
I risultati erano varianti, adeguate allo sviluppo dell'indagine, tra il fattuale e il logico, in cui lo 'stile' e le argomentazioni dell'artista erano facilmente riconoscibili. Tuttavia a partire dagli anni '70 l'adesione allo standard linguistico viene messa in discussione, nasce un'ipotesi di ricerca 'incoerente' in cui i rapporti tra idea e azione, progetto e risultato, non devono più rispondere logicamente all'attività iniziale e pregressa, ma possono svolgersi liberamente, secondo una topografia aperta, che possa permettere un discorso in tutte le direzioni. È quanto professa Schutte (1954) che si abbandona agli impulsi immaginari e dal 1977 passa dalla passione per l'architettura alla pittura e alla scultura figurale, seguendo le circostanze della sua vita e del suo contesto.
L'intento è di dissolvere le regole di unificazione e dell'omogeneità, a favore dell'esperienza e dei risultati sperimentali. Posizione artisticamente anarchica che opera per contrasto creando lavori spiazzanti, come modelli d'architettura quando regna il neoespressionismo pittorico o sculture realiste quando impera il manierismo minimalista e concettuale. Il progetto è verso un'incompatibilità che stimoli il pensare visuale e una metodologia pluralista che aspira all'evoluzione e non alla cristallizzazione.
Thomas Schutte, Dupont Foundation
Tilburg, fino al 17 settembre