I paesi europei hanno da poco approvato delle norme che mettono in seria discussione le libertà personali. Ecco cosa prevedono e perché sono contestate
FranciaSull’onda lunga del terrore degli attacchi al giornale satirico Charlie Hebdo ed al supermercato Kosher, la Francia si appresta a diventare la prima democrazia europea ad introdurre nel proprio sistema giuridico, il principio della sorveglianza di massa, arbitraria, autoritaria e senza alcuna garanzia per i diritti dei cittadini.
Questa la sintesi della legge approvata a larga maggioranza alla camera francese (è previsto un unico passaggio in Senato) che introduce strumenti giuridici e tecnologici a disposizione dell’intelligence con modalità mai utilizzate nel dopoguerra europeo, paragonabili, forse in peggio, al
Patriot Act di George W. Bush dell’immediato post 11 settembre.
La raccolta dei dati può essere effettuata, dietro autorizzazione del Primo Ministro ma, in caso di emergenza anche dal capo dei servizi segreti, per motivi di sicurezza nazionale, ivi inclusi terrorismo e criminalità organizzata.
A tutelare una parvenza di democraticità, viene costituita una commissione preposta a sovrintendere le attività dei servizi la
Commission nationale de contrôle des techniques de renseignement, CNCTR . I dati di sorveglianza possono essere conservati fino a 5 anni, ma anche più in alcuni casi particolari. Ricordiamo che uno dei principi alla base della normativa sulla protezione dei dati personali in Europa (Dir. 95/46 art 6 comma e) prevede che i dati debbano essere conservati “ per un arco di tempo non superiore a quello necessario al conseguimento delle finalità per le quali sono rilevati o sono successivamente trattati”, che significa in sostanza “per il minor tempo possibile”.
Il Primo Ministro può obbligare gli operatori delle comunicazioni ad installare apparati tecnologici di controllo (cosiddette “Boites noires” o scatole nere), il cui funzionamento e struttura tecnologica appaiono ancora indefiniti. Anche le comunicazioni criptate appaiono a rischio, essendo previsto l’obbligo, per gli operatori di fornire le chiavi di cifratura.
SpagnaIl 26 marzo scorso, il Senato spagnolo ha approvato in via definitiva la legge sulla sicurezza cittadina, definita “Ley Mordaza” o Legge Bavaglio.
La legge mette fortemente a rischio la libertà di espressione, prevede tra le altre, multe fino a 30.000 euro per chi manifesta davanti al congresso, altrettanto per privati cittadini che riprendono o realizzano video sulle azioni della polizia, fino a 30.000 euro per manifestazione non autorizzata, autorizza inoltre la polizia a:
- creare black-list dei manifestanti e della stampa non autorizzata
- profilare secondo la razza le minoranze e gli immigrati
- effettuare perquisizioni senza autorizzazione del magistrato (anche corporali esterne).
Saranno inoltre considerate alla stregua di manifestazioni e quindi sanzionabili con gli stessi criteri le incitazioni o i dissensi espressi attraverso i social media.