J-Ax contro Meneguzzi, Salmo contro Luché: in Italia anche il dissing è un’occasione sprecata

Lo sfottò a suon di musica, che affonda le radici nella cultura rap, ispira questa estate italiana sconfinando i generi: ma i risultati lasciano a desiderare

Altra novità di rilievo nel galateo del tempo corrente è l’infittirsi dell’insulto, o per dirla alla maniera rap, del “dissing”. L’estate in corso è tutto un coro di “vaffa” e accuse variopinte, un arcobaleno che va da perifrasi lontane tipo «per riempire lo stadio hai regalato i biglietti» a immagini più dirette tipo «ti brucia il culo». Salmo e Luché se le sono date di santa ragione, ma se non altro il loro scambio è parte integrante della cultura rap, risuona di sfottò e vilipendi a colpi di rime, vecchie ruggini e corrosivi sospetti, sono confronti tra galli da combattimento. Più singolare quando la polemica sconfina tra generi, vedi J-Ax e Paolo Meneguzzi. Meneguzzi critica il tormentone estivo di J-Ax e dice che per lui il pop è arte, incoraggiando una valanga di battute fin troppo facili da parte di J-Ax, prima solo scritte, poi sfociate in un pezzo prodotto in velocità, intitolato “L’invidia del Peneguzzi”, che molti hanno commentato dicendo che si tratta del miglior J-Ax da anni a questa parte e quindi grazie Meneguzzi.

 

A volte la satira e l’invettiva fanno bene, vedi “L’avvelenata” di Guccini. «Mettiamo questa cosa in prospettiva», rappa J-Ax, «per me non è dissing, è beneficenza estiva, con una story del cazzo ti ho ridato la vita, sapendo bene come sarebbe finita»; e poi affonda senza pietà: «Sali sulla barca e poi t’attacchi al cazzo come prima. Salmo e Luchè che sfida epica, a me tocca Meneguzzi, è una vita che la sfiga mi perseguita». Da anni i social hanno creato l’illusione che i nostri idoli siano diventati entità raggiungibili, chiunque può mandare un dm, un messaggio diretto, a chiunque, anche a Madonna, a Elodie, a Jovanotti o Travis Scott.

 

Il canale c’è, esiste. Parte di questa illusione è legata anche ai dissing, nel senso che questi litigi a cielo aperto ci danno l’impressione di partecipare a scontri che magari un tempo sarebbero rimasti confinati nel privato degli artisti. Peccato che neanche queste polemiche dirette tra cantanti sembrano essere capaci di generare un qualche tipo di pensiero. Neanche quando Samuele Bersani si è permesso di fare una battuta su un video che girava con Sfera Ebbasta messo a nudo nella sua performance vocale da un’improvvisa caduta dell’autotune. Il video in realtà fa abbastanza ridere, è un pezzetto da manuale di comicità involontaria, ma anziché approfittarne per difendere l’autotune come essenziale strumento espressivo funzionale a una scelta di stile e quindi a suo modo legittimo, Sfera Ebbasta ha preferito parlare di «culo che brucia». Insomma peccato, sono tutte occasioni sprecate per aprire dibattito, come si diceva una volta, e mai come adesso invece di insultarsi sarebbe bello riportare un poco di ragione in un questo barbarico sonno.

 

UP
Grazie al duetto con Blanco capita di ritrovare il nome di Mina ai vertici delle classifiche delle piattaforme di streaming in mezzo a nomi che la maggior parte degli italiani non ha mai sentito nominare. L’effetto è singolare, una specie di cortocircuito che crea piacevoli scintille.

 

DOWN
Gli incassi dei maggiori tour raggiungono cifre astronomiche. Taylor Swift supererà il miliardo e 400 milioni dollari per il suo Eras tour, il che vuol dire che i biglietti dei concerti sono diventati mostruosamente cari, e senza giustificazione se non quella di far arricchire in modo spropositato le star.

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