I cantautori non sono più quelli di un tempo. Lo si è visto in negativo a Sanremo, quando la canzone che poi ha vinto ha rischiato l'esclusione perché - all'insaputa dei due cantanti, che ne erano anche co-autori - il ritornello era già stato usato altrove dal terzo firmatario. Un "cantautorato di gruppo" a cui chi è cresciuto con il trio Dalla-De Gregori-De Andrè era poco preparato.
Lo si vede in positivo in questo weekend ad Aversa con il premio Bianca d'Aponte, riservato a cantautori che rispetto al succitato trio e a tutti i loro contemporanei hanno una differenza fondamentale: sono donne. Da quattordici anni Gaetano d'Aponte riesce a organizzare questa kermesse, diventata ormai un appuntamento obbligato per un sempre meno piccolo e sempre più caloroso gruppo di aficionados della musica indie. Tutti riuniti nel ricordo di Bianca, cantautrice scomparsa a 23 anni nel 2003, alla vigilia dell'incisione del suo primo disco. Ogni anno, sul palco un cantante affermato interpreta una sua canzone. L'anno scorso è stata Rachele Bastreghi dei Baustelle, quest'anno toccherà a Simona Molinari, madrina del festival, che canterà "Il bagarozzo Re".
Sul palco del premio, che da quest'anno vede come direttore artistico Ferruccio Spinetti (la metà al contrabasso del duo Musica Nuda), dentro quel sorprendente gioiellino che è il Teatro Cimarosa di Aversa, saliranno come ospiti Ginevra Di Marco, Joe Barbieri, Mariella Nava, due cantautori affermati come la sarda Elena Ledda e il napoletano Giovanni Block e una voce storica come Fausta Vetere della Nuova compagnia di Canto Popolare. Per passare il testimone alla futura vincitrice, ci sarà anche Federica Morrone, premiata l'anno scorso.
Sabato sera toccherà alle finaliste: dieci, scelte da una giuria "di esperti" in un ascolto anonimo di venti canzoni selezionate tra tutte le canzoni che hanno partecipato al concorso, scaduto a fine aprile. In una gara che mette dichiaratamente sullo stesso piano autrici già affermate (la siciliana Francesca Incudine, in gara con "Quantu stiddi", già vincitrice del Premio Tenco come miglior album in dialetto per il suo secondo disco, "Tarakè") e meno note (la napoletana Irene con "Call center", o Chiara Raggi, autrice di "Lacrimometro" e interprete, sulla sua paginaFacebook, di un'ironica web-serie intitolata "Le disavventure di un cantautore femmina"). L'ingresso è libero ma con prenotazione obbligatoria (info@biancadaponte.it). La compilation delle canzoni in gara, raccolta in un cd la cui vendita è affidata ad Emergency, sarà in vendita durante il festival.
E mentre i critici si affannano a selezionare i cantautori vecchi e nuovi ("I migliori anni della nostra usica" di Federico Pistone, Arcana) o a raccontare il nostro apese con le loro parole ("Viva l'Italia" di Paolo Carusi, Le Monnier) la cosa migliore da fare è ascoltare le protagoniste di questa nuova "canzone d'autrice". Da Marta de Lluvia che l'anno scorso era al premio d'Aponte (la sua "Mai abbastanza" ha vinto per il miglior testo) e ha appena concluso il crowdfunding per finanziare il primo disco, "Grano", a Maru, siciliana trapiantata a Bologna che esce il 23 novembre con il nuovo disco, "Zero Glitter".