«Meno di 100 non si può, di solito costa 150», spiega il medico: «Puoi venire qua, ma io non te la faccio giovedì, ti faccio aspettare un mese. Se tu vuoi fare subito, due o tre giorni, allora si paga questo. Se invece vuoi andare all'altro ospedale, fai la carta, e torni qua, io ti vedo quando si può fare, anche se c'è sicuramente molto da aspettare». La "cosa" è un aborto. Che in Italia è un diritto garantito per legge. Ma non garantito dal sistema sanitario. L'obiezione di coscienza è arrivata infatti a riguardare talmente tanti ospedali, tanti reparti, che per riuscire ad avere un operazione in tempo ci si può ritrovare, come è successo a Foggia, a dover pagare.
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Secondo la procura pugliese è proprio quello che facevano i due medici dell'ospedale Giuseppe Tarantella di Foggia, Osvaldo Battarino e Giuseppe Belpiede: «Sfruttando la condizione di essere gli unici medici dell’ospedale di Cerignola a non essere obiettori di coscienza e sfruttando altresì la soggezione psicologica delle pazienti, determinata dalla paura di non riuscire ad ottenere la prestazione entro novanta giorni dall’inizio della gravidanza, effettuavano gli aborti a pagamento, durante il normale orario di servizio, nei locali e mediante le attrezzature appartenenti alla struttura ospedaliera pubblica di Cerignola». I due, ora agli arresti domiciliari, dovrebbero essere interrogati già martedì.