Sergio Mattarella e papa Francesco. Autorità morali, esempi d’integrità. Cecilia Sala e i giornalisti perseguitati

Dedichiamo la nostra copertina a due figure che in questo momento sicuramente rappresentano due autorità morali universalmente riconosciute: Sergio Mattarella e papa Francesco. Due voci che si sono levate più volte e con insistenza a invocare la pace, emergendo come fari di integrità e stabilità in un’epoca dominata da conflitti e crisi di valori. Sergio Mattarella, che fra meno di un mese festeggerà i suoi dieci anni al Quirinale, è diventato un baluardo di democrazia e pacificazione in un panorama politico troppo spesso animato da contrapposizioni e conflittualità, che rischiano di minare il tessuto stesso della nostra società. 

 

Dall’analisi che abbiamo affidato alla firma di Bruno Manfellotto appare chiaro che la sua è una presenza rassicurante, una figura super partes che sa navigare le acque tempestose della politica italiana senza mai smarrire la rotta verso i princìpi fondamentali di democrazia, giustizia e uguaglianza. Malgrado la polarizzazione crescente, il Presidente si erge con fermezza, evocando l’imperativo morale di una società coesa e solidale. Riuscire a non farsi travolgere dal caos è una sfida titanica, eppure Mattarella continua instancabilmente a svolgere il suo dovere, monito e custode per la nostra democrazia. Nel suo messaggio di fine anno è risuonato forte il richiamo alla necessità di difendere la pace e la dignità umana, che oggi appaiono sempre più minacciate. Valori incessantemente invocati anche dalla voce autorevole di papa Francesco, che, in uno scenario mondiale devastato dalle guerre, si fa portavoce dei più deboli e vulnerabili, ricordandoci che la guerra è sempre una sconfitta, non solo per i popoli in conflitto, ma per l’umanità intera. La sua insistenza nell’invocare la pace, senza sosta, è un grido che riecheggia con forza in tutto il mondo, dove l’urlo della guerra sembra sovrastare ogni altro suono. «Non dimentichiamo i Paesi in guerra», ammonisce, ricordandoci di non trascurare mai chi è colpito dalla violenza e dall’ingiustizia, soprattutto i bambini, pilastri della futura umanità. 

 

Nel suo operato, evidenziato dalla firma di Antonio Spadaro, il Papa ha sempre posto un’enfasi particolare sulle sofferenze dei più piccoli, degli innocenti che pagano il prezzo più alto di conflitti e indifferenza. È con questo spirito che Francesco ha istituito la prima Giornata mondiale dei Bambini e delle Bambine e ha voluto il summit mondiale sui diritti dei bambini che si terrà il prossimo febbraio. In questo numero de L’Espresso, vi invitiamo a riflettere su questi due esempi straordinari. La forza del loro messaggio ci esorta a non abbassare la guardia e a non desistere dalla lotta per la pace e la giustizia.

 

Infine, tutti noi giornalisti de L’Espresso siamo vicini ed esprimiamo la nostra solidarietà a Cecilia Sala, la collega italiana ingiustamente detenuta dal 19 dicembre nel carcere iraniano di Evin e liberata l’8 gennaio dopo 20 giorni di trattative col regime degli Ayatollah. Solidarietà e vicinanza anche a tutti i giornalisti e alle giornaliste tuttora privati della libertà per aver raccontato verità scomode e non dimentichiamo quelli che hanno perso la vita nei tanti conflitti che insanguinano il mondo. Si stima che 104 giornalisti abbiano perso la vita nel 2024, con la Palestina come territorio più pericoloso. 

 

(Fonte: Federazione Internazionale dei giornalisti).