Nel caso Mills, da cui Silvio Berlusconi si è salvato grazie alla prescrizione, figurava un solo teste corrotto, l'avvocato d'affari inglese appunto. Decisamente più devastante, invece, non solo per gli ''indizi'', ma soprattutto per il numero impressionante dei testi che sarebbero stati stipendiati dal Cavaliere, è la nuova inchiesta che da oggi è ufficialmente nata a carico del leader di Forza Italia: il cosiddetto 'Ruby ter'.
Ecco le motivazioni integrali della sentenza del processo Ruby bis: in queste 392 pagine il tribunale di Milano spiega perché ha condannato Dario Mora in arte Lele, Emilio Fede e Nicole Minetti come organizzatori o complici del giro di prostituzione che allietava le notti di 'bunga bunga' di Silvio Berlusconi ad Arcore.
Con il deposito delle motivazioni della sentenza a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, coloro che si sarebbero occupati con diversi ruoli delle serate hard 'apparecchiate' ad Arcore, emerge, infatti, che venti ragazze almeno, tra cui la stessa Ruby, sarebbero state corrotte per descrivere i festini a luci rosse come ''cene eleganti''. Così da oggi Berlusconi, assieme ai suoi storici legali Niccolò Ghedini e Piero Longo, sono ''gravemente indiziati'', scrive il collegio presieduto da Annamaria Gatto, per il reato di ''corruzione in atti giudiziari''.
Accusa di cui, sempre secondo i giudici, dovranno rispondere anche le venti giovani, tra cui Barbara Faggioli, Elisa Toti e le gemelle De Vivo, perché per loro ''il reato di falsa testimonianza concorre con il reato di corruzione in atti giudiziari''.
Tra queste giovani anche un caso che, secondo il collegio, merita un passaggio a parte: Silvia Trevaini, giornalista Mediaset, che riceve i classici 2.500 euro al mese, malgrado prenda un ''regolare stipendio'' da quasi tremila euro dal Biscione. Il Cavaliere poi, anche se lei non ha partecipato alle cene, le ha versato ''nel corso degli anni, una cifra intorno agli 800mila euro'' pagandole due appartamenti e ''varie autovetture''. Una vicenda quella della Trevaini, secondo i giudici, ''ancor più indiziante'' per la corruzione dei testi, perché oltre a tutti i soldi già 'guadagnati' la cronista ha regolarmente preso anche i 2500 euro al mese versati a tutte le altre ragazze. E ciò affinché non emergesse il quadro di Arcore, composto da ''prostitute'' pagate ''dall'utilizzatore finale'', come messo nero su bianco dai giudici che, incosapevolmente, citano una ormai storica definizione di Ghedini.
Corruzione in atti giudiziari sarà l'accusa anche per Ghedini e Longo, perché presenti alla riunione ad Arcore del 15 gennaio 2011 con tutte le ragazze convocate dopo le perquisizioni degli investigatori.
Stessa accusa per Ruby che ha ricevuto ''forti pagamenti di somme di denaro''. La giovane marocchina dovrà rispondere anche di falsa testimonianza e rivelazione di atti segreti d'indagine per l'ormai famoso interrogatorio dell'ottobre 2010 in cui la ragazza rivelò all'avvocato Luca Giuliante, anche lui indagato per corruzione in atti giudiziari, il contenuto dei verbali resi davanti ai pm nell'estate 2010. Contenuto che, per i giudici, Giuliante comunicò a Berlusconi.
Molto probabilmente, però, andrà valutata anche, secondo i giudici, la presunta corruzione di altri falsi testi.
Altri dieci persone, infatti, tra cui l'ex fidanzato di Ruby, Luca Risso, e Mariano Apicella, sono per ora indicati per falsa testimonianza: tutti ''soggetti'' che, a diverso titolo, hanno ''ricevuto vantaggi economici da parte di Berlusconi''. Ora con la trasmissione degli atti in Procura, partirà il 'Ruby ter'.