Il testo di Gigi Riva, pubblicato prima in Francia da Seuil col titolo “Le dernier penalty” e poi in Italia da Sellerio, già selezionato nella cinquina di finalisti del premio "Jules Rimet", racconta la storia di un uomo e l'intreccio, mai tanto stretto e soffocante, tra sport e politica. Un legame che trova una sintesi perfetta in quel rigore che «è trasvolato dal calcio, si è fatto mito, passaggio cruciale, leggenda».
Nelle precedenti edizioni il premio dell'associazione francese degli scrittori sportivi era andato al poeta brasiliano Max de Carvalho, a Daniel James Brown e a Joyce Carol Oates.
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In Croazia, Serbia e Bosnia il nome del difensore nativo di Sarajevo riporta alla mente solo quell'episodio del 'Franchi' di Firenze, quel penalty respinto da Goicoechea. «Se avesse segnato...», gli dicono continuamente. Perché, soprattutto da quelle parti, il calcio muove i popoli. E battere Maradona, entrare fra le prime quattro selezioni del mondo, avrebbe potuto scongiurare il crollo del nazionalismo jugoslavista. Magari le cose sarebbero andate diversamente, dice la credenza popolare, largamente diffusa.
Oggi Hadzibegic allena il Valenciennes, in Francia, ma il ricordo di quella rincorsa dagli undici metri e di quel peso insopportabile sulle spalle non lo ha mai abbandonato.