La pompa di benzina, la farmacia, il tabaccaio e il supermercato fanno più incassi di Michelangelo e Raffaello, dei giardini e delle Ville Pontificie messe insieme

vaticano
Che i musei vaticani fossero una specie di zecca di Stato, con un giro d’affari superiore ai 90 milioni l’anno, è cosa nota. Ma nessuno sapeva, prima d’oggi, che il papa guadagna ancora di più con quattro negozi nascosti dietro le sacre mura. Proprio così: la pompa di benzina, la farmacia, il tabaccaio e il supermercato fanno più incassi di Michelangelo e Raffaello, dei giardini e delle Ville Pontificie messe insieme.

Un miracolo, visto che - mentre i capolavori del Rinascimento vengono presi d’assalto da 5 milioni di turisti ogni anno - gli esercizi commerciali sono riservati ?a pochissime persone: cioè la curia e i residenti (circa 800 persone) e i 2800 dipendenti laici. Eppure il bilancio 2012 del Governatorato parla chiaro, e pone dubbi (anche fiscali) sui traffici tra Italia e Santa Sede.

entrate-jpg
Partiamo dalla farmacia. Se in media, secondo studi dell’Associazione nazionale dell’industria farmaceutica, un negozio italiano serve un bacino di 3500 persone fatturando 700 mila euro l’anno, il punto vendita diretto da frate Rafael Cenizo Ramirez ha incassato ben 32,6 milioni. Da sommare ai 41,6 milioni dell’anno precedente.

Exploit che si spiegano facilmente: non solo la farmacia accetta le ricette di Stati esteri, ma vende prodotti scontati (anche del 20 per cento) rispetto a quelli romani. Inoltre i preti smerciano pasticche che non si trovano in Italia, ?da antiemorroidali richiestissimi (come l’Hamolind) a costosi rimedi per malattie più gravi. Non è un caso che quella vaticana sia la farmacia più frequentata del pianeta, presa d’assalto da quasi duemila clienti al giorno.

Anche francobolli e monete, vendute dall’Ufficio filatelico, permettono guadagni stellari: nel 2012 i collezionisti hanno speso oltre 19,8 milioni di euro per accaparrarsi serie celebrative ?e medaglie assortite.

Ma le cifre più sorprendenti degli ?incassi del Governatorato riguardano le sigarette, i carburanti e l’annona spacci, ossia il market “tax free” d’Oltretevere. Tutte attività commerciali che sono destinate solo ai possessori di una speciale tessera, appannaggio ?- in teoria - solo di residenti e dipendenti.

Chiesa
Scontro di potere in Vaticano
25/2/2015
Facendo qualche divisione, però, i conti non tornano: il tabaccaio guadagna infatti 10 milioni l’anno: significa ?che i 3600 aventi diritto fumano tutti come turchi, in media due-tre pacchetti ?al giorno, 365 giorni l’anno.
La pompa di benzina incassa 27 milioni: calcolando un consumo medio, ogni prete percorrerebbe 45 mila chilometri l’anno, quanto un commesso viaggiatore.

Il supermercato (che vende anche capi firmati e prodotti high-tech) ha emesso infine scontrini per oltre 21 milioni. ?Non è un caso che secondo uno studio del California Wine Institute nel 2012 ?il Vaticano è il Paese con più alto consumo di vino al mondo, con una media mostruosa di 74 litri a persona.

Gli uomini di Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato, ?escludono un boom di alcolizzati.
E segnalano due problemi che potrebbero spiegare le anomalie contabili. «Sospettiamo che qualche dipendente compri quantità enormi di prodotti sottocosto, per poi rivenderli in Italia guadagnando in nero», ragionano. «È difficile beccarli con le mani nel sacco, non è che la Gendarmeria può controllare ogni macchina che entra e esce. Inoltre è probabile che i tesserini siano stati regalati a politici e amici ?di sacerdoti e cardinali».

Per legge il permesso viene dato solo ?ai dipendenti, al personale del corpo diplomatico e alle congregazioni, ?«ma temiamo siano tanti gli onorevoli ?e i potenti che approfittano dei negozi senza averne diritto».
Raccomandazioni che fanno felici tutti: ?il Vaticano guadagna somme enormi, ?i clienti fanno buoni affari. L’unico ?a rimetterci, ovviamente, è l’erario italiano. Ma nessuno, finora, ha mai fatto nulla per fermare l’andazzo.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Il pugno di Francesco - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso