fentanyl”, ha detto Meloni rispondendo alle domande dei giornalisti nello Studio Ovale, nella stessa sala della Casa Bianca dove era andato in scena lo scontro con Volodymyr Zelensky. Ma le differenze con l'incontro con il leader ucraino si sono viste fin dal briefing (non previsto) con la stampa, prima del pranzo e del bilaterale. "Meloni mi piace molto, è una dei veri leader del mondo - ha sottolineato il tycoon -. È una persona eccezionale e sta facendo un lavoro eccezionale in Italia. Sono orgoglioso di essere qui con lei”. Concetto ribadito poi quando gli è stato chiesto se l’Italia fosse il principale partner degli Stati Uniti in Europa. “Solo se Meloni resta premier”, ha risposto Trump, che poi ha aggiunto: “Il nostro rapporto è ottimo. L'Italia è uno dei nostri più stretti alleati non solo in Europa. Abbiamo molti italiani in questo paese e a loro piace Trump”. E non è mancato un complimento all’italiano della presidente del Consiglio: “Che bel suono, era bellissimo!”. 

Trump: "Sicuro che ci sarà accordo sui dazi" (ma le distanze rimangono)

Ma al di là dei complimenti reciproci e della conferma della vicinanza politica tra i due (Meloni era stata l’unica leader europea invitata alla cerimonia di insediamento) ci sono i tanti dossier divisivi sul tavolo, a partire dai dazi. Anche su questo punto Meloni si è detta ottimista: “Sono sicura che si possa raggiungere un accordo - aveva detto nel briefing pre-bilaterale -. Sono qui per trovare il modo migliore per renderci più forti e per far parlare Trump con l’Unione europea. Vogliamo rafforzare entrambe le sponde dell’Atlantico” e “far tornare l’Occidente grande”. La soluzione, ha aggiunto, “è incontrarsi a metà strada”. E anche il presidente statunitense si è detto “sicuro” di arrivare “a un accordo commerciale equo con l’Unione europea. Non ho fretta”, ci sarà “al 100%”. Ma le distanze con l’Unione europea rimangono - negli scorsi giorni Washington ha rimandato al mittente la proposta europea, ribadita dal commissario al Commercio Maroš Šefčovič in visita negli Stati Uniti, di una zona doganale a tariffe zero per industria e automobili - così come rimangono quelle con l’Italia: un alto dirigente, parlando con i giornalisti, ha ripetuto come alcune questioni fiscali, come “la tassa sui servizi americani, penalizzano le aziende americane”. Meloni ha comunque garantito a Trump che “le imprese italiane investiranno 10 miliardi” negli Stati Uniti, come chiesto a più riprese dal tycoon agli altri Stati come eventuale scudo dai dazi aggressivi.

Ucraina

Dazi ma non solo, perché gran parte del colloquio con la stampa nello Studio Ovale è stato dedicato all'Ucraina. E anche su questo tema, le distanze con l'Unione europea sono tante. Ma "le missioni di pace sono sempre benvenute", ha detto Trump riferendosi al piano anglo-francese di inviare forze di interposizione in Ucraina. Alla domanda sull'opportunità dell'Italia di partecipare, il tycoon ha risposto che "sarà una scelta dell'Italia". Trump ha anche ammesso, questa volta esplicitamente, di non essere un "grande fan" di Zelensky e di non essere "contento" né del leader ucraino che "non è responsabile della guerra", né "di Putin". Il bilaterale è stato l'occasione per Meloni di ribadire al presidente statunitense la necessità di "unire gli sforzi" per raggiungere "una pace duratura". In Ucraina, ha aggiunto, "penso ci sia stata un'invasione, e che l'invasore fosse Putin, ma oggi isieme vogliamo lavorare e insieme stiamo lavorando".

Spese militari e immigrazione

Poi c'è il tema della difesa e quella percentuale del 2% di Pil di spese militari che Trump, fin dal suo primo mandato, chiede ai partner della Nato di raggiungere. E anche su questo punto, un'apertura di Meloni c'è stata, garantendo che quest'obiettivo verrà annunciato al prossimo vertice dell'Alleanza atlantica. "L'Europa, come sapete - ha detto la premier ai giornalisti - è impegnata a fare di più, sta lavorando sugli strumenti per aiutare gli Stati membri" ad "aumentare la spesa per la difesa. Siamo convinti che tutti debbano fare di più". L'Italia, ha aggiunto, "sta rispettando i suoi impegni". E poi, come fosse un cerchio che si chiude, ancora i punti in comune tra i due. Sull'immigrazione Meloni ha preso "una posizione molto forte", ha aggiunto Trump, e "vorrei che altri leader si comportassero come lei". In Europa, le ha fatto eco la presidente del Consiglio, "sull'immigrazione si sta cambiando anche grazie alle cose che l'Italia sta facendo e ha fatto".

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