'Le aliquote sono più alte dove la capacità delle amministrazioni di farsele pagare davvero è più bassa'. Colloquio con Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre

Nel libro "Tassati e mazziati" di Giuseppe Bortolussi, da poco in libreria, c'è una tabella con numeri sorprendenti. Sono descritti alcuni contribuenti-tipo e quanto pagano di tasse a seconda di dove vivono. Prendiamo Marco, single, impiegato con stipendio da 1.200 euro al mese. Se abitasse a Trento, Marco pagherebbe in tributi locali 424 euro. A Milano 453. A Roma 780. A Napoli gli toccherebbe il record: 838 euro. "Raccogliendo la documentazione per il libro ho potuto verificare con mano che le aliquote sono più alte dove la capacità dell'amministrazione di farsele davvero pagare è più bassa", spiega Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre.

Quindi si può dire che un contribuente onesto al Sud è mazziato due volte?
"Direi piuttosto tre volte. Non solo paga più dei connazionali di alcune regioni del Nord e ha servizi in genere peggiori: spesso deve anche sopportare il fastidio di essere considerato un evasore dagli italiani che ragionano per stereotipi".

Il federalismo assegna ai Comuni compiti di recupero dell'evasione. È bene?
"In parte forse sì. Ma vorrei sottolineare un aspetto che ritengo più importante. Siamo abituati a concentrarci su problemi come l'evasione fiscale, che certamente esiste e va combattuta. Penso però che, a volte, questo impegno ci faccia trascurare la questione principale: come vengono spesi i nostri soldi. Faccio un esempio: anche considerando la forte evasione fiscale, l'Italia ha maggiori risorse pubbliche da spendere rispetto alla Germania, che pure fornisce ai suoi cittadini servizi migliori. Se faccio pagare chi evade, garantisco più equità, ma non per questo miglioro la mia efficienza nello spendere. Per questo motivo, secondo me, il vero obiettivo della riforma è ancora più importante: usare meglio i soldi dei contribuenti".

L'inizio non sembra promettente: la Lega si è opposta all'abolizone delle Province.
"Il federalismo è uno strumento: può essere usato bene o male. E i boicottaggi sono sempre possibili. Per questo penso che il federalismo non vada considerato un patrimonio della Lega ma di tutti gli italiani. Con le addizionali sull'Irpef, ad esempio, molti amministratori saranno tentati di far pagare ancora più tasse ai loro cittadini. Ma si assumeranno, più di oggi, il rischio di essere rimandati a casa".

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