C’è stato un periodo in cui la rete ha illuso tutti. Anche i più corazzati. Oggi no, oggi capita solo ai più gonzi e, purtroppo, ai più indifesi, ma ieri, quando l’oggetto del desiderio aveva la forma ?di una scatoletta (caro, vecchio, assordante modem!), ci era cascato chiunque. Nasceva il web domestico, l’Homo Analogicus marciava in fretta verso il suo futuro di Homo Digitalis e le chat private, la cocaina dei timidi, riscrivevano drasticamente ?il concetto di “seduzione”. ?Il concetto di “sesso”. Il concetto di “prudenza”.
C’è stato un periodo in cui la rete ha illuso tutti. Un’alternativa pulita e sicura ?alla «grande malattia dal piccolo nome», un’alternativa pratica ?alle insidie (alle scomodità) della camporella.
E qui, a beneficio ?degli under 40, convochiamo ?il dizionario: se “camporella” significa “piccolo prato”, “andare in camporella” significa «appartarsi in campagna per amoreggiare». Due definizioni tanto adatte alla clandestinità bucolica delle nostre bisnonne quanto lontane dai modem incandescenti degli anni Novanta. Appunto. Ma come la mettiamo con i router del 2018? La mettiamo che proprio il web, paradossalmente, ha iniziato a fare retromarcia sulla camporella, ospitando siti specializzati ?e mappe dettagliatissime. Un autentico servizio di geolocalizzazione dell’amore. Una sorprendente rivincita delle nostre bisnonne.