Disturbi alimentari
Personal trainer, erboristi, estetisti e influencer: occhio ai nutrizionisti fai-da-te
Promettono risultati miracolosi, consigliano regimi alimentari senza averne le competenze, propongono prodotti miracolosi. Un business sempre più ricco e pericoloso
Li collocano a metà tra la figura del guru e quella del santone; sedicenti professionisti propinano la dieta dell’ananas o quella del mandarancio, da affiancare rigorosamente al trattamento estetico rimpolpante. Il tutto da mescolare con una buona dose di miracolosi integratori.
Nel campo della nutrizione dilagano abusivismo e illecito. Perché formulare un piano alimentare personalizzato è un’attività che compete esclusivamente a medici, dietisti o biologi; specialisti abilitati e regolarmente iscritti all’albo. Ciò che accade in realtà è diverso. Non di rado capita che le figure più disparate si auto-conferiscano il titolo di nutrizionista e ne ricoprano illegalmente il ruolo: personal trainer, erboristi, estetisti, influencer. È dinamica molto comune che in palestra, accanto alla programmazione dell’allenamento, vengano proposti scheda alimentare e integratori. Avviene tutto alla luce del sole, sponsorizzato perfino sui social.
Molti pseudo-professionisti elaborano diete con tanto di grammature e ripartizione degli alimenti nei pasti, calcolano il metabolismo, prendono nota di peso e misure corporee. Chiaramente a fronte di un considerevole esborso di denaro. Chi lo fa commette reato di esercizio abusivo della professione e, secondo l’articolo 348 del codice penale, rischia la reclusione fino a tre anni o una multa fino a 50 mila euro. Tuttavia i casi finiti in tribunale sono ancora troppo pochi. È ciò che emerge analizzando le sentenze sulla banca dati dei tribunali italiani.
Nel 2017 a Lecce, dopo un controllo nelle palestre da parte della Guardia di Finanza, erano state reperite schede di alimentazione redatte per i frequentatori dei centri, nonostante nessuno dei titolari fosse dietista o biologo. Sempre nel 2017 un personal trainer di Ancona aveva ordinato dieta e integratori a un cliente, che era finito in coma con una grave pancreatite.
Nel 2018 a Roma, una naturopata farmacista aveva prescritto a un minorenne una dieta alimentare accompagnata da alcuni medicinali, rilasciando peraltro fatture per prestazioni indicate come «sedute specialistiche» e «visite per intolleranze alimentari». Nel 2019 a Fermo, nelle Marche, era stata scoperta l’attività di una falsa biologa nutrizionista. Casi che rappresentano la punta dell’iceberg, perché fuori dai tribunali si fa fatica a indagare il sommerso.
«In generale c’è grande sottovalutazione del rischio in fatto di alimentazione – spiega il dietista Fabio Laurencigh – affidarsi a figure non qualificate è un pericolo per la salute fisica ma anche psicologica. È comune che vengano innescati meccanismi sbagliati, come la conta spasmodica delle calorie, che alla lunga possono favorire disturbi del comportamento alimentare. Chi non è qualificato spesso utilizza diete punitive e vessazioni. Ne ho viste veramente di tutti i tipi, non ultima: far bere il caffè col burro».
I sedicenti nutrizionisti propongono di frequente piani precompilati e molto simili tra loro nella falsa convinzione che ogni corpo sia uguale all’altro. Generalmente la varietà degli alimenti è ridotta al minimo, a volte sulla base di presunte intolleranze, in un’escalation senza fine di diete estreme e “da social”. «Diete che si basano più sulla moda del momento che su un reale fondamento scientifico». La chetogenica ad esempio stimola la produzione di chetoni, un prodotto di scarto, e viene spesso descritta come sacro graal per la prevenzione di patologie e per l’efficacia immediata sulla perdita di peso. «Ma i cali drastici di peso – ribadisce Fabio Laurencigh – sono pericolosi per la salute e creano danni metabolici. Con queste diete si perde molta massa magra e non si cerca invece il calo ponderale. In tema di alimentazione c’è poco da inventare, è quasi tutto già scritto, già scoperto. È necessario seguire le linee guida, la biochimica e la fisiologia, bilanciare gli alimenti, non rincorrendo le mode o le scorciatoie».
Ma cosa spinge a scegliere la scorciatoia? «Quando si cerca l’immediatezza, il percorso facile e veloce, significa che si sente il bisogno di diminuire i tempi di un disagio che proviamo – chiarisce Alessia Santoro, psicologa e psicoterapeuta – al centro c’è l’appagamento che può derivare dalla sensazione di esercitare un certo controllo su sé stessi, intervenendo sul proprio corpo, disciplinando il bisogno di cibo, neutralizzando i cambiamenti dovuti magari all’avanzare dell’età. Abbiamo così l’illusione che la testa e l’autocontrollo abbiano vinto sui processi naturali».
È un meccanismo amplificato dai social, in un confronto quotidiano con modelli ineguagliabili. «Queste dinamiche possono scattare fin dall’infanzia, favorite dalla sovraesposizione sui social che hanno anche i bambini – commenta la psicologa – vengono fotografati, filmati, postati e poi divengono anche loro soggetti ai meccanismi dei like e dei commenti. Da qui ci abituiamo a vederci e a percepirci dal di fuori e non da dentro, perdendoci il nostro vissuto e le sensazioni, e diventando critici e spietati con noi stessi, perché iniziamo a vederci semplicemente come un corpo».
È fondamentale comprendere determinati meccanismi, per non cadere nella trappola dei venditori di fumo, che a volte si pongono proprio come fattucchiere e maghi del fitness, capaci di ammaliare e incantare. «Queste figure si presentano come vincenti, in forma, sicure di sé, utilizzano un linguaggio curato e badano molto al contorno, per affascinare – aggiunge Santoro – possono avere tratti di anaffettività, opportunismo, assenza di empatia ma allo stesso tempo hanno un’abilità particolare nell’individuare le vittime, captano le loro fragilità e sanno quali tasti schiacciare. Utilizzano meccanismi di manipolazione e inganno, mettendo accanto a ciò l’illusione di poter raggiungere determinate aspettative. Che però vengono continuamente disattese».