Il boom delle case a un euro: così rinascono i vecchi borghi siciliani

Cianciana, Bivona, Gangi, Mussomeli... Piccoli paesi dell’entroterra isolano, spopolati dall’emigrazione, trovano nuovi abitanti (non solo temporanei) che parlano inglese, svedese e cinese

Gangi
Il tricolore delle bandiere italiane lascia spazio al leone dell’Inghilterra. Tra i monti sicani, a Cianciana, in provincia di Agrigento, sullo sfondo degli uliveti e vigneti durante gli ultimi Mondiali di calcio monchi dell’Italia si tifava per la nazionale britannica, brindando a ogni gol nei bar che si trovano a pochi passi dal monument?o dei caduti in miniera e dalla la miniatura della torre Eiffel costruita per omaggiare la tradizione dei fabbri in paese.

Nel piccolo borgo agrigentino che svetta nel cuore dei monti tra il fiume Platani e il Salso, oggi si parla inglese, oltre al siciliano. Una cittadina nata dalla tradizione dello zolfo, dove oggi i panifici dalle insegne ormai scolorite, a pochi passi dalla torre dell’Orologio, presentano i menu scritti in due lingue: italiano e inglese.

Il piccolo paese, che conta il 10% di abitanti stranieri, è stato uno dei primi ad adottare la politica delle case a poco prezzo per gli i turisti, inaugurando un vento di rinnovo favorito anche da un articolo che il giornalista e scrittore inglese Dave Justice scrisse dopo aver visitato il borgo ciancianese nel 2004 per puro caso. Folgorato dalle bellezze e dalla tranquillità di quella terra incastonata nell’entroterra siciliano, lui fu il primo a trasferirsi, aprendo un’agenzia immobiliare (My house) che ancora oggi, nonostante lui sia andato da poco via per altre avventure, fornisce agli stranieri nuovi arrivati tutte le indicazioni per scegliere un nuova casa a Cianciana, la piccola porzione di Inghilterra in Sicilia.

Abitazioni sulle quali pendevano ordinanze di demolizione sono state vendute così a cifre che vanno da 3.500 euro a 12 mila euro a persone che arrivano in maggioranza dal Regno Unito e, negli ultimi anni, anche dai paesi scandinavi, dalla Francia, dal Brasile e dal Perù. In una Sicilia che è scesa per la prima volta sotto i 5 milioni di abitanti, dove i giovani sono costretti a scappare per cercare lavoro, a Cianciana, c’è chi scende dalla via che accompagna fuori dal paesino, con gli occhi lucidi e il peso della valigia, mentre altri fanno invece la strada opposta con il sorriso sulle labbra e la tranquillità di chi ha trovato la sua quiete. È il caso di Victoria Wong, insegnante figlia di un canadese e una cinese che ha deciso di trasferirsi a Cianciana per le vacanze estive con suo marito che arriva dall’Inghilterra, grazie a una gita che ha fatto scoprire loro le bellezze dell’entroterra siciliano: «Nelle zone marittime il flusso degli stranieri è visto come un business, invece qui mi sento parte di una comunità», racconta Victoria, «Noi invece abbiamo scelto la tranquillità di Cianciana per viverci 4 mesi l’anno. Mio marito ha preso addirittura qui la residenza per sfuggire dalla Brexit. Adoriamo questa comunità: la gente mi ferma per strada e anche se non parlo italiano mi regala le albicocche».

C’è anche chi ha deciso di trasferirsi per sempre, come Scott Thompson, giovane in­glese di Manchester che alterna lavori edili a corsi online di inglese ai bambini cinesi: «Vivo in questo paese dal 2007. Dopo aver comprato casa qui per ristrutturarla mi sono innamorato di Cianciana. Quello che ammiro di questi posti è la semplicità: quando sono arrivato, pur senza parlare italiano, i cittadini di Cianciana mi hanno preso in braccio facendomi sedere accanto a loro. Ma se c’è una cosa che più amo è che in questo paese, la notte, si possono vedere le stelle. Le stelle non si vedono a Manchester». Così le vecchie case, da abbattere, diventano veri e propri gioielli non scontrandosi con i canoni del centro storico: «La gente, pur senza alcuna indicazione, ristruttura le case seguendo quello che è lo stile antico, mettendo in evidenza il tufo e rispettando i colori originali, dagli infissi alla muratura», spiega Carmelo Panepinto dell’agenzia immobiliare My House, «questo permette di mantenere viva l’edilizia in paese: ci sono sempre cantieri aperti e lavorano tutti».

Castello di Mussomeli

C’è anche chi non si accontenta e che ha edificato una piscina, all’interno del magazzino a fianco della propria abitazione e chi ha voluto costruire un giardino, sventrando una casa pronta a crollare, trasformandola in un eden con palme e fiori.

A trasferirsi non è solo gente comune: nel piccolo borgo, frequentato per le vacanze anche dal padre di Lewis Hamilton, oltre a un giovane jazzista inglese che d’estate offre concerti gratuiti per ringraziare la popolazione, c’è anche una scrittrice britannica, Diana Lainson, una delle prime ad essersi trasferita a Cianciana, che trova ispirazione tra le viuzze del piccolo borgo: «Trovo qui la mia ispirazione perché oltre alle bellezze del luogo ci sono dei personaggi che poi inserisco nei miei romanzi. Qui ci sono “very beautiful woman” e splendidi uomini che inserisco nelle storie d’amore che scrivo».

Appena tremila abitanti, tanti giovani costretti a emigrare, ma Cianciana è pieno di vita: «Le persone che stanno qui hanno ravvivato il paese», spiega il consigliere comunale Massimo D’Angelo, «noi abbiamo fatto dell’ospitalità il nostro biglietto da visita. Chi arriva qui cerca la tranquillità e la serenità, fuori dai lidi balneari ma abbastanza vicini al mare. Il loro contributo è anche positivo per l’economia, perché con la loro presenza lavorano tutti, dal ristoratore al muratore».

Poco più lontano, a Bivona, è il sindaco del paese, Milko Cinà che è andato negli Usa per far conoscere le bellezze e le peculiarità culinarie della città delle pesche agli abitanti di New York e Tampa, con l’obiettivo di invogliare gli americani a trasferirsi e comprare case a poco prezzo nella tranquilla cittadina da lui amministrata.

Tranquillità e vicinanza al mare è quello che cercano anche i 110 mila che hanno inviato una mail al piccolo paese di Sambuca di Sicilia, per riuscire a comprare la “Casa a 1 euro”. Dall’Australia, dalla Cina e dalla Russia: da ogni parte del mondo tutti cercavano una casa nel paese eletto “Borgo dei borghi” nel 2016, dopo un servizio andato in onda sulla Cnn. «Abbiamo ricevuto più di 100 mila mail», spiega il sindaco Leonardo Ciaccio, «che arrivavano dal Bangladesh all’India, fino al Giappone. Oltre alle case a un euro, i privati, grazie ai numerosi stranieri arrivati qui per comprare un’abitazione, hanno venduto circa 70 immobili in pochi mesi».

Per le strade del paese, ancora oggi, quotidianamente, si vedono persone in cerca di casa, accompagnati da interpreti, nonostante le 15 abitazioni messe in vendita a un euro, in seguito messe all’asta, siano già terminate.

«Addirittura a comprare casa è stata Lorraine Bracco, che seguirà con Discovery Channel tutte le fasi della ristrutturazione», continua il primo cittadino, «Adesso alcuni stanno già per partire con i lavori, mentre noi stiamo censendo altre case per un nuovo bando».

La pubblicità ha dato vita infatti a una gara che ha portato l’asta delle “case a 1 euro” a essere acquistate anche per 25mila euro, come accaduto per una signora di Las Vegas. I nuovi acquirenti dovranno adesso renderle di nuovo agibili (si tratta di case rimaste vuote dopo il terremoto del 1968) seguendo i punti del Prg cittadino, per vivere in tranquillità nel borgo famoso per il suo quartiere arabo.

L’iniziativa delle “case a 1 euro” era stata inaugurata dal Comune di Salemi, all’epoca amministrato da Vittorio Sgarbi e poi sciolto per mafia (Sgarbi fu in seguito prosciolto): se paradossalmente in quel paese l’idea non si è mai concretizzata, ha avuto successo poco più distante, a Gangi, altro “Borgo più bello d’Italia” (vincitore nel 2014) anch’esso protagonista su riviste straniere come “New York Times”. Quello degli articoli in giornali stranieri rappresenta infatti il trait d’union di tutte le storie di successo che stanno facendo rivivere i borghi siciliani, altrimenti soggetti allo spopolamento: nella classifica dei piccoli paesi ai primi posti per emigrazione all’estero infatti, a farla da padrona sono infatti i paesi siciliani, da dove per mancanza di lavoro molti sono costretti a fuggire.

A Gangi allora, piccolo borgo palermitano, più di 100 case sono state già assegnate a un euro a stranieri e italiani, mentre altre sono ancora in vendita in un processo che sta portando molti a ripopolare il Borgo che ha visto dimezzata la sua popolazione negli ultimi 50 anni.

Anche dietro la rinascita di Mussomeli c’è un servizio televisivo andato in onda sulla tv cinese, China Central Television, e altri articoli sulla pagina internet della Cnn. Alla base della piccola rinascita del centro in provincia di Caltanissetta, tanto lavoro e un progetto che parte nel 2015 al fine di invertire la tendenza dello spopolamento di una cittadina che, come tutta la provincia di Caltanissetta e Agrigento, vede partire ogni anno più di cento persone, per una nuova migrazione che ha portato il paese a scendere sotto la soglia degli 11mila abitanti, quando nel 1960 ne contava più di 16mila.

«Dopo il servizio della tv cinese tanti si sono fatti avanti per acquistare casa», spiega l’assessore all’Urbanistica e Lavori pubblici con delega alle Case a 1 euro Toti Nigrelli, «in seguito ai vari articoli il nostro sito è addirittura andato in tilt perché non eravamo preparati a così tanti accessi. Abbiamo già venduto 85 case in maggioranza a stranieri che scelgono Mussomeli per la sua tranquillità e per le vacanze estive. Adesso abbiamo circa altre 400 case da vendere. Le case che noi vendiamo spesso sono private, appartenenti a eredi che vivono quelle abitazioni come un peso in quanto devono pagare le tasse e quindi vogliono liberarsene anche al costo di regalarle. Abbiamo lavorato tanto a questo progetto», continua Nigrelli, «e speriamo di riuscire a raggiungere grandi obiettivi nonostante con questo lavoro non si potrà risolvere il problema dell’emigrazione giovanile».

Molti giovani sono infatti costretti a fare la valigia per cercare fortuna migliore nel nord dell’Italia, o andando a rimpolpare la già folta comunità che si trova a Woking (patria della Mclaren) o a Buffalo, negli Usa. «Purtroppo negli ultimi anni è ricominciata l’emigrazione che però è differente rispetto al passato», spiega Giuseppe Taibi, giovane giornalista del paese, «la cosa grave è che ad andare via non sono solo le braccia, ma le menti. Se prima emigrava chi non aveva un lavoro, adesso ad andare via sono anche coloro che hanno già un impiego, lasciando il precariato per un posto sicuro».

Così, mentre gli stranieri prendono d’assalto Mussomeli, il giovane proprietario di un bar che poteva offrire loro i “Mbraculi di San caloriu” dolce tipico della cittadina, chiude i battenti dopo aver vinto un concorso come vigile urbano in una cittadina del nord Italia.

Le vie quindi si svuotano, i bar chiudono e quella Sicilia ammirata dagli stranieri che scelgono di fare anche 10 ore di volo per raggiungere paesi come Mussomeli o Cianciana, per molti giovani rimane solo nelle fotografie, appese al frigorifero tra lacrime e una continua nostalgia del ritorno nell’isola che ogni anno vede sparire l’equivalente di un piccolo paese.

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