
Si parte con l’ex presidente del Kosovo, Behgjet Pacolli. Si passa per la figlia del dittatore kazako, Nursultan Nazarbaev. Poi per il patron del Genoa, Enrico Preziosi. Infine si arriva a Silvia Necci, ex moglie e socia in affari di Danilo Coppola, l’imprenditore italiano arrestato poche settimane fa per bancarotta fraudolenta. Un vortice di acquisizioni talmente rapido da far girar la testa.
Il primo a mettere le mani sulla villa dei misteri è stato appunto Pacolli, famoso in Italia soprattutto per aver sposato la cantante Anna Oxa. Kosovaro con cittadinanza svizzera, 64 anni, Pacolli è uno degli uomini più ricchi della repubblica balcanica. E anche uno dei più controversi. Ha ricevuto onorificenze dai governi di Stati Uniti e Russia, è stato ringraziato pubblicamente dall’Onu per aver permesso la liberazione di un ostaggio in Afghanistan. Per poco più di un mese, nel 2011, ha ricoperto persino la carica di presidente del Kosovo. Sull’origine delle sua fortuna, però, negli anni si sono susseguite parecchie accuse. Tutte rivelatesi finora infondate.
A partire dal “Russiagate”, il presunto scandalo per cui Pacolli, alla fine degli anni ’90, avrebbe pagato tangenti al clan dell’allora presidente russo Boris Eltsin in cambio di appalti edilizi, come quello per la ristrutturazione del Cremlino. L’attività principale del milionario kosovaro è infatti quella immobiliare, realizzata soprattutto attraverso Mabetex Group. Una multinazionale da 14mila dipendenti, con sede fiscale nel Canton Ticino, ma con interessi concentrati soprattutto in Kazakistan. Attiva nel Paese dalla metà degli anni ’90, la Mabetex ha realizzato gran parte delle opere pubbliche della capitale Astana ed è oggi uno dei principali costruttori dell’Expo in programma in Kazakistan per il prossimo anno.
D’altronde, il legame con Nursultan Nazarbaev, presidente dell’ex repubblica sovietica da 25 anni, emerge anche guardando la lista degli inquilini succedutisi nella magione di Porza. Per qualche tempo ad abitarla è stata infatti Dinara Nazarbaev, una delle figlie del presidente kazako. Com’è stato possibile? Merito della Viled International, società elvetica con sede a Paradiso, in via Cattori 7. Lo stesso indirizzo dove è registrato il gruppo di Pacolli. La Viled ha assunto alle proprie dipendenze Dinara, permettendole così di ottenere il permesso di soggiorno in Svizzera. E la residenza nella villa di Porza, dove la donna ha abitato tra il 2008 e il 2009. Un’operazione realizzata attraverso la Darley Investment Services, società registrata a Tortola, nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche.
Nel 2006 la compagnia offshore ha prestato 5,6 milioni di franchi (5 milioni di euro al cambio attuale) alla Mabco, una delle tante aziende di Pacolli. Che, in garanzia, ha ceduto alla Darley l’ipoteca sull’immobile in cui poco dopo è andata ad abitare la figlia di Nazarbaev. Oggi l’ereditiera del presidente kazako ha cambiato aria. Abita a Ginevra, dove ha acquistato una villa ancora più sfarzosa, pagata la bellezza di 74,7 milioni di franchi. Pacolli, invece, è sempre in Canton Ticino, ma da qualche anno ha lasciato tutte le cariche societarie ai familiari e all’italiana Lucina Maesani Gaiatto. L’ex presidente del Kosovo ha venduto pure la sua casa di Porza, che nel frattempo ha cambiato per due volte proprietario.
Nel 2011, secondo i documenti del registro svizzero, l’ha comprata Enrico Preziosi, all’epoca presidente del Lugano. L’attuale patron del Genoa e del gruppo Giochi Preziosi, tuttavia, non dev’essere rimasto incantato dalla vista del lago. Nell’aprile del 2014 l’immobile è infatti passato ancora una volta di mano. Ed è allora che entra in gioco Danilo Coppola. A comprare la villa è stata infatti Silvia Necci, ex moglie e madre dei due figli del costruttore romano. Il quale, da qualche tempo, è tornato sotto la lente della magistratura italiana per il fallimento di diverse società.
[[ge:espressoarticle:eol2:1539797:1.2922:article:https://espresso.repubblica.it/palazzo/2007/03/15/news/la-banda-di-coppola-1.2922]]
Lo scorso 24 maggio il “furbetto del quartierino” - soprannome guadagnato all’epoca delle scalate bancarie - è stato arrestato su richiesta della procura di Milano con l’accusa di evasione fiscale e bancarotta fraudolenta di alcune sue aziende. Al centro dell’attenzione dei magistrati c’è la società Porta Vittoria, che da anni dovrebbe riqualificare l’omonimo quartiere meneghino. Dovrebbe, appunto, perché i lavori vanno a rilento a causa della difficile situazione finanziaria. Il crack è stato evitato solo grazie al concordato preventivo, cioè al sacrificio dei creditori di Coppola, in particolare del Banco Popolare, esposto per 227,4 milioni, che dopo aver chiesto ufficialmente il fallimento ha scelto di dare altro tempo all’immobiliarista. Per il Banco Popolare, alle prese con un aumento di capitale da un miliardo in vista della fusione con la Popolare Milano, la grana di porta Vittoria è una delle più complicate da gestire.
Alle accuse dei pm milanesi si aggiungono quelle della procura di Roma, che è già riuscita a ottenere una condanna in primo grado a nove anni per Coppola: il tribunale della Capitale, ad aprile di quest’anno, ha infatti dichiarato l’imprenditore colpevole per la bancarotta di alcune società del suo gruppo. L’idea dei magistrati è che il costruttore romano abbia distratto fondi dalle sue aziende, in qualche caso causandone il fallimento. Per questo da anni stanno cercando di ricostruire i mille rivoli in cui sono stati incanalati i denari. Intanto, il primo aprile del 2014 la villa di Porza è stata acquistata dalla Necci. Sul suo sito internet, Coppola tiene a ricordare che i due non sono più sposati.
[[ge:espressoarticle:eol2:1667067:1.4081:article:https://espresso.repubblica.it/palazzo/2007/06/28/news/coppola-all-ultimo-stadio-1.4081]]
Va detto inoltre che la donna è stata assolta dal tribunale di Roma nel processo da cui è invece scaturita la condanna a nove anni dell’ex coniuge. I legami affaristici fra i due, tuttavia, non sembrano essere stati recisi del tutto. Lo dimostra il fatto che a fine 2014, quindi dopo l’acquisto della casa nel Canton Ticino, Porta Vittoria è stata ricapitalizzata da una società lussemburghese chiamata Estrella 27, divenuta così proprietaria del 100 per cento del gruppo immobiliare italiano. Chi c’è dietro la Estrella 27? La Necci, appunto, che secondo il registro societario del Granducato l’ha costituita il 21 maggio dello stesso anno