Era il 26 gennaio del 1994 quando, con una videocassetta, Berlusconi annunciava la sua discesa in campo. Da allora, tutta la politica italiana è stata in ostaggio dalla sua persona. E lui ha governato in tutto 9 anni e 26 giorni. Sarebbe anche ora di finirla, no?

L'avventura politica di Silvio Berlusconi è iniziata il 26 gennaio 1994 con l'ormai celebre videomessaggio in cui annunciava la sua 'discesa in campo'. Da allora sono passati 6.495 giorni, di cui 3.311 trascorsi dal Cavaliere a Palazzo Chigi. Insomma, è stato presidente del Consiglio in tutto per 9 anni e 26 giorni, in tre diverse legislature (251 giorni la prima volta, 1.781 la seconda, 1.279 la terza, fino a oggi.

Tre giri ma quattro governi, tutti preceduti da annunci roboanti ma soprattutto costellati di insulti agli avversari e alle istituzioni, processi penali, conflitti di interessi, leggi ad personam, scandali sessuali e gaffe internazionali, fino al totale isolamento e alla recessione che lo ha messo in ginocchio.

Ha iniziato promettendo un milione di posti di lavoro, meno tasse per tutti e la «rivoluzione liberale», ha concluso aggrappandosi a Domenico Scilipoti in una disperata, ossessiva lotta per la sopravvivenza. Una parabola che ha segnato le sorti del Paese e della Seconda Repubblica. Eccone le tappe principali.


28 luglio 1993
Berlusconi smentisce le voci che danno per imminente un suo ingresso in politica: «Non esageriamo. Non abbiamo nessuna intenzione di fondare un nuovo partito politico. Niente di tutto questo. Ci sono state semplicemente cinque o sei cene private, a casa di amici, senza nessuna regia, nelle quali in modo molto naturale e informale ci siamo detti che anche noi avremmo dovuto fare attenzione a quello che sta succedendo nel paese».


23 novembre 1993
L'imprenditore Berlusconi, a Casalecchio di Reno per l'inaugurazione di un centro commerciale Euromercato, si schiera nella corsa a due per il posto da primo cittadino di Roma tra Gianfranco Fini e Francesco Rutelli: «Se fossi a Roma non avrei dubbi: voterei per Fini. Non avrei un secondo di esitazione perché è l' esponente che raggruppa quell'area moderata che si è unita e può garantire un futuro al Paese».


28 novembre 1993
Intervistato a 'Mixer,' Berlusconi risponde a una domanda di Giovanni Minoli ancora sul suo coinvolgimento attivo nella vita politica del Paese: «Sarebbe un'ipotesi estrema a cui non voglio neppure pensare, perché comporterebbe un cambiamento totale di vita e la rinuncia alla direzione del mio gruppo che credo abbia ancora bisogno dell'imprenditore Berlusconi».


26 gennaio 1994. Con un videomessaggio di nove minuti, Berlusconi annuncia la sua 'discesa in campo': «Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare».


27 e 28 marzo 1994
Si tengono le prime elezioni politiche dell'era berlusconiana. Vince la coalizione del Cavaliere, al Nord con la Lega di Umberto Bossi e nel resto d'Italia con l'Msi di Fini. Il 10 maggio 1994 si forma il primo governo Berlusconi.


22 novembre 1994
Berlusconi è raggiunto da un avviso di garanzia dai giudici di Mani Pulite. L'accusa è di concorso in corruzione per presunte tangenti alla Guardia di Finanza. Sarà assolto nel 2001 in Cassazione «per non aver commesso il fatto».


22 dicembre 1994
Berlusconi rassegna le dimissioni a seguito della fuoriuscita della Lega dalla coalizione di governo. Motivo del dissidio, il rifiuto del senatur di mettere mano alle pensioni. Il 17 gennaio 1995, dopo soli 252 giorni, il governo cessa il suo mandato.


2 febbraio 1995
Berlusconi, all'opposizione dopo la formazione di un governo tecnico a guida di Lamberto Dini, va allo scontro frontale con l'ex alleato padano: «Io non mi siederò mai più allo stesso tavolo con Bossi. È totalmente inaffidabile e non appoggerò mai un governo che sia appoggiato anche da Bossi, un monumento di slealtà che per giunta oggi vale l'1,8 per cento di voti».


21 aprile 1996

Alle elezioni politiche si fronteggiano l'Ulivo, guidato da Romano Prodi, e il Polo per le Libertà, il cui leader è Berlusconi. Che perde e resta all'opposizione.


12 luglio 1996. Berlusconi è rinviato a giudizio per i reati di finanziamento illecito al Psi di Bettino Craxi e falso in bilancio aggravato nell'ambito del processo All Iberian. Sarà diviso in due tronconi: il Cavaliere sarà prosciolto per intervenuta prescrizione nel primo e assolto perché «il fatto non costituisce più reato» nel secondo. Nel corso degli anni, Berlusconi sarà accusato di rapporti con la mafia, corruzione (caso Mills), abuso d'ufficio (inchiesta di Trani) e, ripetutamente, di reati fiscali e tributari, senza tuttavia subire finora nessuna condanna.


24 gennaio 1997
Nasce la Commissione parlamentare per le riforme costituzionali, cioè la volgarmente detta 'Bicamerale'. Presidente è Massimo D'Alema, che il 18 giugno dello stesso anno sigla a casa di Gianni Letta il 'patto della crostata' con Forza Italia, Alleanza Nazionale e Popolari. L'accordo salta dopo 15 mesi di faticosi compromessi a causa di un improvviso colpo di mano di Berlusconi. Che ai disperati tentativi di riconciliazione di D'Alema replica dandogli dell'«arrogante». E affermando: «La partita è chiusa».


18 gennaio 2000

Bossi e Berlusconi tornano lentamente a piacersi, e iniziano a discutere un accordo per le regionali. Il senatur dichiara: «Rispetto al '94 siamo migliorati tutti, soprattutto Berlusconi. Il problema di allora era che il cambiamento veniva solo sbandierato a parole mentre oggi mi sembra che si possa tradurre nei fatti». Poco dopo, la riappacificazione è cosa fatta.


8 maggio 2001.
In vista delle elezioni politiche, Berlusconi sigla nel salotto televisivo di Porta a Porta il «contratto con gli italiani». Cinque gli obiettivi: abbattimento della pressione fiscale, piano per la prevenzione del crimine, innalzamento delle pensioni minime, creazione di un milione e mezzo di posti di lavoro, apertura del 40% dei cantieri previsti nel piano decennale per le Grandi opere. «Nel caso che al termine di questi 5 anni di governo almeno 4 su 5 di questi traguardi non fossero stati raggiunti, Silvio Berlusconi si impegna formalmente a non ripresentare la propria candidatura alle successive elezioni politiche», conclude il documento. Gli impegni non saranno rispettati, ma Berlusconi avanzerà comunque ulteriori candidature.


13 maggio 2001
Rutelli e Berlusconi si sfidano di nuovo. Questa volta la spunta il Cavaliere, che l'11 giugno forma il suo secondo governo, il più longevo della storia repubblicana (1.412 giorni).


28 aprile 2002

Durante una visita a Sofia, Berlusconi pronuncia il cosiddetto 'editto bulgaro': «L'uso che Biagi, come si chiama quell'altro? Santoro, ma l'altro... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga». I tre scompaiono dai palinsesti del servizio pubblico.


2 luglio 2003. Berlusconi, presidente di turno dell'Ue, è al Parlamento europeo. A un attacco dell'eurodeputato socialista Martin Schulz, Berlusconi replica con una dichiarazione che diventerà una delle sue più famose gaffe internazionali: «Signor Schulz, so che in Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto!».

3 e 4 aprile 2005
Alle elezioni regionali il centrodestra subisce una sonora sconfitta, che porta i ministri di Udc e Nuovo Psi a uscire dal governo. Due settimane più tardi Berlusconi si dimette. Dopo rapide consultazioni il 23 aprile il Cavaliere ottiene l'incarico dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi di formare il governo Berlusconi III. Varerà le discusse leggi Bossi-Fini sull'immigrazione e Fini-Giovanardi sull'uso di stupefacenti, così come la contestatissima Gasparri sul riassetto del sistema radiotelevisivo.


3 aprile 2006
Nell'ultimo duello televisivo con Prodi per le elezioni politiche che si terranno da lì a qualche giorno, un Berlusconi in difficoltà annuncia: «Aboliremo l'Ici sulla prima casa». Il risultato della tornata elettorale del 9 e 10 aprile darà ragione a Prodi, seppure solo per un pugno di voti alla Camera (24 mila) e con addirittura 500 mila voti in meno rispetto all'avversario al Senato. Berlusconi prima parlerà di «brogli», non riconoscendo l'esito elettorale, poi di un «sostanziale pareggio».


27 novembre 2006
Berlusconi ha un malore durante un intervento a Montecatini. «La libertà è a rischio, la nostra più profonda preoccupazione è che vengano meno i margini di libertà», si infervora il Cavaliere, che ritorna per l'ennesima volta sulla «notte degli spogli e degli imbrogli» delle passate elezioni. Poi pronuncia un'ultima frase («Scusate, la commozione ha prevalso») e sviene.


18 novembre 2007.
In piazza San Babila, a Milano, Berlusconi pronuncia il 'discorso del predellino', che annuncia la nascita del Pdl: «Oggi nasce ufficialmente un nuovo grande Partito del popolo delle libertà: il partito del popolo italiano. Invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo».


13 e 14 aprile 2008
A seguito del collasso del secondo governo Prodi, gli italiani tornano alle urne. Berlusconi questa volta sfida Walter Veltroni. Il trionfo è netto, e il centrodestra può contare su una maggioranza di quasi 100 deputati alla Camera e di 40 senatori.


28 aprile 2009
Scoppia la polemica sul «velinismo». E la seconda moglie di Berlusconi, Veronica Lario, interviene nel dibattito in polemica sulle candidature femminili del Pdl in vista delle europee, tra annunciatrici e concorrenti del Grande Fratello: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere».


29 aprile 2009
Repubblica svela che Berlusconi si è presentato alla festa di compleanno per i 18 anni di Noemi Letizia, bionda studentessa di Casoria. Lei, intervistata, dice: «Sosterrò Papi fino alla morte». In tutta risposta, Lario chiede il divorzio: «Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni». Nel corso dei mesi emergeranno diverse contraddizioni nelle versioni fornite dal presidente del Consiglio per giustificare la sua presenza, compendiate in dieci domande rivolte dal quotidiano a Berlusconi il 26 giugno.


17 giugno 2009
Patrizia D'Addario, presentata come candidata alle elezioni comunali a Bari in una lista affiliata al Pdl, rivela: «Mi hanno messo in lista perché ho partecipato a due feste a palazzo Grazioli». Per la prima, afferma di aver ricevuto 1.000 euro dall'imprenditore Giampaolo Tarantini. Durante la seconda, sostiene di aver fatto sesso con Berlusconi nella notte dell'elezione di Barack Obama. «Ho le registrazioni», dice. L'Espresso le ha pubblicate a luglio 2009.


13 dicembre 2009

Berlusconi ha appena terminato un comizio a Milano, quando uno squilibrato lo colpisce al volto con una miniatura del Duomo. Il Cavaliere è ferito, sanguina, ma se la cava con due denti rotti, qualche lesione e una prognosi di 15-20 giorni. «Sono miracolato, un centimetro più su e avrei perso l'occhio», dice. Nel periodo immediatamente successivo, si diffonde lo slogan «L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio». È il battesimo della retorica del «partito dell'Amore».


28 ottobre 2010

Si apprende che una minorenne marocchina, Karima El Mahroug (in arte Ruby Rubacuori) è stata fermata per furto dalla Questura di Milano nel maggio dello stesso anno. Soprattutto, che a intercedere per l'affidamento al consigliere regionale del Pdl, Nicole Minetti, è lo stesso Berlusconi, con una telefonata in cui afferma si tratti della «nipote di Hosni Mubarak», l'allora presidente egiziano. Ai magistrati Ruby racconta cosa realmente accadrebbe alle feste del presidente del Consiglio a Villa San Martino, ad Arcore: il 'bunga bunga'. La Procura di Milano decide di indagare Berlusconi per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile. È uno scandalo planetario.


14 dicembre 2010

Le opposizioni, inclusi i finiani fuoriusciti dalla maggioranza, decidono per una mozione di sfiducia al governo Berlusconi. Il Cavaliere, nonostante giorni in cui si parla di un vero e proprio mercato di parlamentari, è in bilico fino all'ultimo. Tuttavia, dopo un voto soffertissimo, la spunta: 314 a 311. Determinanti i voti dell'ultimo momento degli esponenti di Futuro e Libertà Catia Polidori (oggi viceministro) e Silvano Moffa, così come quelli degli ex Idv Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, che diventerà il simbolo dell'ultima parte della legislatura.


7 novembre 2011
Dopo quasi un anno di galleggiamento, tra promesse e continui transiti di parlamentari, il Paese si ritrova in ginocchio. Non bastano due manovre estive e una lettera di intenti alla Bce: lo spread Btp-Bund è alle stelle, l'Italia al centro della crisi del debito. In mattinata si rincorrono le voci di imminenti dimissioni di Berlusconi, diffuse su Twitter dal vicedirettore di Libero Franco Bechis e sul Foglio.it da Giuliano Ferrara. Il Cavaliere smentisce: «Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi».

8 novembre 2011
Voto sul rendiconto dello Stato, alla Camera. La maggioranza diventa ufficialmente minoranza.

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