“Qualsiasi presenza” di truppe di Paesi Nato, “indipendentemente dalla bandiera, insegne e il mandato dichiarato, sarà considerato dalla Russia una minaccia alla sua sicurezza”. Fin qui le parole della portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, non aggiungono niente di nuovo rispetto alla posizione che l’amministrazione russa ha sempre avuto sulla possibilità di schierare uomini occidentali in Ucraina. Ma è quando prosegue che Zakharova alza il livello dello scontro perché, a suo dire, la presenza di truppe Nato “porterà il rischio di uno scontro diretto con l’intera Alleanza” atlantica. Per la portavoce del ministero degli Esteri russo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “aspetta passi concreti dai suoi alleati europei perché inviino le loro truppe, il che significherebbe che questi paesi si uniscono al conflitto”.
Accuse incrociate
Zakharova ha accusato “le forze ucraine” di continuare “a colpire le infrastrutture energetiche della Russia e hanno effettuato 32 attacchi dal 4 al 7 aprile, mentre la Russia sta osservando rigorosamente la moratoria. Il regime di Kiev - ha proseguito - continua cinicamente a lanciare attacchi quotidiani contro le infrastrutture energetiche russe. Allo stesso tempo, la parte russa osserva rigorosamente il divieto di attacchi. Nel periodo dal 4 al 7 aprile, le forze armate ucraine hanno attaccato impianti energetici nelle regioni russe 23 volte”. Nel frattempo continua il rimpallo di responsabilità tra le due parti. Il ministero della Difesa russo, le forze russe hanno abbattuto questa notte 158 droni ucraini, la maggior parte dei quali sul territorio di Krasnodar e sulla regione di Rostov. Sempre nelle stesse ore a cavallo tra l’8 e il 9 aprile, la regione ucraina di Dnipro è stata oggetto di un massiccio attacco di droni che, come riferito dal governatore Serhiy Lisak, ha causato 15 feriti. Solo cinque giorni fa - 4 aprile - un bombardamento russo su Kryvyi Rih, la città natale di Zelensky, ha ucciso 16 persone, tra cui sei bambini.
L'incontro Usa-Russia
Intanto, mentre le armi continuano a parlare, la diplomazia prova a compiere i suoi passi. Per domani - 10 aprile - è stato confermato il nuovo round di incontri tra le delegazioni russa e americana a Istanbul. “Non ci sono questioni politiche o di sicurezza all’ordine del giorno - ha spiegato il Dipartimento di Stato Usa - e l’Ucraina non è assolutamente in agenda. I colloquio sono incentrati esclusivamente sulle operazioni della nostra ambasciata”.