Mr. Morale & the Big Steppers è un disco formidabile. E una conferma: in epoca contemporanea i rari sussulti di novità vengono dal mondo hip hop

Difficile pensare di poter rimanere estasiati ascoltando un pezzo in cui un uomo e una donna per la maggior parte del tempo si urlano contro “fuck you bitch! Fuck you nigger!”, con una certa indubbia capacità ritmica, va detto, ma pur sempre insultandosi a bestia e strillando. Eppure è successo perché l’autore di questo prodigio si chiama Kendrick Lamar, il pezzo ha anche un titolo, “We cry together”, e fa parte del suo nuovo disco intitolato con vezzo vintage “Mr. Morale & the Big Steppers”.

Perfino Eminem, che non è sempre un educato gentleman, ha detto di essere rimasto a bocca aperta ascoltandolo, e noi umilmente ci accodiamo. È duro, creativo, incalzante, ansiogeno, ma riesce a essere anche commovente, a tratti perfino struggente, e soprattutto ci restituisce la sensazione della musica come un territorio di sorprese e meraviglie. Questo risultato va nettamente contro uno dei più radicati pregiudizi in uso nel mondo della musica e cioè che il rap sia una musica infinitamente ripetitiva e monocorde. Sarà pur vero in molti casi, ma è indiscutibile che in epoca contemporanea i rari sussulti di novità, quando ci sono, vengano proprio dal mondo hip hop, fosse anche da un imprevedibile e scomodo protagonista come Kanye West o da una megastar come Drake.

 

Da parte sua Kendrick Lamar è pura avanguardia. Se n’è stato fermo per un po’, dopo aver vinto nel 2018 un Pulitzer per la musica, dopo il successo planetario della colonna sonora di “Black Panther”, è riapparso nello sfolgorante intervallo del Super Bowl 2022 dove si è celebrato il trionfo della cultura hip hop. A dirigere le danze era Dr.Dre, con Eminem, 50 cent, Mary J.Blige, Snoop Dog. Lamar, che era il più giovane, rappresentava il futuro e ora il futuro se l’è preso pubblicando un disco col quale tutti dovranno confrontarsi.

 

Se vogliamo godere di quei felici spiazzamenti dell’inatteso, se vogliamo godere della facoltà di sperimentare, di estremismi fantasiosi e libertari, dobbiamo andare a pescare nelle 18 tracce di “Mr.Morale”, un doppio disco se lo immaginiamo in vinile, dove si prende la libertà di usare tutto quello che gli pare, come del resto la musica dovrebbe fare sempre, tra citazioni colte e altre volgarissimamente basse, scorribande selvagge e ritmi travolgenti. In copertina ha messo se stesso che indossa una corona di spine, ma senza particolare enfasi, come se fosse una circostanza del tutto normale, accanto a sua moglie e ai due figli.

 

I pezzi oltrepassano nel racconto i limiti del personale, come se la corona di spine volesse dire che la sua vita, come la vita di ciascuno, è fatta di eroismi e sofferenza, di sesso, litigi, isolamento e fratellanza, amore e creatività. E finché c’è fantasia, c’è anche speranza.

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