Pippo Baudo celebra se stesso nella serata che presenta le nuove leve. La tv di ieri che non vuole lasciare il palco

Punt e Mes e Despacito, citofoni e rap. Un'altalena continua questa seconda serata, che ha sbatacchiato gli spettatori in un continuo andirivieni tra ieri e oggi, giovani e vecchi. E' vecchia Michelle Hunziker, con i suoi sorrisi di plastica, il suo immobile stupore e le sue vocali aperte. E' giovanissimo Favino, con il suo inglese perfetto e il suo talento da Re Mida che riesce a tramutare in oro persino l'inutile tormentone estivo. Il Volo è nato anziano, e omaggia un grande come Sergio Endrigo che ha regalato un pizzico di eternità alla musica. Red Canzian è del 1951, come Baglioni e come Sting. Tre generazioni in uno stesso anno.

Non è vecchia ma stantia la giuria demoscopica che relega la dolorosa canzone sulla tragedia dei migranti di MirkoeilCane in fondo alla classifica. Ed è vecchia la televisione che rappresenta Pippo Baudo, quella da cui vorremmo scappare e che torna subdolamente da ogni finestra lasciata aperta. Il grande professionista, l'uomo dai piedi fuori scala e dalla falcata invasiva, il presentatore che non vanta nessun tentativo di imitazione per la sua vociona talmente monocorde che è impossibile da replicare, entra a gamba tesa su una seconda serata che di mantelli di ragnatele pensava di averne srotolati abbastanza. E si prende il palco, il podio, il microfono, lo smoking, la camera e l'attenzione tutta per lanciarsi in un'improbabile lettera aperta, rigorosamente priva di ironia.

Pippo Baudo omaggia Pippo Baudo perché ha inventato tutto lui, la tv, il festival e persino il santo Remo. Minuti eterni di complimenti rivolti a se stesso, banalità snocciolate a favor di riprese e di pubblico imbolsito e adorante. Baci, scoperte, comprensioni. Tutto suo. Come il pallone del bambino ricco che se non lo fanno giocare se lo riprende. Un monologo che è servito a ricordare, a quei pochi che seppur sonnecchiando hanno mantenuto l'occhio vigile, che quella tv anziana dentro rappresentata da Pippo Baudo da Militello è ancora lì che occupa i salotti esattamente come l'autore di Donna Rosa ha occupato tredici festival. E come proprio Sanremo insegna no, non è l'età. Lo ha detto bene la signora Vanoni, ci sono voluti tanti anni per diventare giovani. Ma non tutti ci sono riusciti.








LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Il rebus della Chiesa - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso