Lo stipendio di consiglieri e primi cittadini aumenta in base al numero di abitanti. E a goderne i benefici sono soprattutto le città del Nord, spesso governate da quella Lega che gli stranieri vorrebbe cacciarli

Per fortuna che ci sono gli immigrati. Dovrebbe essere più o meno questa la reazione di tanti amministratori locali, soprattutto del centro nord, ai primi dati diffusi del censimento 2011. Se l'Italia si conferma infatti un paese con saldo positivo, almeno dal punto di vista demografico, questo è dovuto solo alla presenza di cittadini stranieri. E proprio la loro presenza contribuisce ad arricchire tanti politici che nelle dichiarazioni e nei fatti cercano in ogni modo di cacciarli o ghettizzarli.

I dati forniti dal censimento sul numero di residenti servono infatti a decidere diverse cose: il numero dei consiglieri comunali e provinciali, il numero degli assessori, e soprattutto le indennità di funzione per consiglieri, sindaci, presidenti di provincia e assessori. Gli immigrati regolarmente soggiornanti e residenti in Italia, contribuiscono quindi in modo significativo all'aumento del numero di politici locali. Un paradosso che stride con l'impossibilità per gli immigrati di partecipare alle consultazioni amministrative, per decidere chi dovrà amministrare le loro tasse.

I primi a sapere quanto contino gli immigrati sono i sindaci. "Io per esempio guadagno sui 3000 € lordi al mese (2.040 netti), il minimo tabellare", spiega Andrea Vignini, sindaco di Cortona (24 mila abitanti) mostrando la sua busta paga, "In alcuni casi i sindaci grazie ai migranti hanno anche potuto aumentare il proprio stipendio".

Si scopre cosi che per i paesi fino a mille residenti, il sindaco percepisce 1.200 lordi al mese, fino a 3 mila abitanti sono 1.440 € mensili, e cosi a salire fino a 2.100 nei comuni fino a 10 mila abitanti.

Le fascie superiori prevedono adeguati aumenti: Nei comuni dai 10 mila a 30 mila abitanti invece si arriva a 3.000 € lordi al mese, per poi salire a 3.400 per i comuni dai 30 mila a 50 mila. I comuni invece che si trovano nella fascia dai 50 a 100 mila abitanti, danno la possibilità al sindaco di prendere 4.000 € lordi mensili, mentre se la passano un po' meglio i comuni dai 100 a 250 mila abitanti, dove il sindaco raggiunge quasi 5.000 € lordi.

Conoscendo questi numeri si può provare a immaginare come potrebbe cambiare l'appartenenza dei comuni e provincie senza gli immigrati. Senza la presenza di immigrati il comune di Verona e Venezia scenderebbero sotto la soglia dei 250 mila abitanti per esempio. Nei comuni di medie dimensioni come Ancona, Vicenza, Piacenza, Arezzo e altri non si arirverebbe alla soglia dei 100 mila abitanti, mentre Bergamo e Cremona si salverebbero per poche centinaia di unità.

Anche Novara, dove il sindaco leghista vietava di uscire in gruppo, una sorta di coprifuoco prevalentemente studiato per limitare gli assembramenti di immigrati, senza quest'ultimi sarebbe sotto la soglia dei 100 mila. In questi casi ai sindaci andrebbe un indennità di 4.000 € lordi mensili, anziché 5.000. Un bel taglio del 20% in busta paga insomma.

Tra i comuni più piccoli ci sono invece Scandicci, Collegno, Civitavecchia, Velletri, Gallarate, Ascoli Piceno, Pordenone che non riuscirebbero a superare i 50 mila abitanti.

Sempre in base al numero dei residenti può anche cambiare il sistema elettorale. I comuni al di sotto dei 15.000 abitanti utilizzano il sistema a turno unico, dove vince la coalizione che si porta a casa la maggioranza relativa. Rovato per esempio, comune arrivato all'onore delle cronache per l'operazione leghista White Christmas, scenderebbe a quasi 14mila residenti, se si tolgono gli immigrati. Nella stessa situazione potrebbe trovarsi anche Azzano Decimo, dove il sindaco vietava le integrazioni al reddito per gli immigrati, che scenderebbe a quota 14 mila. Il comune di Opeano, nel veronese, dove il sindaco studiava ordinanze per limitare la presenza degli stranieri nei condomini, scenderebbe invece sotto quota 10mila e di conseguenza dovrebbe ridimensionare la propria giunta a 4 assessori, anziché gli attuali 6. Ovviamente anche qui dovrebbero ridursi lo stipendio di centinaia di euro.

Le provincie di Pordenone, Teramo, Viterbo, l'Aquila, non riuscirebbero a stare sopra la soglia dei 300mila abitanti senza gli immigrati. Automaticamente, secondo la nuova normativa (l.n 148/11), dovrebbero avere solamente 10 consiglieri provinciali e 3 assessori, anziché 12 consiglieri e 4 assessori. Mentre la provincia di Modena senza gli immigrati scenderebbe dalla fascia over 700 mila e quindi si ritroverebbe con 12 consiglieri e 4 assessori.

Sulla base della popolazione residente si calcolano poi l'inquadramento retributivo del segretario comunale, le fasce di appartenenza di dirigenti e altro ancora. Nel settore privato, invece, questo dato influisce sulla possibilità di apertura di strutture commerciali come le tabaccherie, le farmacie, la licenza del taxi, lle sale cinema, e una miriade di altri servizi.

LEGGI ANCHE

L'edicola

25 aprile ora e sempre - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 18 aprile, è disponibile in edicola e in app