C’era un tempo in cui la televisione in certi momenti stava in silenzio. Tipo all’ora di pranzo. Quando nel 1982 su Rai 1 si cominciavano le danze solo con il Tg delle 13, un allora quasi giovane Silvio Berlusconi telefonò a Corrado per dirgli che stava cercando un conduttore che avesse una buona idea da proporre in quella fascia per il suo Canale 5. Corrado accettò la sfida con serenità, convinto che tanto a quell’ora nessuno avrebbe perso tempo davanti al piccolo schermo e sfornò, in senso letterale “Il pranzo è servito”. Gli italiani a mezzogiorno mangiano, così tanto vale proporre un piccolo gioco a quiz che ricordi le abitudini alimentari. Nacque così la ruota che gira, il pollo arrosto, la valletta silente e cotonata e il vocione di Corrado che anziché dire signore e signori buonasera deve convertirsi al buongiorno.
Dopo la prima puntata, riportano le cronache, il Cavaliere approvò soddisfatto: «Questo gioco non mi è affatto dispiaciuto... Me ne faccia... Sì, me ne faccia 300». Tipo un salumiere da palinsesto.
Oggi, dopo quasi quarant’anni, la tv ha imparato a non tacere neppure per un attimo e l’unica cosa che può fare per provare ad alzare le comuni palpebre è incuriosire con l’olio di gomito della sperimentazione. Ma si sa, quello è uno sporco lavoro ed è meglio che lo faccia qualcun altro.
Così Rai Uno presa da uno sfrenato furore ideativo ripesca il blando giochino del gigante Corrado, lo spolvera il meno possibile e manda Flavio Insinna in punta di piedi a portare il peso dell’eredità, in questo caso con la minuscola. Che l’Italia sia cambiata e la televisione anche in fondo a chi vuoi che importi. Meglio puntare sull’effetto nostalgia, che dicono, funziona sempre e se poi non è vero pazienza, tanto il buco lo abbiamo riempito.
Perché il quiz originale non era niente di che neppure all’epoca: chi indovinava il peso di una bistecca se la portava a casa, il premio finale era di cinquecentomila lire e la concorrente veniva chiamata Signorina. Nel “Pranzo” di Insinna le novità sono che si pesano i peperoni e ci si da del tu. E non c’è neppure Corrado a riempire l’inutile con un solo sguardo.
In poche parole, un esempio di quella che Umberto Eco chiamava neo Tv, che «mostra al pubblico di Piacenza la gente di Piacenza, riunita per ascoltare la pubblicità di un orologiaio di Piacenza, mentre un presentatore di Piacenza fa battute grasse sulle tette di una signora di Piacenza che accetta tutto per essere vista da quelli di Piacenza mentre vince una pentola a pressione».