Cantieri senza fine, da nord a sud della città. Con i costi pubblici che salgono all'impazzata. Dall'ormai leggendario Palasport fino alla linea C della metropolitana, passando per la Nuvola all'Eur. E Alemanno tace
Uscita Roma Sud dell'autostrada del Sole, basta percorrere poche centinaia di metri dopo il casello per trovarsi faccia a faccia con la gigantesca copertura del palasport in costruzione dal 2007 nell'area di Tor Vergata (
FOTO). La città dello sport, progettata dall'archistar spagnola Santiago Calatrava, doveva ospitare i mondiali di nuoto del 2009, ma alla veloce assegnazione dell'appalto senza gara europea, procedura subito bacchettata dalla Ue, non sono seguiti cantieri altrettanto rapidi.
Un progetto ambizioso: palazzetto con doppia copertura a ventaglio, pensato per ospitare due piscine e un impianto polifunzionale con gradinate per 15mila spettatori. E ancora, all'esterno piscina scoperta, pista d'atletica e campus per gli atleti da riconvertire in alloggi per gli studenti della vicina università. Il primo preventivo parlava di 320 milioni di euro, ma dopo sei anni e con 200 milioni già spesi, dell'opera resta solo uno scheletro in cemento e la copertura di metà impianto. Per completarla adesso servono altri 500 milioni, ma svanita la prospettiva di ospitare le Olimpiadi del 2020, i cantieri sono fermi e il progetto è sparito anche dal sito web di Calatrava. Difficile pronosticare il destino della struttura, collocata oltretutto in un quartiere privo di collegamenti rapidi col resto della città.
La prima cartolina che la città eterna riserva a turisti e pendolari riassume perfettamente lo stato delle grandi opere pubbliche nella Capitale: cantieri lentissimi e costi finali che lievitano esponenzialmente. Una costante di molti progetti urbanistici avviati nei quindici anni delle amministrazioni di centrosinistra, targate Francesco Rutelli e Walter Veltroni, pensati per una città con ambizioni da metropoli europea moderna che non è mai divenuta tale. La stessa che a fine maggio andrà alle urne per eleggere il nuovo sindaco.
Basta spostarsi di qualche chilometro da Tor Vergata e arrivare all'Eur, dove il cantiere della Nuvola, l'avveniristico centro congressi progettato da Massimiliano Fuksas, occupa un'area di 27mila metri quadrati (
FOTO). L'opera doveva essere pronta già due anni fa, ma finora è stata ultimata solo la teca esterna in vetro e acciaio, mentre gli spazi interni con effetto sospensione nel vuoto sono ancora in lavorazione. Anche in questo caso esigenze di liquidità, stime parlano di almeno 100 milioni, rallentano i lavori. Senza dimenticare la turbolenza che ha scosso Eur Spa, partecipata di Campidoglio e ministero dell'Economia proprietaria della struttura: a gennaio si è dimesso l'amministratore delegato Riccardo Mancini, fedelissimo del sindaco Gianni Alemanno, tirato in ballo in un'inchiesta come destinatario di una presunta tangente da 500mila euro.
Proprio la giunta Alemanno, chiusa la sbornia progettuale del "modello Roma" del centrosinistra, sul fronte opere pubbliche si è limitata a gestire lo start up di quelle ereditate dalle amministrazioni precedenti. In alcuni casi con esiti tragicomici.
A giugno 2012 sono entrate in funzione le prime tre fermate del prolungamento B1 della linea blu della metropolitana, che da allora colleziona disservizi e rallentamenti sull'intero tracciato. Ora l'attesa è tutta per l'apertura, teoricamente entro l'anno, della
linea C della metro, collegamento fondamentale per snellire il traffico nel quadrante Sud-Est: si sonda infatti dalla borgata Monte Compatri fino al centralissimo piazzale Clodio. Finora il costo dei lavori è già cresciuto di un terzo rispetto alle previsioni iniziali, senza aver trasportato un solo passeggero.
Per vederci chiaro un anno fa la Corte dei Conti ha messo nero su bianco il bilancio provvisorio della linea C. Scrivono i giudici contabili: «Prevedeva un costo di 2.683.701.277 euro, comprensivo delle opere integrative, ad oggi è stato aggiornato a 3.379.686.560 euro, privo però delle opere complementari». Non solo, dopo sei anni di lavori le ultime sei fermate, dal Colosseo a piazzale Clodio, sono ancora prive di copertura finanziaria. Oltre al danno la beffa. L'apertura graduale prevede un primo tracciato di quindci fermate che termina a Centocelle, in piena periferia. Scesi dalla nuovissima metro, per raggiungere il centro storico migliaia di pendolari dovranno utilizzare la ferrovia Giardinetti-Termini, appena premiata da Legambiente col Trofeo Caronte, assegnato ogni anno ai peggiori collegamenti su rotaia del Lazio.
Di fatto gli unici due progetti urbanistici di peso presentati da Alemanno sono naufragati ancora prima di partire. Ad agosto 2010, dal palco di Cortina Incontra, il sindaco annunciò: «Vogliamo demolire Tor Bella Monaca». Casette da 4/5 piani stile working class britannica al posto delle quattordici torri di edilizia popolare che caratterizzano una delle periferie più disagiate della Capitale. Un'operazione di demolizione e ricostruzione da un miliardo di euro, affidata a costruttori privati ricompensandoli con premi di cubature per 1,5 milioni di metri cubi. Dopo quasi tre anni l'annuncio è rimasto tale, l'unico atto formale rimane il masterplan della ricostruzione, approvato lo scorso anno dalla commissione urbanistica del Campidoglio. Ma dei cantieri nemmeno l'ombra.
Insomma, con le demolizioni Alemanno non è fortunato. Lo scorso autunno la Sovrintendenza ai beni culturali ha bocciato anche il progetto di sostituire il muretto che delimita la teca dell'Ara Pacis dal lato del Lungotevere, coprendo alla vista le due chiese barocche di San Rocco e San Girolamo. Così, il sindaco che aveva promesso di «sbullonare Roma» è rimasto col cacciavite in mano.