Diritti negati

Gli antiabortisti all’ospedale di Torino: una stanza di ascolto per le donne “in favore della vita nascente”

di Chiara Sgreccia   31 luglio 2023

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Al Sant’Anna, in cui si effettua il maggior numero di Ivg del Piemonte, i provita inaugurano uno sportello di accoglienza “per valutare le alternative”. Grazie al sostegno di Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia

All’ospedale Sant’Anna di Torino aprirà una stanza per sostenere la vita. Per «fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell'ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà e che potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell'interruzione di gravidanza o che addirittura si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti».

Così si legge nella convenzione firmata venerdì scorso tra l’azienda ospedaliero universitaria Città della salute e della scienza di Torino, che gestisce il Sant’Anna, e la Federazione Movimento per la vita del Piemonte, FederviPa che permetterà l’apertura di una stanza dedicata al sostegno e all’ascolto delle donne in gravidanza gestita dai movimenti provita. Dentro l’ospedale.

Alla sottoscrizione della convenzione era presente anche l’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, esponente di Fratelli d’Italia, nel Consiglio regionale dal 2014, già conosciuto per la propaganda pro Putin, aver aperto un Consolato informale della Repubblica di Donetsk a Torino, le dichiarazioni contro l’omotransfobia e la vicinanza ai movimenti prolife: «Ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo di fronte a una drammatica sconfitta delle istituzioni. Per questa ragione aprire nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte uno spazio dove donne e coppie in difficoltà possano trovare aiuto nei progetti a sostegno della vita nascente è una conquista sociale per tutta la comunità».

L'ospedale Sant'Anna è il primo presidio sanitario in Italia per numero di parti, 6.590 i nuovi nati nel 2022. E anche l’ospedale piemontese in cui si effettua il maggior numero di interruzioni di gravidanza: circa 2.500 casi nel 2021. Il 90 per cento delle ivg effettuate a Torino e circa il 50 per cento di quelle a livello regionale. «Credo che questo sia un passaggio storico molto importante non solo per il Movimento per la vita, ma per l'autentica tutela della donna, della maternità e della vita nascente. In qualche modo è un successo per ogni cittadino piemontese e mi auguro diventi un buon esempio per altre realtà in Italia, anche alla luce della grave emergenza demografica», ha aggiunto il presidente regionale di FederviPa, Claudio Larocca: «Ci impegneremo perché ogni donna, se lo richiederà, possa valutare alternative che non la facciano sentire costretta a ricorrere all'aborto, permettendole di non essere sola e di avere così la forza e i mezzi per accogliere il proprio figlio».

La nuova stanza dell'accoglienza e dell’ascolto per le donne in gravidanza da settembre sarà funzionante all’interno dell’ospedale. Realizzata grazie al fondo Vita Nascente della Regione Piemonte che per il 2023 ha visto raddoppiare le risorse a disposizione: un milione di euro per il sostegno ai progetti di tutela materno-infantile rivolti alle donne in difficoltà economico-sociali. Sarà gestita dai volontari provita «appositamente formati per questo nuovo ruolo. Eventualmente anche con il supporto e il coordinamento del personale sanitario a ciò disponibile», spiega ancora Larocca. 

«La stanza dell'ascolto promossa dall'assessore regionale Marrone è l'ennesima umiliazione nei confronti delle donne e della loro libertà di scelta e di autodeterminazione» risponde la capogruppo Pd in consiglio comunale di Torino, Nadia Conticelli. «Non si tratta di uno sportello di accoglienza, che altrimenti sarebbe gestito dall'ospedale o dall'Asl, ma di un affidamento diretto al Movimento per la vita, dunque una forma di violenza psicologica istituzionalizzata. Se all'Ospedale Sant'Anna viene effettuato il 50 per cento delle interruzioni volontarie di gravidanza piemontesi è perché non viene assicurata una percentuale idonea di medici non obiettori nelle altre strutture. Di questo la giunta dovrebbe preoccuparsi, di garantire il servizio pubblico previsto dalla legge, di difendere i diritti delle cittadine piemontesi, la loro salute e la libertà nelle scelte di vita».  Anche perché i luoghi per l'accoglienza delle donne, la tutela della loro salute riproduttiva, della genitorialità consapevole, sono già presenti all'interno del Servizio sanitario nazionale.

«Come nella miglior tradizione della destra golpista i blitz si fanno d’estate, durante le ferie, e l’assessore Marrone non fa eccezione», commenta, invece, su Facebook Silvio Viale, il presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, ginecologo all’ospedale Sant’Anna. «Non ne sapevo nulla, nessuno mi ha informato e nessuno ha chiesto un mio parere. Di certo non ci sarà nessuna “stanza” del Movimento per la Vita lungo il percorso delle donne che decidono di abortire per qualunque ragione prima e dopo i 90 giorni. Le prenotazioni si continueranno a dare di persona al Day Hospital senza che gli attivisti antiabortisti possano molestare le donne».