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maggio, 2013

Tre anni a Fiorito: 'Rileggo Proust'

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Il Batman pensiero: che in carcere ha rinfrescato i classici della letteratura, ha imparato ad apprezzare Grillo e ora ammette lo sbaglio di aver 'abbandonato la contestazione per l'istituzione'. Intervista all'ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale del Lazio, condannato a tre anni e quattro mesi

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"Mi manca la buona politica". Franco Fiorito lo confida poco dopo aver preso un caffè al bar del Tribunale di Roma, in compagnia degli avvocati Carlo Taormina ed Enrico Pavia più che mai impegnati a sorvegliare le esternazioni del "Batman". L'ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale del Lazio, poco prima della sentenza del gup Rosalba Liso che oggi lo ha condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione in primo grado per peculato e all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, ha offerto la sua visione sulle attuali vicende politiche e sull'ondata di disaffezione e protesta che le gesta a lui contestate dai magistrati hanno contribuito a scatenare.



Oltre alla drammatica esperienza in carcere ("è stata l'occasione per rileggere Proust e Guy de Maupassant, oltre a Sant'Agostino e a "La solitudine del satiro di Ennio Flaiano", ha però rivelato Francone) Fiorito ha dato la sua personale benedizione al Movimento Cinque Stelle. "Grillo è una persona molto intelligente, ha fatto qualcosa di straordinario nel prendere così tanti voti in maniera repentina e senza risorse". Anche perché, sembra di cogliere dalle sue parole, le istanze contestatarie del M5S non sono lontane da quelle cavalcate dal Batman agli esordi nell’agone politico. "Non mi sento responsabile della disaffezione verso la politica, semmai di aver cambiato le modalità di fare politica nella mia vita. Prima (Fiorito ha cominciato come militante nel Movimento Sociale Italiano, n.d.r.) erano basate sulla contestazione, poi sono diventate troppo istituzionali". "Lo sbaglio", sospira Fiorito, "è stato deviare dalle mie convinzioni originarie". Sulla gestione "spensierata" dei fondi a disposizione del gruppo Pdl alla Pisana, però, la linea difensiva non cambia. Sulla cifra che si è impegnato di recente a restituire dopo aver raggiunto un accordo con la Corte dei Conti (un milione e 90 mila euro), nega che si tratti di un’implicita ammissione di colpa e anzi parte alla carica: "Quella è la cifra esatta che ho ricevuto attraverso delle delibere che ho segnalato agli atti, delibere e determine che sono pronto a fornire. Ho restituito tutto quello che ho percepito".

La condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione (la richiesta dell’accusa era di cinque) elimina per Fiorito il rischio di tornare in cella. L’ex capogruppo Pdl al Consiglio Regionale del Lazio ha già trascorso sei mesi in custodia cautelare a Regina Coeli e il resto della pena da scontare è sotto il tetto minimo previsto per la carcerazione. In compenso davanti a lui ci sono le nozze: poco prima di conoscere la sentenza ha annunciato il prossimo matrimonio con una ragazza conosciuta poco prima dell’arresto di ottobre.

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