Musica, danze, canti: e poi tutti si chinano a raccogliere le banconote piovute sul terreno. Ce ne sono decine e decine. Migliaia di dollari che volaano: e i bambini si divertono a raccoglierli, a rincorrersi con mazzette tra le mani, e a sfidarsi a chi ne ha racimolati di più.
Castel Volturno, Caserta, Italia. A gettare soldi per aria sono i signori della droga e della prostituzione: i boss nigeriani che gestiscono i traffici illeciti che dal litorale domizio si espandono in tutta la penisola e spesso spiccano il volo oltralpe.
Ma qui siamo dietro il cancello di un comunissimo ristorante, in pieno giorno. Le pattuglie inviate dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sono a poche decine di metri, là fuori: effettuano controlli alle auto di passaggio. Ma nessuno viene a ficcare il naso in questi locali dove si canta, si balla, si beve e piovono dollari, che gli invitati alla festa di censo più basso si chinano a raccogliere.
Le occasioni per celebrare questi feste di mafia che coinvolgono la comunità nigeriana di Castel Volturno, sono le più varie. Una qualsiasi cerimonia, come la presentazione della dote nuziale per una donna, un battesimo, un matrimonio, una promozione, o perfino un funerale, si trasformano in occasioni di ostentazione di denaro, in cui i baroni della droga e i colonnelli che controllano il territorio e il traffico della prostituzione, esibiscono la propria ricchezza.
Potrebbe sembrare solo folklore, ma in gioco c'è il "rispetto" della comunità nigeriana più grande d'Italia, e questo significa garantirsi il supporto strategico per il controllo del territorio, i terminali e le antenne, e l'assicurazione del monitoraggio costante dei mutamenti che avvengono nei mercati criminali. Una posta in gioco talmente alta che capita di veder arrivare anche da altre parti d'Italia, e addirittura da altri paesi europei, esponenti della comunità nigeriana, e delle consorterie più influenti, venuti per prendere parte a queste feste.
Le cerimonie sono anche a sfondo religioso, riconducibili a qualcuna delle tante chiese pentecostali sorte lungo la Domiziana, la strada dove solo due anni e mezzo fa il boss Giuseppe Setola e la sua banda lasciarono stesi a terra crivellati di colpi, sei ragazzi nordafricani. «C'è un rapporto molto stretto fra queste feste e il concetto di prosperità proprio delle chiese pentecostali», spiega Luigi Mosca, docente all'Università di Perugia e all'Université Libre de Bruxelles, studioso dei migranti a Castel Volturno: «Questi riti hanno un valore sociale e culturale, di riaffermazione delle gerarchie sociali tra gli immigrati dalla Nigeria: è quella che è stata definita 'teologia della prosperità', che non ritiene l'arricchimento un peccato da condannare, ma una qualità del credente da valorizzare». Insomma, c'è la convinzione che la ricchezza e il successo siano il frutto di una benedizione divina, e per questo chi ne è beneficiario dev'essere venerato ed ammirato. Anche se è un boss della droga o della tratta di giovani donne.
Così i gazebo montati per l'occasione in giardino riportano i nomi delle diverse gang, accanto a quelli delle associazioni delle "madame", le donne che controllano il mercato della prostituzione: «Spesso le persone che gestiscono le ragazze di strada sono le stesse che rivestono ruoli importanti nella comunità religiosa», spiega Mosca.
Piovono dollari sulle strade di Castel Volturno, e il 'modello Caserta' sbandierato da Maroni resta fuori, pochi metri più in là.