Maurizio Anzeri, Premio Miglior Esordiente Europeo, sostenuto da Saatchi gallery e Furini Arte Contemporanea, è difficile trovare un talento come te in Italia. Com'è capitato che hai scelto Londra?
Non so proprio se sono stato io a scegliere Londra o Londra me. Sono arrivato qui all'età di 17 anni. L'ho subito adorata, c'è una fertile intesa tra noi. Leigh Bowery, celebre artista/performer australiano, è stato il mio primo incontro, mi ha mostrato cosa sarebbe stato possible scoprire se fossi rimasto.
Che idea ti sei fatto dell'artista che trova fortuna all'estero?
Vivendo a Londra da cosi tanto tempo non mi sento un artista che ha trovato fortuna all'estero. E' qui che io ho studiato arte e ho iniziato la mia carriera aristica.
Perché, nel tuo percorso, hai voluto ricercare fotografie vintage?
Da tempo lavoro su ritratti fotografici, oltre a collezionarli. Per me le facce sono come dei paesaggi da esplorare e re-inventare, disegnandoci con i fili. Con il mio ricamo trasformo quei volti e reinvento storie e forme di appartenenza aprendo nuove possibilità.
Se tu dovessi raccontare il tuo modo di creare, di descrivere ciò che fai... come lo illustreresti ai nostri lettori?
Nel mio lavoro sono sempre stato attratto dall'uso dei fili e ho usato il ricamo, il cucito e i capelli come espedienti per catturare immagini. Mi ricordo che durante le mie classi di disegno io mi presentavo con la macchina da cucire piuttosto che penne e matite. Lavorare con i fili è la mia maniera di catturare esperienze. Gli scittori lo fanno con la scittura, infilando lettere in fili grammaticali e concettuali, in questo modo loro creano storie, personaggi e situazioni. A me sembra di fare qualcosa di simile con i fili. Scrivo e visualizzo i mie universi possibli con i loro scenari e personaggi.
Perché i capelli?
Ho sempre visto i capelli come una delle parti piu scultoree ed espressive del corpo umano. A Londra ho vissuto in quartieri multietnici dove la gente fa cose straordinarie con i capelli. Mi piace utilizzare un materiale che sia simulatneamente naturale e sociale.
Cos'è che fa scoppiare tutto nel tuo cuore quando, ad esempio, ripeschi fotografie degli anni Cinquanta ai mercatini delle pulci?
Non saprei dire che cosa fa scoppiare la mia creatività. Spesso è il cuore ma possono essere anche il cervello, la pelle o un giornata ventosa. E' un meccanismo troppo complesso per essere tradotto in una metafora organica così specifica come il cuore. In alcune occasioni scoppia, in altre mormora e sussurra. E' un continuo movimento.
Quali sono i momenti artistici della tua vita a cui sei più affezionato?
La mia vita artistica la amo tutta. E' un'avventura giornaliera e come tutte le avventure comporta rischi o giornate tempestose. Eppure continua a sorprendermi.
C'è un filo conduttore nella tua arte, che sembra unire 3D e nostalgia pop?
Non c'è un filo, c'è una matassa.
Hai avuto diversi riconoscimenti. Se dovessi sceglierne una, qual è la critica che ti ha più messo in discussione?
Io provo a mettermi in discussione costantemente e ad interrogarmi su quello che faccio o penso. Ho imparato molto dai commenti positivi tanto quanto dalle critiche: ne ho preso quello che serviva e accantonato quello che era inutile.
Che cosa c'è da aspettarsi nell'immediato futuro?
I prossimi mesi saranno intensi. Il 23 giugno ha aperto una personale al Baltic Center for Contemporary Art, dove presento una selezione di nuovi lavori di sculture di capelli e foto ricamate. Sempre nei prossimi mesi, prenderò parte a diversi show, 'Intersections' Moulborugh Chelsea NY dal 23 giugno e 'Version and Diversion' curato da Karen Downey al Temple Gallery Dublin dal 10 luglio. In Ottobre 'MakeUp' a Palazzo Gallery, Brescia, curato da Mariuccia Casadio. E' un momento della mia carriera intenso e produttivo.
Quanto conta la moda nella tua formazione? E quanto Alexander McQueen?
La moda è un'altra forma di esplorazione e d'invenzione di forme nello spazio. Ammiro lo spirito e la visione di molti designer, come allo stesso tempo trovo stimolanti i costumi cerimoniali della Nuova Guinea o i costumi dei Mammuttones in Sardegna. Collaborare con McQueen e Isabella Blow è sata un'esperienza interessante. Entrambi non avevano paura di sperimentare. Per loro ho creato sculture "indossabili": è stata l'opportunità di vedere le mie sculture non solo dal vivo ma viventi.