Ai bordi delle strade di periferia tra Napoli e Caserta, a ridosso dei grandi templi dello shopping, a decine si affollano giovanissime prostitute, schiave della tratta degli esseri umani, protagoniste del girone dei dannati, senza diritti né speranze. Sono perlopiù nordafricane, ma ci sono anche donne dell'est, molte costrette alla dura legge della strada ancora minorenni, tutte accomunate dallo stesso tragico destino.
Da anni un gruppetto di suore si occupa di aiutare e recuperare queste donne, di accudirle e di formarle per un ritorno dignitoso nella società. Da queste strade, da queste suore, è arrivata la lettera di suor Rita Giaretta, e delle consorelle della comunità Rut, pubblicata sul sito cattolico Missinline.org, che è rimbalzato su siti, blog, bacheche di Facebook, fino alla ribalta nella trasmissione di Gad Lerner "L'Infedele".
«Inquieta vedere esercitare un potere in maniera così sfacciata e arrogante che riduce la donna a merce e dove fiumi di denaro e di promesse intrecciano corpi trasformati in oggetti di godimento hanno scritto le religiose in una lettera che trasuda dolore. Suor Rita e le sue consorelle in questi anni di attività nel casertano hanno recuperato dalla strada diverse centinaia di ragazze e fondato una cooperativa di lavoro di cui fanno parte le stesse donne sfuggite alla schiavitù sessuale.
Parla di una delle "sue" ragazze, suor Rita, una delle tante partite dal nord Africa con la speranza di una vita migliore, una delle poche che è riuscita a sfuggire alla schiavitù della strada: Susan. «Oggi, osservando il volto di Susan chinarsi e illuminarsi nel volto del suo piccolo Francis, scelto e accolto con amore, ripensando alla sua storia, una tra le tante storie accolte, la quale ancora bambina (16 anni) si è trovata sulle nostre strade come merce da comprare, da violare e da usare da parte di tanti uomini italiani, sono stata assalita da un sentimento di profonda vergogna, ma anche di rabbia. Ho sentito il bisogno, come donna, come consacrata e come cittadina italiana, di chiedere perdono a Susan per l'indecoroso spettacolo a cui tutti, in questi giorni, stiamo assistendo. E non solo a Susan, ma anche alle tante donne che hanno trovato aiuto e liberazione e alle tante, troppe, donne ancora schiave sulle nostre strade. Ma anche ai numerosi volontari e ai tanti giovani che insieme a noi religiose credono nel valore della persone, in particolare della donna, riconosciuta e rispettata nella sua dignità e libertà».
E' un richiamo alle istituzioni, agli uomini di potere, alla classe dirigente, così come ai credenti, e al genere maschile quello delle suore Orsoline: «Ma davanti a questo spettacolo una domanda mi rode dentro: dove sono gli uomini, dove sono i maschi? Poche sono le loro voci, anche dei credenti, che si alzano chiare e forti. Nei loro silenzi c'è ancora troppa omertà, nascosta compiacenza e forse sottile invidia. Credo che dentro questo mondo maschile, dove le relazioni e i rapporti sono spesso esercitati nel segno del potere, c'è un grande bisogno di liberazione».
Dalle strade del nord africa a quelle di Gomorra, dal Verbo di Dio alle interconnessioni del web, passando da un palazzo del poter a un altro, le suore anti-prostituzione il loro "j'accuse": «Come non andare con la mente – conclude suor Rita - all'immagine di un altro 'palazzo' del potere dove circa 2000 anni fa al potente di turno, incarnato nel re Erode, il Battista gridò con tutta la sua voce: "Non ti è lecito, non ti è lecito!". Anch'io oggi, anche a nome di Susan, sento di alzare la mia voce e dire ai nostri potenti, agli Erodi di turno, non ti è lecito! Non ti è lecito offendere e umiliare la 'bellezza' della donna; non ti è lecito trasformare le relazioni in merce di scambio guidate da interessi e denaro; e soprattutto oggi non ti è lecito soffocare il cammino dei giovani nei loro desideri di autenticità, di bellezza, di trasparenza, di onestà; tutto questo è il tradimento del Vangelo, della vita e della speranza».