Nel 2014 il magistrato è andato in incognito per tre giorni nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. «Non immaginavo che tre giorni potessero essere un’eternità»

Ha raccontato il magistrato Dino Petralia, ex capo del Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che quando vinse il concorso, il suocero, avvocato penalista, gli disse che «per ogni toga sarebbe utile vivere per qualche settimana la vita del carcere».

 

Nicola Graziano, magistrato del tribunale di Napoli, che vive ad Aversa dove ha sede l’Ospedale psichiatrico giudiziario, lo ha fatto per davvero. Nel 2014, si è immerso per tre giorni in incognito nell’inferno dell’ex Opg, internato volontario tra i detenuti malati e a esaurimento. Insieme con il fotoreporter Nicola Baldieri ha realizzato un documento tanto drammatico quanto intriso di profondissima umanità. “Matricola zero zero uno”, si intitola (Giapeto Editori). La postfazione è di Franco Corleone.

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Quando Graziano intraprende il viaggio è il momento in cui gli Opg stanno per cedere il posto alle Rems con le attese tradite che L’Espresso ha documentato. Scrive: «Nella vita sono un giudice ma per 72 ore sono un uomo che le difficoltà della vita e della mente hanno condotto qua dentro. Non immaginavo che tre giorni potessero essere un’eternità». La spinta a valicare il portone di Aversa è in una domanda: «Ma lì ci vive la follia?». E l’unica risposta possibile appare «immedesimarsi e confrontarsi». In definitiva è questa la molla di un’esperienza limite fatta di incontri e di storie. Di solitudini, di dolore e di emozioni. E di un pugile che spacca tutto ma non chiude occhio senza il suo peluche.

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