
1. La globalizzazione e la crisi degli Stati nazionali europei sono due facce della stessa medaglia. La Modernità
ha unito il mondo, su impulso degli europei, concentrando i benefici al centro e i costi alla periferia. Con la “globalizzazione” la periferia partecipa ?dei benefici e si sviluppa. Nel mondo globale possono essere grandi potenze ?e difendere i propri interessi e valori ?solo gli Stati di dimensioni continentali: Usa e Bric (Brasile, Russia, India e Cina). Tra poco nessuno Stato europeo ?sarà nel G20.
2. L’egemonia mondiale si decide nel Pacifico e i protagonisti non si preoccupano dell’Africa e del Medio Oriente, se non per trarne materie prime (la Cina) o espandere l’influenza politico-militare (la Russia). L’Europa è un vuoto ?di potere, una bassa pressione, intorno ?a cui si concentrano crisi geopolitiche. ?La stabilizzazione e lo sviluppo del vicinato è compito nostro, indispensabile per garantirci sicurezza (dal terrorismo) ?e stabilità politica (mantenere la democrazia liberale, lo Stato di diritto ?e lo Stato sociale).
3. Per l’assenza di unione politica dal 1945 l’Europa è oggetto della politica delle potenze mondiali. La Cina in ascesa ci vuole comprare con i suoi investimenti. La Russia è in declino economico, ma è una potenza militare: gioca al divide et impera tra gli europei e tra l’Ue e gli Usa per rafforzarsi a livello regionale. ?Gli Usa sono indecisi tra l’abbandonarci ?e il “tosarci” per far durare ancora ?un po’ la loro egemonia.
4. Viviamo la transizione da un’egemonia americana verso un sistema che auspichiamo multipolare, ma che potrebbe essere un’egemonia cinese. Trump indebolisce i pilastri ?della pax americana: le alleanze militari con Europa, Giappone e Corea del Sud; ?il ritiro dagli accordi commerciali multilaterali transatlantico e trans-pacifico e da quelli su clima e proliferazione nucleare, come quello con l’Iran; le organizzazioni internazionali, dall’Onu all’Organizzazione mondiale del commercio. Così ne faciliterà la riforma da parte della Cina. E spinge verso essa gli alleati “traditi”. L’Ue risponde con l’accordo commerciale con il Giappone (prima di Trump in stallo da anni), e il comunicato congiunto del 20° summit Ue-Cina, dopo 2 anni senza comunicato finale per i contrasti su proprietà intellettuale, accesso al mercato cinese ?e diritti umani.
5. Per Trump l’Ue è un nemico - forse più di Putin - e gli Usa possono fare a meno della Nato: una svolta epocale. Gli Usa non garantiscono più la nostra sicurezza. Ma l’Ue è la prima potenza commerciale e la seconda economia del mondo. I 28 hanno la seconda spesa militare mondiale, l’1,5 per cento del Pil, più del bilancio Ue (0,9%!). Spendiamo quasi metà degli Usa, con una capacità di circa il 10 per cento, perché abbiamo 28 eserciti nazionali. A spesa invariata l’Ue potrebbe affrontare le sfide geopolitiche se avesse una difesa unica sviluppata insieme alla componente civile della sicurezza, su cui è forte. Ma serve un governo federale, responsabile di fronte ai cittadini europei, per decidere quando e come utilizzare una difesa europea. Quindi senza il Regno Unito: dopo la Brexit può cooperare, non unirsi politicamente. Macron vuole «un’Europa unita, sovrana e democratica» e «che protegge»? La Francia condivida la sovranità su politica estera e di sicurezza, cioè il seggio all’Onu e la force de frappe, a patto che la Germania faccia altrettanto sul piano economico.
Il mondo è cambiato. Bisogna prenderne atto e agire. Abbiamo l’interesse e le risorse per farlo. Volontà e leadership cercasi.