Le restrizioni per il lockdown hanno dato vita a un fronte composito di dissenzienti: i Querdenker. Dentro c’è di tutto, complottisti e antisemiti compresi, tenuti insieme dalla protesta antisistema

Migliaia di persone senza mascherina per le strade, manifestanti che attaccano la polizia con bottiglie di vetro, esplosivi rinvenuti e sequestrati dalle forze dell’ordine. Giornalisti aggrediti, minacciati e inseguiti dalla folla. L’ultima immagine è quella di Sven Liebich, un neonazista condannato della corte di Halle per incitamento del popolo alla violenza che si fa immortalare a Berlino davanti al Memoriale per gli ebrei vittime dell’Olocausto il 21 Aprile 2021. Sventola una copia del Diario di Anna Frank e mostra sul braccio una stella gialla. 

 

È un’immagine che riporta a un anno fa. Il 28 marzo 2020 sorge il movimento dei «Querdenker», «quelli che la pensano diversamente». Il movimento sostiene di voler «difendere i diritti fondamentali» e di opporsi alla “dittatura” di Angela Merkel. Qualche giorno prima, il Governo tedesco aveva dichiarato un lockdown severo per arginare la pandemia nella sua prima ondata. Mentre la maggior parte dei tedeschi sta rispettando le regole anzi ne chiede di più severe, la protesta si diffonde in tutto il Paese, radunando ambientalisti, sostenitori della sinistra, uomini e donne del ceto medio, seguaci delle filosofie New Age e militanti dell’estrema destra.

 

La pandemia ha fatto riemergere in Germania lo spettro dell’estremismo. Uno spettro che sfida la legittimità dello Stato e che riaffiora in un momento di vulnerabilità globale. 

Talvolta i «Querdenker» si riuniscono a Kassel, altre a Lipsia, Amburgo, Monaco, spesso a Stoccarda e a Berlino, uniti dal rifiuto del pensiero scientifico combinato con dei nemici immaginari. Ogni sabato famiglie intere camminano tranquillamente con i loro cartelli colorati spingendo i passeggini in bella mostra accanto ai simboli neonazisti.

 

I princìpi del liberalismo e della libertà di pensiero vengono manipolati al fine di giustificare la convivenza con gli avversari della democrazia parlamentare. Il 29 Agosto 2020, le immagini delle bandiere nera-rossa e bianca dell'impero tedesco sui gradini del Parlamento fanno il giro del Paese. Torna alla mente l’incendio del Reichstag del 1933: improvvisamente il rovesciamento della democrazia tedesca sembra un’aberrazione possibile. 

 

Che si tratti di Bill Gates, di Angela Merkel o semplicemente «dei dirigenti», il movimento si sente minacciato da un potere oscuro. Torna così in auge la tradizionale narrazione antisemita. I «Querdenker» si presentano come le vittime di un complotto, perseguitati dal governo. Per riconfigurarsi come «combattenti della resistenza», ammantano la loro narrazione con una crudele distorsione dei fatti storici: a Karlsruhe, nel cuore della Corte costituzionale federale tedesca, una bambina di 11 anni si paragona ad Anna Frank per via del semplice fatto di essere costretta a festeggiare il suo compleanno sotto le restrizioni del Covid-19. A Kassel una giovane di nome Jana si paragona invece a Sophie Scholl, l’universitaria attivista uccisa dal regime nazista nel 1943. 

 

Per la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale un movimento antisistema sta trovando terreno fertile fra componenti della classe media tedesca, non è più appannaggio esclusivo di gruppi di estrema destra. Nel momento in cui ampie frange della società civile perdono la fiducia nella democrazia, la situazione prende una brutta piega. La perplessità si manifesta nel comportamento reticente delle forze dell’ordine, spesso impreparate ad agire in modo adeguato. La polizia sa di non poter usare cannoni ad acqua contro una folla dove ci sono anche pensionati e bambini. Dall’altra parte l’opinione pubblica chiede allo Stato una presa di posizione decisa nei confronti dei manifestanti fino al totale divieto dei raduni che trasgrediscono tutte le misure di sicurezza in atto per contenere la pandemia. 

 

Come mai la situazione sta degenerando proprio in Germania, un paese i cui cittadini sono considerati tra i più «disciplinati» d’Europa? 

 

Con una crisi profonda arriva la perdita di controllo e l'incertezza, vissute non solo come disagio economico ma ancor più come umiliazione a livello sociale e psicologico. Accettare la propria sconfitta è pesante e innesca la ricerca di un capro espiatorio. L'ultima volta che i tedeschi si sono visti come vittime collettive è stato nel 1945, quando gli Alleati hanno occupato il Paese. I «Querdenker» hanno semplicemente tirato fuori dagli armadi lo scheletro della violenza antisemita. La cosa non sorprende. 

 

Anche se la minaccia posta dal Covid dovesse poi cessare, lo spettro rinvigorito del neonazismo tedesco rischia di rimanere reale. L’omicidio del politico Walter Lübcke, assassinato da un neonazi nel 2019 e la strage di Hanau nel 2020 hanno mostrato quanto l’estremismo di destra in Germania sia pericoloso. Esorcizzare questo spettro sarà il compito del prossimo governo e dell’agenzia per le informazioni e la sicurezza interna che sta monitorando la radicalizzazione del movimento. Scendere in piazza per manifestare contro la destra sarà il compito dei cittadini tedeschi.