Assalti di fan. Blog per segnalare i suoi spostamenti. Incassi record per i suoi film. In Italia impazza la Scamarciomania

Qnt kavolo e bello qnd gli guardi gli okki altro ke 3 metri sopra il cielo minimo 10... Firmato Lisetta 69 e liberamente tratto dalla chat del sito www.riccardoscamarcio.net, un fantastico mondo popolato di Fragolette e Cucciole. In piazza Duomo a Milano 10 mila ragazzine hanno atteso la sua apparizione a uno show di Mtv al grido di: "Ollelle ollalla faccelo vedè faccelo toccà". Nella stessa città alla presentazione del dvd di 'Tre metri sopra il cielo' è intervenuta la polizia per estrarlo dalla libreria assediata dalle sue fans. Stessa scena alla proiezione di 'Ho voglia di te': la platea gli si è riversata addosso e, solo in seguito alla minaccia degli organizzatori di farlo ripartire subito, le scamarciate si sono rimesse a sedere. In tv ha raccontato di una bambina di nove anni che gli ha urlato "scopamiiii" (ma papà la manda sola?). Un delirio.

Riccardo Scamarcio (Skmrc nella lingua digitata delle 'Tim agers') è un caso nazionale. Un fenomeno come in Italia non s'era mai visto prima. Certo, c'era stato Simon Le Bon dei Duran Duran negli anni '80, e poi Cruise, Depp, DiCaprio o Pitt. Ma la differenza è che Scamarcio è italiano, non è un sogno americano che vive solo sui poster appiccicati nelle camerette, ma a Roma. E rispetto alle fanatiche anni '60, le sue ammiratrici possono braccarlo armate delle nuove tecnologie: sui blog gli spostamenti della star di Andria sono aggiornati passo passo in tempo reale, manco la Cia, e il resto lo fa il tam tam via sms. "Skmrc è al tal bar di Trastevere!!!", e stormi di motorini calano in picchiata. Ma mica solo loro: arrivano anche padri e madri brandendo sempre i maledetti telefonini. Una roba simile non ha precedenti, neanche con Raul Bova o Stefano Accorsi o tutti i vari morti di fama dei reality, tronisti e rintronati vari. Un sondaggio lo ha eletto a personaggio più popolare di marzo anche tra gli adulti: la sua bellezza arrogante e un po' dannata fa colpo anche sulle mamme. Le sue apparizioni pubbliche vengono protette da una quindicina di body guard. 

I suoi due film in sala, 'Manuale d'amore 2' e, soprattutto, 'Ho voglia di te', sono rispettivamente al primo e al terzo posto del box office 2007 con un totale di 32,2 milioni di incasso. Tenendo presente che un film italiano mediamente festeggia a champagne quando arriva al milione, si ha un'idea delle proporzioni. Fabio Piscopo, editore di una trentina di riviste per teenagers tra cui 'Cioè', certifica che in 27 anni di teen-idol non aveva "mai visto nulla del genere". Sull'onda dell'entusiasmo ha lanciato anche 'Cioè Max', naturalmente con un bel servizio su Scamarcio. Il giornalista Alessio Sperati è lo scamarciologo del gruppo e su di lui ha già scritto (chissà come) un centinaio di articoli: "Per noi è come Romano Prodi per 'la Repubblica'".

L'ufficio stampa del sex symbol pugliese riceve circa 150 mail al giorno, in buona parte di ragazze che si spacciano per giornaliste. Tra le richieste autentiche anche quelle della tv israeliana e messicana. Una rivista ha allegato come gadget l'ormai famigerato lucchetto, simbolo di eterno d'amore, con inciso sopra Hvdt, l'acronimo di 'Ho voglia di te'.

In tutto questo, il problema principale di Scamarcio è far capire che c'è dell'altro. Che non vuole morire da santino azzeccato sugli zainetti colorati fino a sbiadire, soffocato da cuoricini rossi a pennarello, che non è uno stereotipo o un prodotto commerciale per minorenni ma, anzi, il suo obiettivo è il cinema d'autore. Per cui si lascia travolgere accondiscendente dai bagni di folla, ma non lo si vedrà mai indossare un cappellino con la scritta 'Mister Amore' come fa alle presentazioni Federico Moccia, l'autore di questi bestseller, massimo cantore contemporaneo del testosterone puberale. Anzi, Scamarcio non manca mai di sottolineare, un po' snob, che lui quei libri non li ha nemmeno letti perché gli è "bastata la quarta di copertina", e che Hvdt non voleva farlo: "Mi sembrava che l'argomento si fosse già esaurito col primo episodio". Poi ha ceduto, per riconoscenza verso quel 'Tre metri sopra il cielo', che lo aveva fatto conoscere, e verso la Cattleya, che lo aveva messo sotto contratto triennale.

Era brutto dire no, ma, ora che l'accordo è scaduto, difficilmente il produttore Riccardo Tozzi riuscirà a convincerlo a interpretare per la terza volta il ruolo di Step, il bel maledetto che tanto fa sognare. Certo anche il cachet è stato un incentivo, ma al ragazzo va riconosciuto di non essere avido, visti i rifiuti opposti a decine di proposte pubblicitarie. Scamarcio, in quest'ansia di prendere le distanze da quel se stesso che tappezza edicole e diari, ripete continuamente che sogna di lavorare all'estero (sta ingaggiando un agente a Los Angeles e ha una dialogue coach inglese), ma che però "la Murgia è la mia California" (e il dialogue coach ce l'ha anche napoletano per il prossimo film di Placido); che vorrebbe fare un film col regista Alfonso Cuarón, che gli piacerebbe recitare nei panni di Vallanzasca o di Federico II di Svevia o di un personaggio dostoevskijano in un film visionario, che i suoi riferimenti sono Fellini, Leone, Kieslovsky e Volontè.

Insomma, vuole essere preso sul serio. E giustamente: perché oltre che bello è bravo, studia, legge e non è nemmeno "stronzo come sembro". È diffidente e permaloso, ma sa ascoltare e ponderare. Non fa capricci e bizze da divetto. Sì, ha sempre quest'aria un po' insolente e scoglionata, l'occhiaia vissuta, l'espressione sgualcita. E poi, ogni tanto, gli parte qualche frase alla Buscaglione, del tipo 'ok piccina ti strapazzo', ma poi torna a fare il ragù. In fin dei conti, in un paese dove basta un Suv in leasing per metter su la faccia da pirla onnipotente, un 27enne come lui avrebbe tutto il diritto a montarsi un po' la testa, e che diamine. Invece, a conoscerlo un po', si scopre un ragazzo maturo, timido, intelligente, educato, disponibile e solido. "Sin dai tempi della scuola mi dicevano tutti che ero uno stronzo e anche oggi so di dare quell'idea, ma non è colpa mia se il mio aspetto è in antitesi con quello che sono davvero. Divento antipatico solo quando mi parte la brocca. Ad esempio coi fotografi che mi pedinano ovunque".

L'invadenza delle scamarcine lo irrita di meno: "Mi dà un po' fastidio quando mi fotografano mentre mangio: preferisco parlarci piuttosto che essere trattato come un oggetto. All'inizio ero un po' spaventato. Non so se 'Ho voglia di te' è un film adolescenziale: dobbiamo per forza etichettare tutto. È un film sull'amore, con qualche luogo comune, e su una domanda che si pongono tutti: esiste quello eterno? Non ci vedo nulla di male. I ragazzi hanno diritto ad avere dei miti e a sognare: oggi purtroppo non hanno molta scelta".

Dai lucchetti a Luchetti, nei prossimi mesi girerà 'Colpo d'occhio' di Sergio Rubini e poi, quasi certamente, 'Pericle il nero' di Abel Ferrara e 'Cari compagni' di Michele Placido. Registi di qualità, storie e personaggi sempre più sofisticati e vari. Stephen Frears gli ha fatto un provino e un altro cineasta italiano 'impegnato' vorrebbe portarselo in Amazzonia (l'idea della fuga lo stuzzica).

Ma ora ha il privilegio di poter scegliere fra decine di copioni che lo sommergono, un po' perché i registi sanno che ha talento e un po' perché i produttori sperano che la sua faccia sia sinonimo di incassi. Nelle sue scelte lo aiuterà una solida famiglia borghese (madre pittrice e padre imprenditore), un'agente che sa il fatto suo come Fabrizia Mancuso e una compagna come Valeria Golino, attrice che ha sempre rischiato su giovani registi, come Crialese o Capuano. La storia d'amore con una donna più grande di 13 anni attira la curiosità morbosa di media e fans, ma chi li frequenta sostiene che la differenza sia solo anagrafica.

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