Alla fine l’opportunismo carpiato di parte della classe politica (Salvini e Meloni in primis) è finito nel luogo che meglio gli si confà: la piazza. Mesi e mesi spesi a parlare di dittatura sanitaria, di ragazzi che non si devono pungere, di green pass che vanno bene in Europa ma in Italia no, come se il nostro continente di riferimento fosse l’Oceania, a mestare nel torbido dei peggiori istinti per quattro voti in più, hanno saldato le incerte convinzioni dei novax a un progetto di lungo periodo basato su renitenza e vittimismo, cioè sul programma politico della Destra italiana e dei residui tantopeggisti di estrema sinistra.
Un mantello ideologico che ha spostato dal nulla dei social alla concretezza delle manifestazioni i tanti piccoli Povia che sostengono le loro ragioni complottiste. Sfilate, tra l’altro, non autorizzate. Ma si sa che in Italia l’ordine pubblico vale solo per le zecche progressiste, come dimostra lo schieramento di forze dell’ordine che ha guardato a vista la protesta pacifica e regolarmente annunciata a Voghera, dove gli assessori leghisti sparano o invitano a sparare, promettono piombo a chi li critica, e mai nessuno che apra un fascicolo per apologia di reato o procurato allarme. Del resto abbattere a revolverate un tizio perché ti tira uno schiaffo è “eccesso di legittima difesa”.
Quello che colpisce, in questa triste processione degli “ordine e disciplina ma solo per gli altri” è l’abuso del termine “libertà”, ripetuto a nastro davanti al microfono pigro dei media mainstream, anch’essi piegati alla logica del clic che prevede di fare da grancassa anche alle battaglie peggiori. E contagiose. Capaci di attrarre nella rete, virtuale e non, anche gente in buonafede che nulla sa, poco capisce, ma magari, di ‘sto passo, finirà col credere per davvero che anche la patente di guida sia uno strumento vessatorio verso chi vuol guidare la macchina senza possederne i requisiti.
Il quadro è abbastanza disperante, ed è tutto dipinto in nuance del beige: la prepotenza verso la salute di tutti, il “me ne frego” di mussoliniana memoria, l’attitudine passivo-aggressiva di chi accetta qualunque imposizione da parte dei privati e respinge sdegnato lo Stato e le sue leggi più giuste, lo schifo per la comunità di cui si fa parte perché prevede quattro regole di buon senso... La violenza, in sintesi, che si compie verso una parola nobile, necessaria come l’aria che respiriamo, e altrettanto fragile. Libertà, appunto.
Ché sporcarla, insieme alla democrazia, è sin troppo semplice. Basta approfittare dei meccanismi di tolleranza coi quali si è affermata, torcendoli. Basta slabbrare il patto delle regole non scritte, l’ovvietà secondo cui quando c’è l’emergenza tocca aiutarsi e, l’immagine dovrebbe piacere anche ai nostalgici anti-vaccino, fare fronte. Invece c’è sempre un bassoventre da erigere a centro dell’universo mondo e a simbolo di un antagonismo che si proclama coraggioso e invece si nutre principalmente di codardia. Nascondersi nel branco e fare la voce grossa.
I novax vogliono la libertà solo per loro stessi, cioè una sorta di anarchia fascistoide, senza spendersi per perseguirla. Somigliano in questo ai molti italiani che quasi un’ottantina di anni fa restarono nel barile mentre una sparuta minoranza si batteva per salvarci dalla dittatura. Non a caso, il grosso dei manifestanti viene dalle file di chi pensa che il nostro onore l’abbiano difeso i repubblichini.
Il cortocircuito prevede anche che i fascisti fattuali, comportamentali, anche quando afferenti alla microscopica galassia rosso-bruna, taccino di fascismo chi mantiene la comunità come lume. Che inalberino cartelli in cui affiancano alla profilassi le stesse svastiche che in privato ritengono un fregio ispirazionale.
Invece, per sunteggiare, gli autoritari sono loro. Ché da quegli anni bui hanno mantenuto una velleità di dittatura della minoranza, almeno nei loro frammentari e opachi vertici. Mentre gli altri sono pecore, e mai delle migliori. Gregge ostile che si oppone al gregge paziente e mira ad ammalarlo proclamando un eroismo da tinello contro un “sistema” indefinito, in assenza di coraggio per attaccare i molteplici sistemi concreti che azzoppano diutarnamente le classi meno tutelate.
Ai tempi, Berlusconi ci trasformò negli albanesi di noi stessi: bastava prendere il gommone Mediaset e votare Forza Italia per approdare in un bengodi privato da cui gli altri albanesi fossero esclusi. Una sorta di “prima me sempre e comunque” che altri avrebbero perfezionato, avvelenando i pozzi.
Oggi, combattere contro la salute dei più deboli somiglia, più che alla Libertà, alla Casa della Libertà di guzzantiana memoria: “Facciamo un po’ come cazzo ci pare”.
E pensare che, incredibile a dirsi, salveremo pure loro. Ché in fondo, a ‘sto giro, per fare la Resistenza bastano un’iniezione e due linee di febbre.