Ustica: la verità sulla strage - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

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Il cielo è blu, l’aereo è in volo. Su un fianco si legge “Itavia”, dall’altra parte schizzano frantumi e spunta il muso blu di un altro velivolo, pericolosamente vicino. Tragicamente vicino. “Ustica, la verità” è lo strillo di copertina del nuovo numero dell’Espresso. Che contiene, a firma di Paolo Biondani, l’inchiesta definitiva sul disastro del 1980, costato la vita a 81 persone. A far cadere il DC 9  fu lo scontro con un caccia americano impegnato nell’inseguimento di un Mig libico. Non fu un cedimento strutturale, non una bomba, non un missile. 45 anni di depistaggi non sono riusciti a nascondere la prova definitiva, i segni di una collisione sul frammento di un’ala. «Un’azione di guerra in tempo di pace», la definisce il direttore Emilio Carelli nel suo editoriale che sottolinea il valore della scoperta, «un tributo doveroso a coloro che hanno perso la vita e ai loro cari».

 

Le altre inchieste del giornale raccontano nei dettagli i costi dilatati delle Olimpiadi invernali in arrivo tra Milano e Cortina (di Gianfrancesco Turano), la fabbrica di favori del Ministero dello Sport che viaggia a un ritmo di tre incarichi al giorno (di Sergio Rizzo), e il controllo delle grandi case farmaceutiche sulla ricerca (di Natascia Ronchetti). Che oltretutto, scrive Ludovica Privitera, è guidata da assurdi pregiudizi di genere: per questo si investe di più su un fastidio tipicamente maschile come la calvizie che su una situazione invalidante come l’endometriosi femminile.

 

Sara Giudice sottolinea come la stretta sui conti del Pio Alberto Trivulzio danneggi gli anziani bisognosi di Milano, mentre a L’aquila, scrivono Cecilia Fasciani e Ilaria Potenza, migliaia di ragazzi a quindici anni dal terremoto vanno ancora a scuola nei container. La Procura di Roma, racconta Antonella Napoli, continua faticosamente a indagare sulle malversazioni e la corruzione che hanno portato all’omicidio di Luca Attanasio, ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo. Diletta Bellotti invece denuncia l’assurdità di un processo per terrorismo contro tre palestinesi, accusati in Italia in base a prove fornite dai servizi segreti israeliani.

 

Sul fronte politico, l’Espresso fa luce sui rischi delle possibili riforme istituzionali: Massimiliano Panarari spiega che i neopopulisti vogliono raggiungere il potere per svuotare lo Stato di diritto. Succede già negli States dove, scrive Sebastiano Messina , il presidenzialismo sta uccidendo la democrazia. Ed è quello che si propone anche il nostro “Capitan Fracasso”, Matteo Salvini ritratto da Giuliano Torlontano.

 

Nelle piazze pacifiste intanto, nota Susanna Turco, si gettano i semi per un nuovo tentativo di campo largo. Un segnale forte al governo lo potranno dare i referendum su cittadinanza e diritti dei lavoratori in programma l’8 e il 9 giugno: perché nessuno trascuri l’importanza di questo appuntamento, Franco Corleone invita tuti i lettori dell’Espresso a parlarne, parlarne e parlarne a più non posso. Altri due inviti all’azione arrivano da Francesca Barra, che sottolinea la necessità di un’autocritica da parte degli adulti davanti all’analfabetismo affettivo dimostrato dai giovani colpevoli di femminicidio, e da Giuseppe De Marzo: ora che la Corte Europea ha dato ragione ai movimenti che denunciavano l’avvelenamento della Terra dei Fuochi, è importante sostenerli e «fare eco» alla loro lotta.

 

Dagli Stati Uniti travolti dal ciclone Trump arriva l’allarme per i cervelli in fuga (se ne occupano Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni): se il nuovo presidente americano obbliga a riscrivere ogni testo che contiene richiami al riscaldamento globale e alle politiche inclusive, il suo omologo argentino taglia i fondi alle ricerche sui crimini della dittatura di Videla (ne scrive Elena Basso). È una dittatura anche quella del partito socialista al potere da cinquant’anni in Vietnam: Tommaso Gioia e Lucia Bellinello raccontano la sorprendente vivacità economica di un Paese ancora ferito da un secolo di guerre.

 

Alle strategie per contrastare i dazi decisi da Trump dedica due articoli Federica Bianchi, che mette a fuoco le risposte dell’Europa e i rimedi previsti dai produttori di vino. Carlo Cottarelli invece respinge al mittente le presunte “discriminazioni contro gli States” denunciate dal presidente americano. Carlo Tecce fa il punto sui piani del governo per l’installazione della banda larga in tutta la Penisola, che passano attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber. Anna Roscio in Intesa Sanpaolo invece spiega a Marco Roberti perché l’istituto punta molto sull’imprenditoria green e femminile.

 

I lettori sanno che l’Espresso è particolarmente attento agli sviluppi sul fonte delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza artificiale: questa settimana Alessandro Longo mette in guardia dall’invasione dei robot cinesi, che sono i più avanzati del mondo e a prezzi molto bassi; Fabrizio Fiorini spiega perché la crittografia delle app non basta a metterci al riparo dal pericolo di furto dei dati; e Marco Montemagno, nel suo focus settimanale, fa il punto su come ChatGpt influenza i nostri acquisti. Loredana Lipperini invece torna sulla copertina del numero scorso dell’Espresso, dedicata al libro “Ipnocrazia” e al suo falso autore, due creature dell’Intelligenza artificiale: un falso che richiama alla memoria, con nostalgia, opere e provocazioni del collettivo Luther Blisset.

 

Sta per arrivare l’attesissima sesta stagione del serial ispirato dal “Racconto dell’ancella” di Margaret Atwood: Beatrice Dondi l’ha vista in anteprima e ne racconta pregi e difetti. Il geniale scrittore rumeno Mircea Cartarescu discute del suo nuovo romanzo con Stefano Vastano, Teresa Ciabatti spiega a Mattia Insolia perché ha costruito il suo ultimo libro intorno a un boss mafioso, Antonio Ortoleva torna in India nell’ashram dove si rifugiarono i Beatles.

 

E L’Espresso chiude con un invito alla positività e alla leggerezza: Fabrizia Ferrazzoli firma un focus su corsi, show e podcast che insegnano l’arte della risata; Stefania Rossini coglie lo spunto lanciato da un lettore per invitare a resistere al pessimismo; e Loredana Lipperini spiega perché a un governo che sa solo cavalcare la paura si deve rispondere costruendo ogni giorno un senso di comunità.

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