La ricerca

I nostri dati sono sempre più in pericolo. Eppure non ce ne preoccupiamo più

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Polizia Postale

Furto e abuso di dati personali interessano l’80 percento dei nostri connazionali, secondo una ricerca Bva Doxa. Si tratta di una statistica ben al di sopra della media mondiale. Eppure cala il numero di chi se ne interessa

ChatGpt di OpenAi sta entrando rapidamente nelle classifiche dei siti più visitati al mondo, eppure il Garante per la protezione dei dati personali nell’aprile scorso ha adottato un provvedimento di sospensione provvisoria del servizio in Italia. ChatGpt non rispettava le prescrizioni riguardo a informativa, diritti degli interessati e base giuridica del trattamento dei dati personali per l’addestramento degli algoritmi con i dati degli utenti. OpenAi ha avuto un mese di tempo per allinearsi e ora ChatGpt è tornata on air.

 

Questo evento ha fatto emergere come spesso accediamo a servizi online e offline, senza interrogarci troppo sulla tutela della nostra privacy. Da uno studio condotto a livello internazionale (oltre 60 Paesi coinvolti con un campione di quasi 30 mila interviste nei mesi di ottobre e dicembre 2022) dal network Win, di cui Bva Doxa è partner, emerge che la tensione degli individui sulla tutela della privacy è piuttosto contenuta: il 45% della popolazione globale è preoccupata per la gestione dei propri dati. In Italia questo dato è in continuo calo: passa addirittura dal 45% del 2019 al 35% del 2022. Occorre domandarsi se le persone abbiano “abdicato” all’idea di poter controllare i propri dati, se effettivamente ci sia una maggior fiducia nell’operato dei giganti digitali o se la posta in gioco del life style è così alta da far accettare il rischio.

 

La ricerca Bva Doxa

 

Infatti, l’esperienza di abuso dei dati personali interessa ben il 63% della popolazione mondiale connessa; questa percentuale sale all’80% fra gli italiani, che più della media mondiale hanno sperimentato lo spamming e tentativi di phishing. Se si guarda agli abusi gravi, l’esperienza sul nostro territorio nazionale torna ad allinearsi con quella internazionale; magra consolazione considerando che ben il 12% degli italiani connessi afferma di aver subito un hackeraggio della mail, il 10% quello di dati bancari e /o aver subito la diffusione dei propri dati personali.

 

Bva ha condotto un’indagine sulle vittime di frodi bancarie online in Francia, Italia e Regno Unito e ha identificato tre momenti che sono determinanti: la scoperta della frode, dove prevale la rabbia verso l’operatore («la colpa è tua, il danno è mio»); la quantificazione del danno, governata dal timore per la perdita di controllo sui propri soldi; la gestione della frode e l’interazione con i vari soggetti (la banca, la polizia, le piattaforme), quando domina la frustrazione («dopo il danno la beffa: ora dovrò scalare la montagna amministrativa»). Gestire la dimensione emotiva è necessario perché è fondamentale per i business ma serve anche ad aiutare gli utenti ad affrontare in modo più consapevole la gestione dei propri dati.

 

Metodologia
Grado di accordo espresso tramite un voto da 1 (massimo disaccordo) a 10 (massimo accordo); nel grafico è riportata la percentuale di quanti hanno espresso un voto di accordo da 8 a 10.Fonte: WIN 2022. Base: 26.753 interviste raccolte in 36 Paesi.