Sanzioni da 20 mila a 60 mila euro per chi imbratta o danneggia beni culturali. Così ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge recante «Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici». Più volte definito dall’esecutivo come il ddl «contro gli eco-vandali».
Il provvedimento arriva dopo le recenti azioni di Ultima Generazione a Roma e Firenze, quando gli attivisti hanno tinto di nero, con il carbone vegetale, l’acqua della Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna e colorato con la vernice la facciata di Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria.
«Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività. Per ripulire occorrono l'intervento di personale altamente specializzato e l'utilizzo di macchinari molto costosi. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale», ha spiegato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dopo che in tutta Italia è diventato popolare il video del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che lava la facciata di Palazzo Vecchio con l’idropulitrice, senza protezioni.
Così chi danneggia beni storici pagherà in prima persona. In base alla gravità dell’atto commesso, con sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove è commesso il fatto, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali.
Ma se l’intento era quello di scoraggiare le proteste per la tutela dell’ambiente, i primi risultati non sembrano quelli sperati. Mercoledì mattina gli attivisti di Ultima Generazione sono scesi di nuovo in strada a Padova, per bloccare il traffico. «Andremo avanti fino a ottenere lo stop ai sussidi pubblici ai combustibili fossili», scrivono sui social. Perché, come spiega Michele Giuli, che fa parte del movimento che si batte per impedire il collasso eco-climatico, «più le leggi sono repressive più aumentano le possibilità di protesta. Adesso è importante capire come organizzarsi. Immagino che l’intento del ddl sia quello di riuscire a placare i movimenti di contestazione. Ma potrebbe anche trasformarsi una delle ragioni alla base della nostra crescita. Non solo di Ultima Generazione ma anche di altri movimenti d’opposizione, allargando la battaglia dalla crisi climatica, alle politiche economiche e sociale, al tema più generale della repressione di uno Stato autoritario contro la popolazione civile. Un argomento anche molto più facile da comprendere, da più persone. In uno Stato iper-liberale le forme di protesta per attirare l’attenzione devono essere eclatanti, come i blocchi del traffico sull’autostrada che facciamo, che hanno portato anche tanti automobilisti a odiarci. Invece, in uno stato autoritario per protestare bastano gesti meno impattanti. In grado, contemporaneamente, anche di polemizzare e ridicolizzare leggi assurde».