Dalla pensilina di Fede alla palma dell'Honduras, le avventure di un giornalista naufragato insieme al programma. Che voleva puntare sulle avventure scollacciate e si è trovato in mano solo un pugno di zanzare

Paolo Brosio da Asti, due telegatti, nove libri, due divorzi e novecento giorni sul marciapiede del tribunale di Mani Pulite, era approdato sull’Isola dei Famosi per animare a mo’ di villaggio il parco vip più sottotono di sempre. Un colpo di genio autoriale aveva ordito il diabolico piano: sottoporre l’ex inviato passato da Fede (Emilio) alla fede (cattolica) alle molteplici tentazioni dei bikini svolazzanti in gara. Una provocazione elegante, tra lo scherzo della banana in mezzo alle due arance che si offre agli sposi e le commediole scollacciate degli anni Settanta che per alcuni restano ancora patrimonio, se non dell’Unesco, quantomeno comune.

D’altronde il passato di Brosio, classe 1956, faceva ben sperare. Sopravvissuto ai servizi più esilaranti della storia dell’informazione, oscurato solo dai tram di passaggio, dopo diverse avventure televisive in cui esprimeva la stessa sensualità dei gattini di Facebook, era diventato socio del Twiga con Briatore con cui condivideva camicie bianche e chiringuitos, gingillandosi a lungo tra fanciulle discinte e sostanze alternative. Era proprio nel bel mezzo di un’orgia quando vide la luce e abbandonò ?la via della perdizione per dedicarsi ?alla preghiera. Sulla carta, il concorrente perfetto.
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11/2/2019

Dopo un lungo periodo di semi latitanza televisiva recentemente ?era stato intervistato, come persona informata sui fatti, sulle madonne che piangono sangue. Ma durante il collegamento dal divano ?del suo salotto si era consumato il dramma ?del povero gatto Sushi in fin di vita con la mamma nel panico e la citazione del «Ma chi? Ciro!» urlato da Sandra Milo durante i bei tempi della tv di qualità. Era chiaro: Paolo Brosio era tornato. Pronto per essere tentato da nuove meraviglie.

Ma all’Isola quest’anno non gliene va bene una. E non solo da Paolino non arriva nessuna soddisfazione pruriginosa se non quella provocata dalle zanzare ?ma neppure quel grado di surrealtà da cartone animato che l’aveva reso così familiare. Così quello che doveva essere uno dei piatti piccanti dell’Honduras si è trasformato in una sorta di Villa Arzilla in cui armato di bandana protettiva Brosio mostra le sue spoglie, parla di urina, borbotta per il riso e fa coppia solo ?con Riccardo Fogli. E gli ascolti crollano. Aspettando il miracolo.

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